Buongiorno a tutti.
Siamo effettivamente sicuri che i mercati azionari da lunedì 5 dicembre abbiamo perso oltre 4 punti percentuali a causa dei dati sull’ISM e sul mercato del lavoro migliori del previsto?
In questi ultimi due giorni il mio “mini portafoglio di breve periodo” ha sofferto a causa delle due sedute negative che potete osservare all’interno della grafica dove viene mostrato, a livello giornaliero, il Nasdaq.
Spesso, per proteggermi da determinati ribassi, tendo ad operare a livello intraday (su grafici orari) su alcune coppie forex in maniera da attutire il colpo; quella che più si adattava alle mie esigenze era il cambio USDJPY. Il motivo? Esso è molto correlato allo scenario economico che stiamo attraversando, infatti:
· È correlato inversamente al future federal fund scadenza febbraio 2023 (che replica ciò che sconta il mercato in termini di tassi per la riunione del FOMC di febbraio del prossimo anno):
Se il mercato sconta una FED più aggressiva, il future scende verso il basso e il cambio tende ad apprezzarsi (in quanto una FED più “hawkish” rafforza il US Dollar);
· È correlato positivamente al rendimento a due anni americano (una FED più aggressiva influenza particolarmente il rendimento a 2 anni, facendolo apprezzare e, per la correlazione vista nella grafica precedente, influenza in positivo il dollaro)
· È correlato inversamente al Nasdaq vista la grande influenza di Powell e della sua giunta sul benchmark azionario
Viste le correlazioni e visto che si è parlato del ribasso del Nasdaq come conseguenza di dati macroeconomici positivi, mi sarei aspettato di vedere, a livello orario, un grafico ribassista sul Federal Fund (a testimoniare effettivamente una FED più aggressiva) e, per lo stesso motivo, un rendimento a due anni rialzista; questo non è accaduto, infatti:
Da lunedì 5 il Nasdaq ha registrato dei ribassi, ma non influenzato da aspettative di politica monetaria più aggressiva, e questo è ben evidenziato dal fatto che il rendimento a 2 anni e il Federal fund siano stati, rispettivamente, ribassista e rialzista; il dollaro è invece andato ad apprezzarsi fungendo da bene rifugio.
È vero che, in timeframe così bassi, “due giornate non fanno primavera”, ma è anche doveroso sottolineare come il mercato azionario non sia stato spinto verso il basso da una prospettiva di tassi più alti e duraturi nel tempo.
Perché allora?
Vedremo come si evolverà questo scenario il fine settimana poi proveremo a saltare a diverse conclusioni.
Buona giornata!