ABBIAMO DEI RISPARMI E VOGLIAMO INVESTIRLI IN UN PRODOTTO GESTITO, COME LO SCEGLIAMO?
La performance passata conta qualcosa?
Le classifiche hanno un valore?
Ni, pochissimi fondi riescono a restare al top, e l’esercizio è tanto più difficile tanto più lungo è l’orizzonte temporale.
In uno studio sul tema della persistenza delle performance della University of Southern California, si conclude che:
“La sola persistenza significativa si concentra nella sotto performance dei peggiori fondi. Non c’è traccia di superiori capacità o informazioni da parte dei portfolio manager, in aggregato”. Quindi, i migliori non restano tali a lungo, ma i peggiori tendono a rimanere tra i peggiori, perché di maestri della gestione ce ne sono davvero pochi.
Spieghiamo il fenomeno con il paradosso dell’abilità: tanto più le abilità crescono uniformemente in un gruppo in competizione, tanto meno esse sono determinanti e tanto più peso assume il caso. Infatti nelle asset class dove c’è meno concentrazione di gestori, le capacità emergono più facilmente.
La conclusione può essere che performance storiche e classifiche hanno scarso valore predittivo?
Lo studio (2018) di S&P Dow Jones1 analizza la persistenza dei “top performer” negli anni, rispondendo alla domanda: la performance passata conta qualcosa?
Una valida alternativa di investimento potrebbe essere quella di puntare sulla CRESCITA DEI DIVIDENDI DURANTE LE PERFORMANCE NEGATIVE DELLO S&P500 in modo tale da garantirsi un buon flusso di cassa anche e soprattutto durante i mercati Orso. Inutile trascorrere una vita alla ricerca del portafoglio perfetto. Investire seguendo la logica della crescita dei dividendi è una delle strategie di investimento più efficace.
PAZIENZA E DISCIPLINA