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La verità... vi dico... sul Bitcoin

Pubblicato 07.01.2021, 12:56
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Articolo realizzato insieme a Daniele Terbio

Perché sarà l’asset più vincente del 2021...

Questo articolo è dedicato ai “curiosi”, a coloro che vogliono capire una materia nuova, senza scoraggiarsi di fronte alla sua complessità.

Se il mondo va avanti lo dobbiamo infatti a questo tipo di persone, che non rifiutano le innovazioni tecnologiche quando sono di difficile comprensione, ma che viceversa si sforzano di approfondirle per goderne al fine dei benefici.

Il motivo per cui il grande pubblico non si è ancora avvicinato in massa all’investimento in Bitcoin, infatti, è proprio questo, e cioè la straordinaria complessità dell’argomento. Generalmente si investe soltanto in ciò che si capisce. Questo da una parte è assolutamente sano, ma a volte è anche un grandissimo limite.

Lo stesso motivo per cui moltissimi risparmiatori italiani non hanno puntato sui titoli delle nuove tecnologie americani e hanno invece continuato ad investire perlopiù su aziende domestiche, con la presunzione di “conoscerle”, perdendo delle occasioni storiche di profitto, soltanto perché non riuscivano a guardare al di là dei confini nazionali, non rendendosi conto che la capitalizzazione totale del listino italiano (600 mld) è ormai un quarto di quella di Apple (NASDAQ:AAPL).

Ma nel caso del Bitcoin il problema è ancora più grave, visto che anche il mondo della consulenza – deputata alla “educazione finanziaria “del mondo retail - è ancora lontana dalla materia delle criptovalute. 

I consulenti e gli analisti di finanza tradizionale infatti sanno davvero poco su Bitcoin (e lo si evince dalle risposte evasive che danno sull’argomento, spesso prive di adeguato supporto nozionistico) e lo stesso avviene di converso per gli specialisti delle criptovalute, che in genere sono piuttosto digiuni delle nozioni di Finanza tradizionale.

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Insomma questi due mondi sono ancora troppo distanti, ma a breve dovranno per forza di cose convergere e anche i grandi gestori dovranno fare i conti con una realtà sempre più ingombrante e che saranno obbligati ad approfondire.

Anch’io ho dovuto fare un enorme sforzo per cercare di comprendere questa difficilissima materia, e di questo devo ringraziare il mio mentore, Daniele Terbio, un grande esperto dell’universo Cripto, il quale si è gentilmente prestato alla stesura insieme a me di questo articolo.

Per prima cosa, dunque, cerchiamo di capire DAVVERO cosa è il Bitcoin, senza darsi per vinti se ad una prima lettura di quanto segue si rimarrà un po smarriti, e senza falsi alibi del tipo: “tanto tra poco scomparirà”... Perchè non sarà cosi.. ve lo assicuro.

Volenti o nolenti, oramai, tutti ne sentono parlare alla radio o in tv, ma spesso non se ne curano a prescindere. Per molti altri è una truffa. Per altri ancora, non ha alcuna utilità.

La verità, come ho detto, è che comprendere Bitcoin non è affatto facile, ci vuole una discreta dose di impegno, dedizione, tempo e... magari.. anche passione.

Non si può prescindere poi, dall'avere almeno un'infarinatura di politica, matematica, computer networking, teoria dei giochi, crittografia.

Per renderlo più facilmente comprensibile in breve e ai più, cercherò di essere talmente basico, che sicuramente scontenterò i puristi.

La prima definizione pratica del Bitcoin è che si tratta di un sistema in grado di spostare del valore da A a B senza passare per C (per C si intende un qualsiasi Intermediario finanziario), il tutto quindi senza doversi fidare di una terza parte, senza doversi fidare di nessuno, in effetti.

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Questo valore lo si sposta utilizzando token generati dalla rete, il cui numero è conosciuto, finito, e la cui inflazione è rigidamente e matematicamente determinata.
Cercherò di spiegare come questo questo obiettivo sia raggiunto, nella maniera più rapida possibile.

Pensate a Bitcoin come ad un software che risiede nella stessa forma su migliaia di computer, ad un aggregato di tecnologie, tutte già esistenti ed utilizzate negli ambiti più disparati, tranne una, nata assieme a Bitcoin stesso, la blockchain.

