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La riduzione dello spread platino-oro è allettante ma probabilmente durerà poco

Pubblicato 26.09.2018, 09:25
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Nel mondo del commercio e della musica, il platino è spesso ritenuto più prezioso dell’oro, idea sostenuta dalle carte di credito platino e dai dischi di platino. E questo è vero anche nel mondo delle materie prime, quando il metallo bianco è scambiato a prezzi più alti rispetto al suo giallo cugino.

Ora, con la differenza tra platino e oro che si riduce al ritmo più veloce degli ultimi anni, chi approfitta dello spread tra i due metalli si chiede quanto piccolo possa diventare questo gap e se l’esito possa cambiare significativamente la scala gerarchica dei metalli preziosi.

La differenza, andando avanti, non sarà molta, secondo l’agenzia britannica Metals Focus, che ha pubblicato uno studio dettagliato sullo spread e sui fondamentali dei metalli da entrambe le parti del campo ieri.

L’oro probabilmente resterà in testa

L’agenzia di consulenza ha scoperto che l’oro probabilmente resterà in testa rispetto al platino fino alla fine del 2018 e potrebbe anche espandere marginalmente il sovrapprezzo sul metallo bianco di circa 380 dollari l’oncia entro il prossimo anno.

“Sebbene i prezzi del platino dovrebbero salire a breve-medio termine, non prevediamo che questa differenza si riduca ulteriormente in modo significativo”, aggiunge.

Malgrado l’inatteso indebolimento del dollaro, le notizie di questa settimana hanno sottolineato l’entusiasmo per la capacità dell’oro di restare al livello di 1.200 dollari l’oncia considerato chiave per i tori del mercato, nonostante l’imminente previsto aumento dei tassi USA.

Gold Weekly Chart

Ma andando nel dettaglio, ci si è interrogati sulla sfortunata discesa dei lingotti dal massimo di 18 mesi di 1.316,40 dollari di febbraio. Sull’anno in corso, l’oro è crollato dell’8%, con il contratto USA con consegna a dicembre che ieri si è attestato a 1.205,10 dollari.

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Il platino, invece, segna un tonfo dell’11% sull’anno. Tuttavia, la sua performance è stata relativamente migliore rispetto all’oro negli ultimi giorni, segnando il massimo di sei settimane di 839,00 dollari venerdì. Nella seduta di ieri, il contratto del platino USA con consegna a gennaio, più attivo, si è attestato a 827,80 dollari.

Uno spread storicamente minore

Storicamente, lo spread tra i due metalli raramente è stato così alto. I grafici di Metals Focus mostrano che il platino è stato in vantaggio sull’oro per due anni fino al gennaio 2015, prima di scendere.

Sebbene il ritmo della ripresa del metallo bianco - un deficit di 40 dollari rispetto all’oro in pochi giorni - ora stia facendo entusiasmare gli operatori dello spread, Metals Focus porta l’attenzione su quelli che descrive come fondamentali non di supporto per il platino.

Platinum Daily Chart

L’agenzia con sede a Londra, che raccoglie le informazioni da un database di 1.100 miniere, mette in evidenza le scorte più che sufficienti del platino rispetto alla debole domanda da parte dei gioiellieri e delle case automobilistiche che usano il metallo prezioso come purificatore delle emissioni e catalizzatore della performance nei motori diesel.

Metals Focus spiega che, anche se i prezzi bassi in rand del platino in Sud Africa hanno comportato delle razionalizzazioni delle scorte, l’aumento dei ricavi registrato dalle miniere del paese per via dei prezzi forti del palladio ha impedito loro di ridurre troppo la produzione di platino. Come il platino, anche il palladio viene usato in gioielleria e come catalizzatore per i motori diesel. Il palladio al momento è scambiato a più di 1.050 dollari l’oncia, il 25% più del platino, per via dei suoi fondamentali superiori.

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Metals Focus aggiunge che i proposti tagli di spese in conto capitale di Sibanye-Stillwater (JO:SGLJ) per la compagnia mineraria Lonmin (OTC:LNMIY), se dovesse acquisirla, comporterebbero un taglio significativo delle forniture solo a partire dal 2025.

La minore produzione di platino viene bilanciata da una domanda minore

“Quest’anno, quindi, ci aspettiamo che le scorte globali (di platino) scendano del 2% a 6,0 milioni di once”, afferma Metals Focus.

Questo calo sarà bilanciato da un identico deficit del 2% della domanda globale di platino, in quanto il metallo bianco affronta delle pressioni sia dal fronte della gioielleria che da quello automobilistico, sottolinea l’agenzia. E aggiunge:

“Sebbene la quota dei (motori) diesel in Europa sembri essersi stabilizzata negli ultimi quattro mesi, prevediamo ancora che il platino per il settore automobilistico globale scenda del 3,7% nel 2018 a 3,2 milioni di once”.

Nel complesso, il mercato del platino probabilmente vedrà un surplus di scorte di circa 190.000 once quest’anno, secondo Metals Focus.

“Di per sé, non è una cifra significativa. Tuttavia, sarà il settimo surplus dal 2010, il che significa che le scorte estratte di platino saranno aumentate di circa 2,2 milioni di once tra la fine del 2010 e la fine del 2018, alla notevole quantità di 8,8 milioni di once”.

L’oro potrebbe rafforzarsi malgrado le attuali prospettive deprimenti

L’oro, nonostante le prospettive scialbe al momento, si rafforzerà se si dovessero avverare le aspettative di un rallentamento economico USA a medio termine, che spingerebbero gli investitori verso gli asset a basso rischio, secondo Metals Focus. “Prevediamo inoltre un indebolimento del dollaro dal momento che (questa) dinamica incoraggerebbe la Fed ad adottare una posizione più cauta”.

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In conclusione, Metals Focus stima che l’oro raggiunga una media di 1.330 dollari nel 2019, contro i 940 dollari del platino, che si tradurrebbe in una differenza di 390 dollari. Sarebbe un cambiamento minimo rispetto ai livelli odierni, il che significa che chi segue lo spread platino-oro dovrebbe essere più preoccupato che entusiasta.

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