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Morning adviser, Incertezza dopo la tempesta

Pubblicato 12.07.2013, 08:49
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

Incertezza è senza alcun dubbio la parola che meglio di tutte identifica il momento che ha caratterizzato i mercati nella giornata di ieri e che potrà perdurare nei giorni a venire in attesa dei prossimi grandi market mover.

L’incertezza derivata dalle parole di mercoledì sera di Ben Bernanke, il quale non ha cambiato la sostanza dei contenuti già espressi nel meeting del FOMC del 19 Giugno, ma ne ha rimodulato la forma e il tono.

Se 20 giorni fa appariva infatti tracotante nell’affermare che la Federal Reserve era pronta a ridurre il piano di acquisto di asset al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese, fornendo come orizzonte temporale perfino la fine dell’anno e la prima metà del 2014, l’altroieri il Chairman dell’Istituto centrale americano si è mostrato molto più reticente circa questa possibilità e ha rincarato la dose di “dovishness” affermando che l’economia degli Stati Uniti necessita ancora di politiche monetarie altamente accomodanti nel prossimo futuro, escludendo di fatto l’ipotesi di innalzamento dei tassi di interesse anche a fronte di buoni miglioramenti dei fondamentali economici.

In un mercato dove la formazione dei prezzi avviene attraverso il meccanismo delle aspettative, oltre che dinamiche umane di reazioni emotive, tutto questo ha portato a clamorosi scossoni sulla gran parte degli strumenti finanziari in un momento peraltro di ridotta liquidità.

Il sell off ha infatti presentato un coefficiente di deviazione standard altissimo se rapportato agli ultimi cinque anni ed è stato il settimo più ingente in termini di portata percentuale dal 2008.

La situazione che ora si va a delineare è dunque di confusione e, appunto, incertezza.

I principali cambi valutari ieri lo hanno perfettamente dimostrato, con dinamiche di forti correzioni solo lievemente confermate al rialzo come nel caso di eurodollaro e cable, e ancora più marcatamente nei cambi che includono le cosiddette commodities currencies, mentre l’USD/JPY ha mostrato lateralità con progressivo restringimento dei prezzi così come l’oro che è tornato ad essere per così dire attendista.

Segni di tonicità sono stati mostrati solo dagli indici azionari americani che sono tornati nei pressi dei massimi storici, supportati ovviamente dai tantissimi dollari in circolazione e che resteranno nel sistema potendone così finanziare l’acquisto.

A livello di ragionamento complessivo continuiamo a ritenere, ad ogni modo, che la bullishness del dollaro potrà proseguire nell’ambito di un percorso di crescita relativamente lineare e sostenibile per gli Stati Uniti e di uno spread che va allargandosi in termine di aspettative sui tassi e sulle politiche monetarie delle diverse banche centrali.

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Spostandosi verso il punto di vista di maggiore interesse per noi e cioè quello di trading, va detto che le price action dei principali strumenti che seguiamo hanno dimostrato grande tecnicalità sebbene valga probabilmente la pena di non ricercare movimenti fortemente direzionali, limando per quanto possibile il rapporto Risk/Reward che deve comunque restare su un livello accettabile e assolutamente inferiore ad 1.

E’ di sostegno, inoltre, come già anticipato ieri, l’utilizzo delle correlazioni di mercato che si sono mostrate molto efficaci nel momento in cui si è creata già da tempo, e ieri ne si è avuta la conferma, una dicotomia col dollaro da una parte e tutte le altre valute, le Borse e l’oro dall’altra.

Dal punto di vista macro varrà la pena seguire la Produzione Industriale dell’Eurozona alle 11 e l’Indice di Fiducia del Michigan alle ore 15.55.

EUR/USD
Molto precisa la correzione del cambio, dopo i massimi relativi a 1,32, attraverso una conformazione a bandiera precisamente rotta al rialzo secondo la proiezione teorica della figura verso il target teorico a 1,3120. E’ ora in atto, anche se in termini proporzionalmente ridotti, una configurazione simile da poter sfruttare su verosimili approdi del prezzo in area 1,3070 con test di supporto statico e media mobile esponenziale a 21 periodi sul grafico orario, per ripartenze al rialzo verso l’1,3120 e possibilità di estensione a 1,3150. Resta invece 1,3020 il supporto più significativo, sul deciso cedimento dell’area suddetta.

USD/JPY
Resta il riferimento grafico del canale rialzista che considera la trendline crescente tracciata a partire dai minimi di metà giugno. Attorno a quest’area è andato conformandosi un triangolo che vede massimi in decrescita e perfettamente appoggiati sulla media mobile esponenziale a 21 periodi del grafico orario, e minimi crescenti che invece trovano riferimento nella trendline di supporto. Triangolo che si andrebbe a configurare in accezione ribassista, del quale naturalmente va atteso il cedimento della confluenza tecnica di livello dinamico appunto e del livello statico cruciale a 98,25. 97 sarebbe in questo caso l’ambizioso target. La tenuta dell’area e un’uscita del prezzo dal lato superiore del triangolo vedrebbero invece in 99.90 e 100,60 i maggiori punti di interesse.

EUR/JPY
Anche in questo caso resta il riferimento grafico del canale rialzista che perdura ormai dai minimi di metà giugno. La price action continua a restare confusa, con range dei prezzi che sta andando però restringendosi per la formazione di un triangolo che se rotto in area 129,10 porterebbe verso 128,40, e se rotto al rialzo dopo 129,90 condurrebbe invece verso il 130,50 e in estensione in area 131.

GBP/USD
La situazione tecnica del cable rimane estremamente simile a quella dell’eurodollaro, presentando anch’essa una nuova conformazione a flag dopo quella efficace e più ampia apprezzata nella giornata di ieri. La differenza si sostanzia nel posizionamento del livello statico e della media mobile esponenziale a 21 periodi sul grafico orario, qui più sfasati. Diventa comunque l’area nei pressi di 1,5150 quella propedeutica a nuovi rialzi sui primi incrementi di volatilità post-lateralità notturna. Target in questo caso in area 1,5220 con possibilità di estensione a 1,5245 e meno probabilisticamente a 1,53.

AUD/USD
I livelli dinamici sono stati estremamente precisi per quanto concerne questo cambio, con il canale discesista tracciato a partire dal 26 giugno che dopo essere stato rotto nella parte alta al rialzo nei giorni scorsi ha poi lavorato da supporto al prezzo sui tentativi di discesa in area 0,92. Il canale più piccolo al rialzo formatosi dai minimi crescenti a 0,9040 a partire dall’8 Luglio ha invece fornito l’ottica bullish per approdi in area 0,93. Da qui molto violenta si è rivelata la discesa del prezzo fino al test di 0,9120 su cui vi sono state poi nuove correzioni. Questo il punto da tenere in osservazione per break ribassisti verso 0,9080 e area 0,9040. Visione di break da condividere anche nel caso long, a partire da superamenti di 0,9190 verso 0,9240.

SPX500
Movimento ancora rialzista per l’indice di riferimento americano. Ci troviamo infatti nella parte alta del canale rialzista tracciato a partire dai minimi relativi del 24 Giugno. Ottimo per l’analisi il grafico orario che mostra la funzionalità delle media mobile a 21 periodi quale perfetto supporto dinamico, da sfruttare per ingressi long con obiettivi verso i massimi a 1.677 e 1.687. Un superamento al ribasso della media con lo sviluppo della divergenza ribassista con l’oscillatore stocastico farebbero invece guardare al 1.661.

Davide Marone Analyst DailyFX



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