L’andamento dei tassi spesso guida gli indici azionari, con ribasso azionario davanti a politiche restrittive, come riflesso sui costi maggiori per le imprese per i nuovi investimenti, che vengono rimandati. L’indice Nasdaq è quello che risente maggiormente della sensibilità ai tassi perché comprende aziende che, anche se spesso riescono a generare cassa, si indebitano molto per investimenti impegnativi per espandere il business. Ma c’è un altro indicatore che, invece di seguire i tassi, guarda il flusso dei prestiti? Sì, la variazione percentuale annua su time frame mensile di Nasdaq e prestiti delle banche commerciali americane, può essere un ottimo strumento operativo. Come?
1) Quando l’indice Nasdaq registra, dopo mesi consecutivi positivi, per la prima volta un rendimento 0% su base annua.
2) Se lo spread con la variazione percentuale dei prestiti su base annua (zona blu) è maggiore della variazione dei prestiti stessi (zona arancione), allora entra il segnale short.
Anche l’ultimo sell off del 2022, con il rialzo di inflazione e tassi, ha seguito questa logica ribassista. Attualmente non sembrano esserci le condizioni per l’inizio di uno short sull’indice tecnologico americano, vedremo se il pattern si ripeterà nei prossimi mesi.