Il rosso domina il primo mese del 2024 per la maggior parte delle principali classi di asset.
Le eccezioni al rialzo finora: titoli azionari USA, materie prime e titoli spazzatura. Altrimenti, prevalgono le perdite sull’anno in corso, in base a una serie di ETF fino alla chiusura di venerdì (26 gennaio).
Dopo il diffuso rally dell’anno scorso che ha fatto salire ogni categoria di mercato tranne le materie prime, gli spiriti animali stanno riprendendo fiato a gennaio.
I titoli azionari americani, ancora una volta, sono la principale eccezione al rialzo, con una svolta. Le materie prime sono al secondo posto come performance sull’anno in corso.
Il Vanguard Total Stock Market Index Fund ETF Shares (NYSE:VTI) segna +2,1% finora nel 2024, proseguendo l’impennata del 26,1% dell’anno scorso.
Finora, nel 2024, le azioni USA competono con le materie prime (GCC), con +1,7% sull’anno in corso.
I titoli spazzatura USA (JNK) si distanziano ma si piazzano al terzo posto, con un rialzo dello 0,3% finora quest’anno.
Il resto del campo registra perdite all’inizio del 2024.
Il maggiore sconfitto: le azioni immobiliari globali ex-USA tramite il Vanguard Global ex-U.S. Real Estate Index Fund ETF Shares (NASDAQ:VNQI), crollato del 4,7% dalla chiusura del 2023.
Il Global Market Index (GMI) prosegue il rally del 19,2% del 2023 con un rialzo dello 0,6% finora quest’anno.
Il GMI è un riferimento non gestito (mantenuto da CapitalSpectator.com) che comprende tutte le principali classi di asset (denaro escluso) in pesi basati sul valore di mercato tramite ETF e rappresenta un riferimento competitivo per i portafogli multi-asset-class.
Il balzo dei prezzi delle materie prime a gennaio è in linea con alcune previsioni che vedono questa fetta delle principali classi di asset riprendersi dopo il calo dello scorso anno.
Il previsto catalizzatore: una “super stretta” trainata dalle interruzioni delle forniture e dai pochi investimenti su nuova capacità di produzione, secondo un analista.
“Da un po’ di tempo descriviamo il mercato globale delle materie prime come in una “super stretta””, afferma Paul Bloxham, capo economista della HSBC (LON:HSBA).
Il fenomeno viene definito come un aumento dei prezzi dovuto soprattutto a limitazioni delle forniture piuttosto che alla crescita della domanda, spiega.
“Se è una limitazione delle forniture a far salire i prezzi delle materie prime, è una storia diversa per la crescita globale”, aggiunge.
In un’intervista alla CNBC la scorsa settimana, Bloxham ha spiegato che i prezzi più alti causati da una super stretta “non sono positivi” rispetto alla crescita trainata dalla domanda.