Il suo funzionamento è piuttosto complesso, ma fondamentalmente potremmo dire che il ruolo è quello di fungere da registro distribuito e pubblico, all'interno del quale vengono trascritte in maniera immutabile tutte le transazioni mai avvenute sulla rete, consultabili inoltre da chiunque.

La vera rivoluzione sta nel fatto che la blockchain, di concerto con la fondamentale proof of work, introduce un elemento mai visto sino ad oggi: la scarsità digitale.

Tutti possiamo semplicemente copiare una fotografia, un file mp3, un testo, nessuno di noi però, nessun essere umano sulla faccia della terra, ha la capacità di generare un Bitcoin falso, così come nessuno ha la possibilità di cancellare o modificare un dato che è stato incluso nella blockchain.

Bitcoin è decentralizzato, in quanto si trova su decine di migliaia di nodi sparsi per il mondo.

Tali nodi, che sono per disegno economicissimi da "costruire" e da mantenere, ospitano una copia completa della blockchain. Nessun nodo ha un potere superiore rispetto ad un altro.
Connessi tra di loro compongono una rete decentralizzata, senza intermediari e resistente alla censura.

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Per i nodi, che sono di fatto la spina dorsale di Bitcoin, è facilissimo e veloce verificare un dato contenuto dentro di essa, partecipando al processo di verifica delle transazioni, seguendo le regole di consenso del sistema e smistando le transazioni verso la blockchain.

Come viene coniato Bitcoin?

Di nuovo lei, la catena dei blocchi, in italiano. La blockchain è un susseguirsi di blocchi, concatenati crittograficamente all'interno dei quali vengono inserite le transazioni effettuate dalla rete. Questi blocchi, che possiamo pensare come delle pagine sulle quali scrivere i nostri dati, sono "trovati".

La loro ricerca viene effettuata dagli incessanti calcoli di centinaia di migliaia di macchine dette miners, il cui unico lavoro è quello di trovare la "combinazione" che darà accesso al blocco, all'interno del quale inserire il prossimo pacchetto di transazioni, 4000 all'incirca.

Ogni volta che queste macchine trovano un blocco, la rete le retribuisce con un certo ammontare di Bitcoin.

Questo, in soldoni, è il modo in cui i Bitcoin vengono creati. Lo so che è dura..ma non mollate..!

Cercate quantomeno di intuire il senso, ma soprattutto i risvolti pratici che andrò ad esporre e che sono più facilmente comprensibili.

Ci sono infatti due elementi di cruciale importanza che occorre tenere in grande considerazione, al fine di recepire correttamente il messaggio finale al quale vuole tendere questo articolo.

Innanzitutto la creazione di Bitcoin non è suscettibile di variazione in base all'aumento numerico o di potenza delle macchine minatrici.

Se noi avessimo dieci rotative in grado di stampare assieme 1000 Euro al giorno e ne acquistassimo altre dieci, avremmo una capacità produttiva di 2000 Euro al giorno (è quello che in maniera abnorme stanno facendo per via elettronica le Banche Centrali di tutto il mondo, che stanno “virtualmente” stampando centinaia di miliardi al giorno, al giorno!!!, di nuova liquidità, per sostenere i mercati obbligazionari e azionari globali che altrimenti collasserebbero in un attimo).

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Se noi invece decidessimo di comprare non una, ma 10.000 nuove macchine per minare Bitcoin, una volta attivate, la rete si "accorgerebbe" di questa potenza in più aggiustando autonomamente quella che viene detta la "difficoltà" di mining. Di conseguenza, non si creerebbe un solo Bitcoin in più di quelli già programmati.

Questo perché è gia preventivamente stabilito in maniera immutabile che i blocchi di Bitcoin devono susseguirsi dieci minuti l'uno dall'altro (non un minuto di più ne uno di meno), questo vuol dire che nuovi Bitcoin vengono "coniati" ogni dieci minuti, indipendentemente dalla quantità di macchine, energia, forza lavoro impiegata.

Bitcoin è la moneta più sana al mondo, l'unica con un tasso di inflazione (intesa come aumento della massa) rigidamente controllato, non suscettibile agli interessi di quanti siano incentivati a stampare più denaro possibile diluendone il potere d'acquisto.

Il secondo punto chiave è la diminuzione dell'inflazione nell'unità di tempo.

