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Morning adviser

Pubblicato 02.01.2013, 09:21
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

2013: si parte bene, fiscal cliff evitato

Si parte bene con questo 2013. L’accordo per evitare il Fiscal Cliff, che a guardare i prezzi di mercato ci sembrava scontato, è stato infine raggiunto e le aperture sui mercati hanno rispecchiato un rinnovato entusiasmo, che sarà probabilmente capace di far chiudere le borse in territorio positivo durante la prima seduta di questo nuovo anno e che ha visto, come vedremo tra poco, il dollaro venduto. Durante le prime ore del mattino (ora italiana) anche la Camera ha approvato il provvedimento sul quale era stato dato l’ok dal Senato e si è così evitato lo scatto automatico del tanto discusso tandem aumento delle tasse e tagli alla spesa pubblica, che avrebbe di fatto messo in ginocchio l’economia americana e non solo. Con 257 sì e 167 no l’America è dunque pronta a ripartire, concentrandosi su futuri accordi per ridurre il debito pubblico (su questo ci viene però da ridere, vista la struttura della Federal Reserve). Gli accordi raggiunti, decantati in stile campagna elettorale da Obama, che non ha preso l’occasione per ribadire di aver mantenuto la promessa di aver aumentato le tasse ai più ricchi, prevedono l’aumento dell’imposizione fiscale per chi mostra un reddito superiore ai 400.000 dollari all’anno e per le famiglie con più di 450.000 bucks (dal 35% al 39.6%), rimangono in atto gli sgravi fiscali sulla classe media, vengono prorogate le indennità di disoccupazione per l’intero anno e vengono previsti sgravi per le imprese che innoveranno. Questi alcuni dei punti principali di quella che diventerà legge prima dell’apertura di Wall Street, che probabilmente riuscirà a riportarsi su buoni livelli (considerando le difficoltà degli ultimi giorni dell’anno), sfruttando le vendite di dollaro americano, che come anticipato brevemente, sono state le protagoniste indiscusse di queste prime ore di mercato del nuovo anno.
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Abbiamo assistito a forti gap in apertura su tutti i cambi, tutti secondo le correlazioni classiche che abbiamo seguito per i primi mesi dell’anno passato, con l’eccezione del UsdJpy che ha visto un gap contro yen (ma qui sappiamo che la possibilità di assistere ad ulteriori indebolimenti della valuta giapponese per quanto isto negli scorsi articoli circa la deflazione è alta). Per il resto, il biglietto verde ha ricoperto il ruolo di valuta di finanziamento e guardando il DJ FXCM Dollar Index, ci siamo quasi riportati a quota 10,000 punti, dopo aver chiuso l’anno a 10,040. Seguiamo i mercati osservando soltanto le correlazioni, senza utilizzarle dal punto di vista operativo, non è ancora il momento, anche se il fatto che la reazione di fronte a una notizia così importante sia stata ancora dollaro-centrica, ci tranquillizza.

EUR/USD
Sull’EurUsd i livelli principali di attenzione continuano ad essere rappresentati da 1.3160 e 1.3300. I livelli trigger devono essere valutati sotto 1.3140 e sopra 1.3325, accadimento che a differenza di lunedì oggi può anche essere possibile, soprattutto durante il pomeriggio, quando anche la liquidità americana sarà messa sul tavolo. E’ possibile anche provare a lavorare in laterale, strategia che ha dato ottimi frutti fino ad ora, tenendo conto però che posizionare degli stop e reverse fuori dai punti indicati potrebbe rappresentare una buona idea. Se osserviamo infatti un grafico a 4 ore dell’euro notiamo una bella congestione che se rotta a rialzo potrebbe portare al raggiungimento anche di 1.3400.

USD/JPY
Ennesima riapertura post feste in gap negativo per lo yen giapponese, che già in serata di lunedì era riuscito a raggiungere i minimi sul dollaro, dopo aver rotto a rialzo i massimi statici precedenti passanti a 86.25 e completando la figura di bandiera rialzista individuata. Ci troviamo ora a dover seguire l’area di 86.50 come supporto (dato dalla combinazione di punti statici precedenti e della media a 21 oraria). In caso di sua rottura, crediamo che il mercato non riesca comunque a spingersi sotto 86.20 (media a 21 a 4 ore) e per quanto riguarda eventuali target rialzisti, sopra 87.50 abbiamo la possibilità di raggiungere 88 figura, anche se da un momento all’altro potrebbero partire correzioni di mercato. Stop in pari dunque, su ogni operazione che ci dovesse far vedere un P/L positivo (L’operatività sui pullback dei supporti di breve sembrerebbe la migliore per chi non ha ancora preso posizione, altrimenti il breakout di 87.50).

