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L’euro non teme la minaccia della Merkel di altre 10 settimane di lockdown

Pubblicato 13.01.2021, 08:11
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 12 gennaio 2021

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

La resilienza dell’euro è davvero notevole. La moneta unica ha chiuso la settimana in salita contro il dollaro USA e lo yen giapponese nonostante l’avvertimento della Cancelliera tedesca Angela Merkel sulla possibilità che il lockdown prosegua per altre 8/10 settimane in mancanza di un miglioramento dei dati sull’avanzata del virus. Avrebbe detto ai colleghi del partito conservatore: “Se non riusciamo a respingere questo virus britannico, la sua incidenza sarà superiore di 10 volte per Pasqua”. Il governo ha avvisato che non saranno consentiti gli spostamenti fino a fine maggio. La Germania ha reintrodotto le misure di lockdown all’inizio di novembre, ma le restrizioni che comprendono limiti agli spostamenti, chiusure di scuole e attività non essenziali sono state inasprite questa settimana. La possibilità di un lockdown fino ad aprile non fa altro che assicurare un’altra recessione tecnica con una contrazione nel quarto trimestre del 2020 e nel primo del 2021. L’euro dovrebbe essere più debole, ma continua ad essere supportato dall’ottimismo per il vaccino, dai tassi di interesse bassi, dal rally dell’azionario e dalla domanda debole per il dollaro USA. Abbiamo visto la stessa resilienza in autunno, quando il cambio EUR/USD aveva ignorato i primi segnali di una seconda ondata. Ci sarà un breakdown del cambio EUR/USD? Forse. Ma potrebbe volerci una correzione più significativa nell’azionario per far scendere il rischio.

Intanto, la sterlina è schizzata sulla scia di dichiarazioni meno caute da parte del Governatore della Bank of England Andrew Bailey. Nonostante il problema del paese con il virus, il governatore si è mostrato scettico sull’efficacia di tassi di interesse negativi, aggiungendo che è troppo presto per parlare della necessità di un ulteriore stimolo. Come già riportato dal mio collega Boris Schlossberg, Bailey ha dichiarato che l’idea era “controversa.” Ha anche evidenziato che la pandemia ha avuto un impatto minore del previsto sull’inflazione.

Il dollaro USA ha ceduto i guadagni dopo i dati economici. Mettiamo il caso che la Federal Reserve consideri di ridurre lo stimolo prima di quanto precedentemente indicato, ma con il virus che avanza  in tutta la nazione, è decisamente troppo presto per questo tipo di speculazione. In più,  il Presidente della Fed di Altanta Raphael Bostic continua ad affermare che i prezzi sono più alti del previsto. I dati sull’inflazione USA sono in agenda per mercoledì: si prevede un’IPC più forte del previsto, visto l’aumento dei prezzi dei carburanti e l’aumento della retribuzione oraria media. I dati economici statunitensi di questa settimana dovrebbero essere più forti e potrebbero mantenere in gioco la possibilità di una ripresa del dollaro.

Tutte e tre le valute legate alle materie prime sono salite questo martedì, con ildollaro australiano in testa. Non sono attesi dati economici da questi paesi, dunque saranno la debolezza del dollaro USA e la ripresa intraday dell’azionario a determinare la domanda per queste valute.

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