Ogni 210mila blocchi creati, circa ogni quattro anni, la rete decurta in maniera autonoma il 50% delle reward verso i miners, dimezzando quindi di fatto i Bitcoin immessi giornalmente in circolo. Inizialmente venivano corrisposti 50 Bitcoin a blocco, poi 25, 12.5 fino agli attuali 6.25. Con 144 blocchi al giorno e 6.25 Bitcoin per blocco, giornalmente vengono immessi nel mercato 900 nuovi Bitcoin.

Non molti, vero? Negli anni a venire, in base a questo processo prestabilito ed immodificabile, saranno sempre meno.

Dovete pensare che ad oggi quelle che vengono chiamate "mining farm" sono in molti casi realtà molto grandi, che devono pianificare e investire le proprie risorse oculatamente e con lo sguardo volto al futuro.

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Il mining è la massima espressione del libero mercato, dove chi non è efficiente viene sbattuto fuori e, a tendere, la battaglia sarà sempre più fitta e furiosa per accaparrarsi quei sempre più rari e preziosi Bitcoin.

Trovo che, per la maggior parte delle persone, (una volta assodato autonomamente come Bitcoin funzioni nel dettaglio), il maggior scoglio da sormontare sia quello della comprensione della scarsità. Questo è un concetto su cui si deve largamente riflettere.

Se prendiamo a metro l'oro, la sua inflazione (sempre intesa come aumento della massa e non del prezzo) è stata di circa il 2/2.5% negli ultimi 25/30 anni.

Nulla ci dice quanto ne giaccia sotto la superficie terrestre, quando un nuovo ricco filone possa essere scovato, quando l'asteroid mining diventerà accessibile.

Bitcoin è l'unico asset sulla faccia della terra di cui si può stabilire con certezza la massima supply, (21 milioni) con un rapporto stock to flow rigido ed una domanda crescente da 11 anni a questa parte.

Ma scendiamo in concreto sui numeri.

Di questi complessivi 21 milioni ne sono stati creati fino ad oggi 18 milioni circa, ma in realtà si stima che di fatto ce ne siano in circolazione poco più di 15 milioni, visto che all’incirca 3 milioni sono andati perduti in wallet abbandonati (chiaramente quando il Bitcoin valeva pochi spiccioli.

Gli ulteriori ed ultimi Bitcoin saranno creati con sempre minore frequenza e l’ultimo Bitcoin sarà minato nel 2140. Dunque, di fatto, siamo già in regime di assoluta scarsità.

Tutto ciò in un mondo, si ribadisce, in cui ormai le valute tradizionali vengono prodotte a getto continuo e sembra senza soluzione di continuità. 

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Ora chiedete ad un analista finanziario quale sarà lo scenario futuro del cambio EUR/USD.

Vi dirà che molto dipenderà dalla differenza di stampaggio di nuova liquidità da parte della rispettiva Banca Centrale di riferimento e dunque che la valuta meno stampata sarà in prospettiva più forte rispetto all’altra.

Ebbene, in un mondo in cui ormai tutte le valute vengono stampate illimitatamente tranne una che è a tiratura limitata (e finita..), chiedetevi quale si apprezzerà..
Chiedetevi, se doveste ricevere un corrispettivo importante per una transazione, in quale valuta vorreste essere pagati.. Certamente nella valuta più rara e dunque potenzialmente più forte per gli anni a venire. Ora questa valuta esiste, si chiama Bitcoin.

E’ accettata da Paypal (NASDAQ:PYPL) come valuta di pagamento, è accumulata, in silenzio, dalle grandi Banche internazionali come investimento rifugio. E’ talmente rara che se anche soltanto i 18 milioni di ricchi americani acquistassero un unico Bitcoin a testa, il prezzo esploderebbe in quanto non ne troverebbero abbastanza sul mercato, visto che i miners (che nel 2019 hanno continuato ed anzi incrementato a minare, in rimessa, a costi di produzione ben superiori al doppio del valore del Bitcoin), non sono certo disposti a venderli oggi a 35.000, ma se li tengono ben stretti, sapendo che il prezzo raggiungerà livelli ben più alti.

