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Morning adviser, borse e dollaro ancora su

Pubblicato 16.05.2013, 08:59
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

Dunque le dinamiche che si stanno realizzando sul mercato ormai da molti giorni perdurano senza soluzione di continuità.

Le Borse continuano a performare e in taluni casi a mettere a segno massimi assoluti, seppur crescendo a tassi decrescenti, così come il dollaro che persiste nel suo rafforzamento contro tutte le major.

Continua dunque la pressione su diversi cambi valutari, in particolare su quello più liquido al mondo e cioè l’eurodollaro che ci ha fatto assistere ieri a ulteriori violazioni al ribasso dei punti statici di supporto più importanti sotto la soglia di 1,29 andando poi lievemente a correggere sull’interessante area di 1,2840.

A farla da padrone è ancora una volta la dicotomia tra orientamento di politica monetaria di BCE e Fed e la forbice tra le aspettative di miglioramento dei fondamentali tra Eurozona e Stati Uniti.

L’istituto centrale guidato da Mario Draghi difficilmente potrà sostenere il valore dell’euro almeno nel medio periodo in quanto si è detta pronta ad ulteriormente ritoccare al ribasso il tasso di rifinanziamento principale e a far scivolare in territorio negativo il tasso di deposito che le banche incassano (sotto lo zero evidentemente pagherebbero) per parcheggiare la liquidità overnight nei forzieri di Francoforte.

La realizzazione di questo scenario dipenderà evidentemente dalle prospettiva di crescita e di inflazione ma su entrambi questi fronti ci permettiamo di essere quanto meno scettici: il Pil della Germania e quello della Francia si sono rivelati ieri inferiori alle attese e l’Italia per il settimo trimestre consecutivo ha fatto registrare un calo del Prodotto Interno Lordo, per non parlare di indicatori prospettici come il PMI Manifatturiero relativo agli Ordinativi che suggeriscono nel migliore dei casi un’attività economica in totale stallo.

Ancora, il mercato del lavoro, con la sola eccezione della Germania, continua a navigare in pessime acque e a deprimere la fiducia dei consumatori impedendo così alla voce più importante del Pil di crescere.

Sul versante dell’inflazione le aspettative possono rivelarsi perfino peggiori in quanto la crisi del credito sta paralizzando le attività produttive che si ritrovano a frenare e addirittura dismettere investimenti, con effetti a catena sull’occupazione che, manco a dirlo, ancora una volta, tronca la possibilità di vedere aumentare la spesa privata con devastanti potenzialità di deflazione che difficilmente può essere contrastata dal fenomeno dell’inflazione importata visto l’attuale decrescita dei prezzi delle materie prime.

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Questo ancora una volta accresce le aspettative per possibili azioni della BCE con effetti ribassisti per la moneta unica a cui fa da profondo controaltare la proiezione della FED che invece, proprio a fronte di segnali di ripresa, potrebbe invece mostrarsi più restrittiva e progressivamente pensare di drenare la marea di dollari in circolazione.

Ancora una volta perciò un elemento di supporto al green back che rappresenta il vero termometro del mercato valutario con chiare ed evidenti ripercussioni sugli altri mercati le cui dinamiche hanno proprio origine dai fenomeni monetari.

Questo breve excursus ha una valenza non strettamente subordinata agli sviluppi di brevissimo ma ci aiuta a comprendere le logiche che sottostanno agli attuali movimenti dei prezzi delle attività finanziarie che seguiamo con maggiore attenzione e quindi a muoverci di conseguenza per l’operatività di trading che resta, a nostro avviso, in ultima istanza legata imprescindibilmente all’individuazione grafica dei livelli tecnici.

EUR/USD
Nuovi minimi dunque per l’Eurodollaro in grado ieri di superare il supporto a 1,2885 per testare il livello di 1,2840 all’interno del canale ribassista che ben accompagna la price action, con l’ottimo ausilio della media mobile esponenziale a 21 periodi sul grafico orario che lavora in maniera estremamente preciso da resistenza dinamica. Su un grafico a 4 ore è possibile apprezzare la possibilità che si formi una divergenza rialzista con l’oscillatore stocastico, possibile sul fallimento di nuovi minimi e con la formazione di pattern di doppio minimo (a 1,2840) o a 123 di Ross per possibilità long sopra 1,2885 e primi obiettivi in area 1,2935. Il breakout dei minimi aprirebbe invece ampia strada all’1,2790 che precede il cruciale supporto di medio periodo di 1,2745.

USD/JPY
Livelli ancora molto sostenuti per il cambio che si è portato su nuovi massimi relativi in area 102,75 salvo poi ritracciare di quasi una figura sul violento movimento nel pomeriggio di ieri e riprendere poi ancora valori attorno a, 102,40. Sul 4 ore è infatti possibile assistere alla formazione di una doppia pin candle di ritracciamento sul livello intermedio di supporto a 101,90 che avvalorerebbero lo scenario di ripresa dei massimi e tentativi di approfondimento verso 103 a cui fa da controaltare solo la divergenza ribassista con lo stocastico non tradabile tuttavia prima del test della media mobile a 21 (spesso “nemica” delle divergenze) transitante proprio per 101,90, con eventuali target a 101,30.

EUR/JPY
Ancora in lateralità il cross euro yen che ha solo tentato rotture ribassiste del supporto posto a 131,50. I recenti massimi decrescenti potrebbero rappresentare un primo timido segnale di una tendenza ribassista ancora una volta però non attuabile se non alla violazione decisa dei supporti che ora possiamo individuare proprio tra 131,50 e 131,20. Le prime resistenze sono poste a 132, 132,45 e sui massimi relativi a 132,85.

GBP/USD
Il cable ci mostra un quadro tecnico tra i più interessanti negli ultimi giorni, dal momento che decisa è stata la rottura del canale rialzista che insiste sul cambio di minimi di 1,48, peraltro con preciso pullback del punto di rottura in area 1,5375 dal quale è partito il movimento che anche sui buoni dati di ieri sul fronte occupazionale e sulle ottimistiche parole di King, continua ad assumere i contorni del ribasso. Resta l’1,5155 il primo punto di supporto sentito dal mercato, dopo la violazione della correzione a triangolo apprezzabile sul grafico orario. Solo sopra 1,5270 varrebbe la pena ragionare in prospettiva rialzista per il primo livello a 1,5330.

AUD/USD
Ancora deprimente lo scenario per il dollaro australiano ancora su nuovi minimi relativi una volta rotto lo 0,9855. La soglia psicologica di 0,98 appare sempre più verosimile laddove su grafici di riferimento nell’intraday, cioè 4 ore e orario, non sussistono segnali di ritracciamento. Un rientro sopra 0,9875 potrebbe rappresentare un primo segnale in quest’accezione, utile per poter guardare al puntuale livello di 0,9945.

Davide Marone
DailyFX Analyst



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