EUR/JPY
Il mancato superamento di 114.25 durante la giornata di lunedì ha evitato entrate long che avrebbero portato a ottimi risultati con i gap di questa mattina. Pazienza, come sappiamo il mercato si muove sempre e offrirà altre possibilità. Operativamente la situazione non è delle più facili da interpretare, per cui segniamoci i livelli di supporto a 114.65 (media a 21 oraria e massimi precedenti) ed aspettiamo eventuali avvicinamenti ad essi per valutare acquisti di euro. Come sul papà UsdJpy, i target sono di difficile valutazione ed in caso di superamento di 116.25 possiamo attenderci tentativi verso 117.00, ma anche qui lo stop in pari diventa doveroso, viste le possibilità di assistere a storni da un momento all’altro.

GBP/USD
Lo stop e reverse sulla sterlina nel momento in cui abbiamo oltrepassato a rialzo 1.6230 ha portato a buoni risultati, visti i livelli raggiunti dal cambio una volta portate via le resistenze sulle quali abbiamo valutato acquisti di dollaro americano, tra 1.6200 e 1.6220. Stiamo ora consolidando sopra 1.6300 ed un passaggio a rialzo di 1.6350 potrebbe portare il mercato oltre 64 figura. I livelli di supporto sono individuabili in 1.6235 e la vicinanza alle resistenze della notte offre una buona opportunità dal punto di vista del rischio/rendimento per provare a prendere delle correzioni di sterlina (per chi non fosse già long, nel qual caso uno stop in pari e l’attesa di eventuali rotture rialziste potrebbe essere una strategia vincente) da poter essere riacquistata prima dei supporti.

AUD/USD
Anche sull’australiano la mancata salita oltre 1.0425 ha evitato delle long che invece sarebbero state molto buone questa mattina. Poco male anche qui, dove l’area di resistenza passante intorno a 1.0410/15 è saltata definitivamente, divenendo ora un supporto di breve periodo. 1.0450 rappresenta un altro punto molto interessante da seguire, sul quale cominciare a valutare acquisti di australiano, che in caso di rottura rialzista di 1.0490 potrebbe provare a raggiungere area 1.0525.

XAU/USD
Dopo la tenuta molto buona delle resistenze lunedì, dove su un grafico orario la presenza di punti statici precedenti e dello stocastico (che ha girato molto bene a ribasso) ha suggerito tentativi di vendita, il mercato ha visto una riapertura in gap rialzista con il raggiungimento di area 1,680.00. Anche qui i dollari sono stati venduti e troviamo 1,685.00 e 1,670.00 come punti da seguire. 15 i dollari potenziali in caso di rottura di uno dei quei livelli.

CRUDE OIL
Partenza con il botto per il petrolio, sul quale abbiamo perso una buona occasione dato il mancato superamento di 91.60. La possibilità di raggiungere 93.50 ora esiste, livello dove potremmo assistere a correzioni (che non dovrebbero portare oltre a 92.30 in caso di realizzo) o dove potremmo vedere rotture definitive a rialzo con target a 94.30. Anche qui, in caso di long, stop in pari quando il mercato è dalla nostra parte in quanto è difficile valutare target dopo gap così importanti.

Colgo l’occasione per augurare un fantastico 2013 a tutti da parte di tutto il team di FXCM. Tanti auguri e… buon trading!

Matteo Paganini Senior Analyst FXCM









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Ultimi commenti

un'ulteriore dimostrazione che nonostante tutte le critiche, la politica monetaria e fiscale degli stati uniti è migliore della porcheria austero-patetico teutonica. Quando la capiranno i nostri politici di essere guidati da degli idioti?
Gli americani con tutte le loro divergenze all'interno, all'esterno si presentano come UN popolo, una politica, un Presidente. Gli europei (tedeschi+ francesi+italiani+.....) invece si presentano come un branco di ..... ognuno con i propri interessi, politica.... Per quanto improbabile fino a quando non esisterà uno stato denominato Europa, con UN presidente, una politica (per quanto complessa, ma all'esterno vista come una politica) non potrà mai avere un valore significativo nel mondo. Se una farfalla batte le ali a NY si scatena un uragano in europa. Per un uragano in europa a NY la farfalla non si degna nemmeno di sbattere le ali. La storia (finanziaria) degli ultimi anni ci insegna che se va male negli USA il conto lo paga l'europa, se va male in europa il conto ovviamente lo paga l'europa. Quindi mi sembra che i nostri politici non possono fare niente, se non applicare l'antica formula (Prima delle elezioni: - promettere sviluppo, posti di lavoro, meno tasse... Dopo le elezioni: - farsi rimborsare il piu possibile (dalle mie parti si dice anche rubare, ma non vorrei offendere qualcuno) e godersi poi il vitalizio...
Gli americani hanno i loro bei problemi. Non sono certo esenti da problemi di debito pubblico, disoccupazione, corruzione, lobby guerrafondaie. Semplicemente l'economia sembra seguire un andamento ciclico che si ripete in continuazione, a favore di pochi che non sono americani, europei, cinesi, ma semplicemente speculatori.
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