Insomma, un acquisto che un paio di anni fa avevo consigliato in piccolissime quantità e un po' alla cieca, e che ritenevo sostanzialmente speculativo (anche perché ancora vi era il rischio di un qualche provvedimento governativo di abolizione), oggi ritengo sia un asset di investimento che, alla pari e forse più dell’oro, non possa mancare in un portafoglio modello.
Tanto più a fronte delle pochissime opportunità offerte dagli investimenti tradizionali nell’attuale contesto, con un mercato letteralmente drogato da questo fiume incredibile di nuova liquidità che ha portato l’obbligazionario a prezzi abnormi e dunque rendimenti inesistenti ed un azionario che, proprio per la mancanza di alternativa sul fronte del reddito fisso, viene gonfiato artificiosamente da questa produzione di denaro e che, al primo segnale di inflazione e dunque in prospettiva di ritorno ad una parvenza di “normalità” , si sgonfierà inevitabilmente e dolorosamente.

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Un paio di anni fa, quindi in tempi non sospetti, paragonai nel mio sito il fenomeno delle criptovalute a quello delle dot-com del 2000 (quando ero analista per il mercato azionario americano in BNL).

In quella sede dissi che con grande probabilità il Bitcoin sarebbe stato la Google (NASDAQ:GOOGL) delle criptovalute, e cioè probabilmente l’unica a sopravvivere e rafforzarsi a fronte di moltissimi flop (come fu per le centinaia di portali e titoli internet che implosero in quel periodo).

I motivi, in estrema sintesi, erano sempre gli stessi, e cioè il vantaggio competitivo di essere stata la prima e quindi la più utilizzata delle cripto, poi il costo di produzione (unico nel mondo cripto e sempre in ascesa) e soprattutto il fattore rarità.

Ancora oggi ho questa convinzione e voglio con forza fare un importante distinguo tra Bitcoin e tutte le altre criptovalute, che continuo, come ho sempre fatto, a ritenere quasi tutte assets che, almeno per quanto riguarda il mio settore (e cioè investimenti finanziari e dunque aldilà delle utilizzazioni pratiche) sono e resteranno di mera speculazione e delle quali la maggior parte destinate a scomparire.

Purtroppo la comunità finanziaria spesso tratta il Bitcoin alla stregua di tutte le altre cripto. Ma questo determina solo confusione nei risparmiatori ed anzi vera e propria disinformazione, con il risultato che anche chi potenzialmente volesse approcciare a questo tipo di asset, trova un contesto che di fatto lo scoraggia in tal senso.

Infine, e per concludere, per quanto riguarda l’anno in corso, per il Bitcoin valgono le stesse considerazioni che ho svolto sul mio sito a proposito dell’oro a inizio 2020 in previsione del medesimo anno.

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In quella sede sostenevo che l’oro, che girava intorno ai 1350 usd, sarebbe salito sia in un contesto di mercati azionari al rialzo, sia in caso di storno.

Anche per il Bitcoin vale la medesima considerazione, e vedrete che qualsiasi direzione prenderà il mercato azionario questo asset non potrà che salire.

Infatti il suo prezzo è determinato sostanzialmente da due forze, da una parte la componente speculativa, alimentata da una moltitudine di piccoli traders che vogliono diventare ricchi in poco tempo (per intenderci, la stessa categoria di acquirenti di Tesla (NASDAQ:TSLA)..) e che è alla base della grande volatilità espressa quotidianamente dal Bitcoin, dall’altra dall’accumulo lento ma inesorabile di grandi ed oculati investitori, per lo più istituzionali, che lo stanno sempre più classificando come il bene rifugio per eccellenza del futuro.
Dunque, se nei prossimi mesi continuerà la frenesia speculativa su assets ad alta volatilità, alimentata da questa continua inondazione di liquidità, allora salirà qualsiasi tipo di asset, in particolare di questo tipo, Bitcoin compreso.

Se invece per qualche motivo questo meccanismo si incepperà e il mercato sarà privato o comunque comincerà a scontare una diminuzione di questa liquidità, allora questa bolla enorme che si sta creando sui mercati esploderà, e il Bitcoin, dopo certamente una prima fase di forte volatilità e correzione, verrà raccolto e dunque salirà di prezzo per la sua caratteristica che verrà sempre più compresa di straordinario - ed unico nel suo genere - bene rifugio , forse con un apprezzamento ancora maggiore rispetto alla prima ipotesi.


