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L’oro e la decisione della Fed: quando una settimana sembra lunghissima

Pubblicato 24.07.2019, 10:42
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Una settimana a volte sembra un’eternità sui mercati. E in questo momento nessuno lo sa meglio dei long sull’oro.

I long sull’oro aspettano con impazienza il primo taglio dei tassi USA in oltre un decennio dalla crisi finanziaria. Ma dovranno sopportare almeno un’altra settimana prima di sapere se la Federal Reserve esaudirà il loro desiderio. Ciò che rende l’attesa ancor più stressante è la moratoria della Fed su qualsiasi informazione sensibile per i tassi tra ora e la decisione di politica monetaria del 31 luglio.

A circa una settimana prima dell’aggiornamento di politica monetaria mensile della banca centrale, i funzionari della Fed stanno evitando i discorsi pubblici e le interviste che potrebbero aizzare le speculazioni dei mercati circa le loro intenzioni. E questo lascia gli investitori senza alcun nuovo input sulle prospettive dei policymaker riguardo ai tassi o allo stimolo. E non è solo la Fed a fare così, ma anche la Banca Centrale Europea, che annuncerà la sua decisione di politica monetaria - ed un potenziale taglio dei tassi - il 25 luglio.

Il “blackout” di Fed e BCE rende insopportabile l’attesa dei long sull’oro

Dopo settimane di indizi e suggerimenti sulla possibile direzione dei tassi di interesse, le due principali banche centrali al mondo sono improvvisamente in silenzio stampa. Il “blackout” di informazioni praticamente lascia gli investitori dell’oro, che si sono buttati a capofitto sul mercato nell’ultimo mese tra i suggerimenti di imminenti tagli dei tassi, a capire da soli come fare trading fino a quando il destino non farà il suo corso.

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La buona notizia per questi tori dell’oro è che potrebbero non dover aspettare un’intera settimana per scoprire il gioco della Fed. Un taglio dei tassi USA è quasi certo se la BCE dovesse decidere un allentamento giovedì. Le probabilità sui mercati di un taglio della BCE hanno superato il 50% la scorsa settimana, con una riduzione di 10 punti base stimata. Le banche centrali minori in Corea del Sud e Sud Africa hanno già tagliato i tassi la scorsa settimana.

La maggior parte dei trader dei tassi di interesse si aspetta una riduzione di 25 punti base da parte della Fed il 31 luglio, portando il tasso dal 2,25% al 2%. Un altro taglio di 25 punti base è messo in conto per il vertice di settembre della Fed.

L’oro è tecnicamente un “buy”; previsioni a medio termine miste, da 1.500 a 1.385 dollari

Gold Monthly Chart - Powered by TradingView

I tori dell’oro scommettono che il mercato supererà il recente massimo di sei anni sopra i 1.500 dollari l’oncia se la Fed dovesse annunciare i tagli previsti. Nelle ultime due settimane almeno il presidente della Fed Jay Powell ha chiaramente espresso la sua preferenza di un allentamento immediato per stimolare la crescita ed evitare qualsiasi eventuale indebolimento dell’attività che possa interrompere un decennio o quasi di espansione ininterrotta.

Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com consigliano l’oro come “buy”, prevedendo una resistenza massima di 1.436,05 dollari sul breve termine. Negli scambi del pomeriggio asiatico di questo martedì, sia l’oro spot, che rispecchia gli scambi di lingotti, che i future dell’oro USA con consegna ad agosto sono scambiati a poco meno di 1.418 dollari.

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Non tutti i banchieri Fed sono d’accordo su un taglio però. Poco prima del periodo di silenzio stampa, il Presidente della Fed di Boston Eric Rosengren ha dichiarato, dopo la chiusura dei mercati venerdì, che non vede alcuna ragione di un taglio di un quarto di punto in occasione dell’imminente vertice, come invece viene previsto dai mercati.

Rosengren ha ribadito che l’economia statunitense si trova in una posizione molto più solida rispetto alla zona euro o al Giappone, dove è altrettanto previsto un allentamento della politica monetaria.

“Non voglio allentare se l’economia (USA) sta andando benissimo anche senza allentamento”, ha dichiarato in un’intervista alla CNBC.

Stephen Innes, socio di gestione di Vanguard Markets a Singapore, ha messo in guardia dalla reazione dell’oro che “sarà asimmetrica rispetto al messaggio della Fed di un taglio dei tassi dopo luglio”.

Afferma Innes:

“Il clima di cautela resta garantito questa settimana, in quanto la lunghezza speculativa è sostanzialmente aumentata sopra i 1.400 dollari e nuovi flussi stanno decisamente segnalando un taglio di 25 punti base della Fed a luglio, perciò verrà probabilmente deciso dalle previsioni della Fed durante la conferenza stampa post-FOMC del presidente Powell.”

“Se si dovesse verificare l’improbabile taglio di 50 punti base, l’oro potrebbe rapidamente salire a 1.485 dollari. Ma se la dichiarazione del presidente Powell non riuscisse ad essere in linea con le aspettative caute future dei mercati, il prezzo dell’oro potrebbe crollare sotto i 1.400 dollari e potrebbe testare i 1.385 dollari se la Fed dovesse risultare più interventista di quanto si aspettano i mercati”.

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Clive Maund, analista dei metalli preziosi nel Regno Unito e collaboratore di Investing.com, concorda con l’idea che i prezzi dell’oro possano essere misti d’ora in avanti. Ma non si aspetta che i tori dell’oro riducano i propri possedimenti di molto, in quanto fanno affidamento non solo sui trend tecnici a loro favore ma anche sull’importante supporto fondamentale derivante dalle schermaglie tra Stati Uniti ed Iran.

Aggiunge Maund:

“Il quadro generale è fortemente rialzista ma, a meno che la situazione in Iran non peggiori drasticamente, sembra probabile un periodo di consolidamento/reazione prima che vengano registrati ulteriori rialzi significativi. “Se l’oro ed il settore dovessero reagire, è considerato improbabile che lo facciano eccessivamente ed eventuali reazioni simili potrebbero essere usate per aggiungere posizioni nel settore”.

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