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Panoramica mercati del 8 novembre

Pubblicato 08.11.2012, 12:34
Aggiornato 09.03.2019, 14:30
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Se la giornata di ieri doveva rappresentare un giudizio dei mercati su Obama, il verdetto e’ negativo! A Milano l'indice Ftse Mib ha chiuso sui minimi di seduta con un tonfo del 2,65% ma perdita intorno al 2% anche sulle altre principali borse europee.

Wall Street chiude la sessione sui minimi. Il Dow Jones lascia sul campo il 2,36% mentre il Nasdaq arretra del 2,48%. Le vendite sono alimentate anche dall'andamento di Wall Street, che non beneficia affatto della vittoria di Barack Obama nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti.

Spread tra Btp e Bund a dieci anni sale dopo un avvio negativo e fa +2,15% a quota 352,96 punti base. Tasso BTP a 10 anni +0,65% al 4,92%. Tasso spagnolo a 10 anni +0,81% al 5,69%.

I dubbi dei mercati vengono principalmente dalle difficolta' che il rieletto presidente riscontrera’ nel suo nuovo mandato. Il primo problema sara’ quello per l’accordo per scongiurare i tagli automatici del fiscal cliff con la maggioranza democratica al Senato mentre i repubblicani mantengono il controllo della Camera.

Ed a far salire la tensione sui mercati ha contribuito l'agenzia di rating Fitch che ha indicato la possibilita' di declassamento del debito americano in caso di mancato accordo. Anche Moody's ha messo in guardia gli Usa, ribadendo che se il problema del deficit di bilancio non verrà affrontato la prima economia globale potrebbe essere oggetto di un declassamento di rating.

Nel corso della giornata erano stati pubblicati anche dati macro sull’Europa non del tutto confortanti: a Settembre la produzione industriale tedesca cala dell'1,2% mentre quella spagnola registra una contrazione addirittura dell’11,7%. Le vendite al dettaglio dell'Eurozona flettono dello 0,8% in linea con le attese degli analisti. La Commissione Ue ha tagliato le stime della Germania, prevedendo che il pil cresca quest'anno dello 0,8% quest'anno dal +1,7% previsto a maggio. Pesano anche i commenti del numero uno della Banca Centrale Europea.

Draghi ha riconosciuto che la crisi del debito ha travolto anche la Germania, dove "i tassi sui bund sono piu' bassi di quanto dovrebbero essere". Le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, sulla Germania suonano come un allarme per le borse europeedopo il riconoscimento che i dati macro suggeriscono che il rallentamento economico ha raggiunto anche la Germania che “è un'economia aperta e integrata e per questo motivo non sorprende che un rallentamento nel resto dell'Eurozona produca un impatto anche qui". Gli effetti finanziari in Germania sono lo specchio degli effetti nel resto dell'Eurozona. Per questo è importante anche per la Germania assicurare la stabilità dell'Eurozona, perché ne beneficerà anche lei".

Il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Rehn, ha affermato che la Commissione europea interverrà nel caso in cui Madrid dovesse chiedere aiuti. La Spagna continua a non avanzare alcuna richiesta e questo è un altro fattore che preoccupa i mercati. Sempre Rehn fa riferimento alle previsioni economiche che parlano di un "certo rallentamento nel risanamento dei conti pubblici". Il commissario precisa che la riduzione del debito Italia è troppo lenta, e il rapporto della Commissione Ue conferma che il rapporto debito/Pil salirà ancora, e che il tasso di disoccupazione potrà salire fino al 12%.

Si riunisce il consiglio della Bce che celebrerà il primo anno di Draghi alla guida della Bce per la decisione mensile sui tassi di interesse (ore 13,30). Secondo le previsioni degli economisti saranno ancora fermi i tassi al minimo storico ma la differenza la potrebbe fare, come ieri, il discorso di Draghi che avra’ inizio alle ore 14,30. Poco prima, ore 13, decisione sui tassi di interesse anche nel Regno Unito.

Dagli Usa, ore 14,30 dato sulle nuove richieste di disoccupazione. Sul fronte tecnico va monitorata la situazione del Usd che ha dato segnali di forza. Sull’EurUsd si sono confermati i ribassi preventivati ieri e l'euro e' sceso ai minimi di due mesi a quota $1,2750. Il prossimo target di ribasso si trova a 1.271. solo sopra 1.289 potrebbero arrivare segnali di rafforzamento. Bene il UsdJpy che sopra 80 puo’ tentare nuovi allunghi. Il mancato test di 1434 punti dell’indice S&P500 ed i cali registrati ieri confermano la debolezza sulla borsa Usa. Andra’ seguita la situazione del FtseMib che si avvicina ad un importante supporto posto a 15200 punti.

Arik Benado
Country Manager EZTrader Italia

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