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Ultimi commenti

Innazitutto mi complimento per il tu articolo su un argomento non facile. E’meglio acquistare bitcoin o e’ piu’ semplice acqustare un eft replicante il bitcoin? Franco
Obiettivamente, per chi ha un normale deposito titoli in banca, è molto più semplice comprare un etn che replichi l'andamento del Bitcoin
come faccio a controllare il mio microscopico portafoglio digitale di Bitcoin acquistati a dicembre, sapere quanto il mio capitale abbia reso e quanto è la frazione di Bitcoin da me posseduta.
Preciso che io sono un analista finanziario, ma il vero esperto di Criptovalute è Daniele Terbio, senza il quale non sarebbe assolutamente stata possibile la realizzazione dell'articolo. Come dicevo lui mi ha gia confermato di essere disponibile ad approfondire l'argomento Ethereum. Vedrete che anche su quel tema saprà trovare degli spunti originali.
Ringrazio tutti per i commenti, sia positivi che negativi, visto che qualsiasi critica è comunque motivo di riflessione e stimolo, sempre a patto chiaramente che sia argomentata e soprattutto supportata da elementi reali e verificabili. Per esempio il commento del Sig.Romagnoli è assolutamente fondato, e con Daniele Terbio ci siamo ripromessi di trattare l'argomento Ethereum in un altro articolo. La mia affermazione sulla scomparsa di tutte le altre cripto riconosco che era troppo semplificativa e il messaggio reale voleva essere che "la grandissima parte delle cripto imploderà", ma certamente oltre al Bitcoin altre, anche se pochissime, cripto probabilmente sopravviveranno se troveranno il giusto utilizzo sul mercato.
Se il valore di una azione la si valuta da bilancio ;potenIalita’ di sviluppo e managment, come valutare bitcoin ?
L'articolo è interessante e soprattutto tenta di spiegare e sintetizzare una materia e un argomento che ancora in molti rifiutano come avviene in genere con tutte le innovazioni! L'unico appunto, a mio parere, è che non credo sopravviverà solo ed unicamente Bitcoin in quanto ci sono molti progetti che nel tempo si sono sviluppati ed affermati uno su tutti Ethereum che tra l'altro sta ottenendo performance in termini di prezzo che seguono la scia del Bitcoin (se non meglio!). Per il resto spero si possano leggere più articoli di questo genere proprio perché si tratta di una materia molto ostica e complessa.
virtualmente  vale un sacco di money  il Bitcoin , provate a spenderli se ci riusciute! . al di la delle speculazioni non vedo altro , almeno ai tempi di oggi ! prima che queste  monete digitali , siano un alternativa, al euro , usd , jpy, gbp ,ecc  io saro' gia' ********da anni !
Ottimo articolo di divulgazione di baseBen fatto
Ammetto la mia ignoranza, ma quello che proprio non capisco è cosa dia valore al bitcoin: sottostante non c'è nulla. A questa stregua anche le lettere autografe di mio nonno dovrebbero valere un sacco di soldi: sono in numero limitato...a parte le battute, cosa è che da valore al bitcoin?
Qual'è il sottostante dell'oro?
L’ecosistema e’ il valore ed e’ la base: Impianti di estrazione dei miner ( computer specifici) come produttoriExchange che muovono miliardi ... la parte commercialeGli sviluppatori dei servizi software che utilizzano la blockchain ... i serviziIl valore che tutto questo ecosistema ha sta crescendo e spiazzera’ il vecchio modus economico di effettuare le transazioni ... che ormai sono costose e poco affidabili, demandate e gestite da una catena di intermediari lunghissima e costosissima
La differenza con le lettere di suo nonno è, senza offesa, che non le vuole nessuno. Il "valore" di ogni cosa è determinata sempre e solo da 2 fattori. Offerta ( quantita dell'offerta al mercato ) e richiesta ( quantità della richiesta dal mercato ) Se nessuno vuole una cosa, questa cosa puo essere anche rara, ma avra prezzo basso, proprio perche non c'è richiesta.
Bitcoin si’...Ethereum e altro crypto no!!! E allora perche’ nascono come funghi? E quante crypto posso avere con un Bitcoin? Se le Crypto non valgono, e’ come se fossero inflazionate; e neanche 1 miliardo di crypto senza valore, potrebbero valere un Bitcoin. E quindi bisogna pagare il Bitcoin con la montagna di soldi stampati in quantita’ industriale dalle Banche Centrali. Che pero’ valgono sempre meno. 1 Bitcoin 5000$....1 Bitcoin 35000$....1 BITCOIN 3,5 milioni di $. Ma x produrre i dollari o le altre forme di ricchezza, da secoli, bisogna avere l’oro....e col cavolo che cambio l’oro ( al quale tutto il Mondo da’ valore!!!), con i pochi Bitcoin che circolano.... Ho deciso: compro Bitcoin in orozecchino!!! Giusto??? E i dollari??? Li lascio a voi poveracci x pulirci i pavimenti!!!
Tante notizie e dati risaputi, nulla di nuovo. Mah
Sarò io che sono un "Boomer" anche un po' Ringo, ma se è vero che non devi più fidarti più degli intermediari devi comunque fidarti del bitcoin. E ci ci fidiamo di un asset di cui poi domani esce il report della banca tal dei tal che te lo polverizza? Inoltre, la cosa che mi fa impazzire: ma, SE il numero di bitcoin è limitato, ma CHI limita la creazione di infiniti bitcoin che poi si chiamano Ripple, Ethereum ecc..? Cioè anche io potrei creare la blockchain di topini verdi animati, ma per il fatto che poi non se ne possono creare più di tanti i miei topini verdi animati debbono costare 20,000 euri l'uno?
A parte l'articolo...che lascia il tempo che trova...dal suo commento si capisce che ancora non c'ha capito molto...
I topini verdi animati, valgono solo se c'è RICHIESTA di mercato. Possono essere rari quanto vuole ma se nessuno li vuole, varranno sempre poco.
ok tutto in bolla a parte il bitcoin...
più grande è la confusione più grande sarà l'inganno. Del resto ogni giorno subiamo una truffa e dobbiamo prepararci perché non c'è limite al peggio. io credo che investire in cripto corrisponda a togliere moneta al economia reale...la conseguenza è si un incremento di valore della cripto ma solo fino a quando loro signori lo vorranno
Mi sembra una considerazione profondamente sbagliata. Pensiamo soltanto a mining farm ed exchange: fanno grossi investimenti in tecnologia (di cui beneficiano aziende come Nvidia, ad esempio) e hanno migliaia di dipendenti. Ergo producono ricchezza ed occupazione. Come si può dire che investire in cryptovalute significa togliere ricchezza all'economia reale?!
E' vero il contrario. L'economia reale cresce con gli scambi. Di qualsiasi genere. Piu scambi ci sono piu l'economia cresce. E non importa se si compra o vende beni "utilizzabili" o meno. I beni che hanno piu valore, non sono queli che servono a qualcosa di specifico, il pane, un auto, una consulenza, ma quelli che si possono scambiare con piu facilità con tutti gli altri. Il denaro di per se non vale nulla. Vale per la il valore di scambio che ha con tutte le altre merci. Se qualcuno le pagasse lo stipendio in...panini, credo lei non accetterebbe. Credo.
Grazie! Ottimo articolo
Finalmente articoli di livello su questo tema
Egregio autore dell’articolo, se hai aria fritta in un portafoglio, poco importa la sua abbondanza o scarsita’. Perche’ sempre aria fritta e’, ed aria fritta rimarra’. Se le grandi istituzioni stanno accumulando aria fritta, si scambieranno solo aria fritta. Ora si pensa che come in tutte lebolle del passato, anche questa volta ne sara’ coinvolto il grande pubblico alla fine del ciclo? Mi auguro proprio di no e che l’aria fritta questa volta rimanga nei portafogli degli istituzionali ... auguri!
ti consiglio di leggere il mio commento sopra e riflettere prima di sparare idiozie
Ecco un altro che non sa di cosa parla e Sparla solo perché è rimasto fuori da 10 anni 😂😂
Il denaro, le valute...sono tutte "aria fritta". Perchè ? Perchè il loro valore è determinato "solo" dalla loro possibilità di essere scambiate con tutte gli altri prodotti/servizi che il mercato offre. A che serve il denaro? SOLO agli scambi. Ma il fatto che sia scambiabile con TUTTI gli altri prodotti/servizi offerti dal mercato gli conferisce quel valore di scambio che tutti gli diamo. ma di per se...non serve a nulla.Spero le sia utile.
ottima analisi
Bravo
Complimenti. Uno degli articoli più interessanti ed intelligenti scritti su questo sito.
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