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Titolo TREVI: schiacciato sotto il peso delle vendite

Pubblicato 06.10.2017, 15:38
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Precipita nel vuoto il titolo Trevi Finanziaria (MI:TFI) che fa registrare nuovi minimi annuali (ultimi 13 anni) a 0.5800 euro ed entra così di diritto nella lista dei peggiori titoli (degli ultimi tre anni e non solo) grazie alla imbarazzante performance di -86% (-97% circa in 10 anni).

Il mese scorso (21 settembre) il titolo era stato protagonista di un vistoso rialzo grazie a nuove e importanti commesse negli Stati Uniti, in Medio Oriente e in Africa occidentale per un valore complessivo di circa 75 milioni di dollari.

Purtroppo è stato uno dei tanti fuochi di paglia e ciò, a pochi giorni dalla semestrale, non faceva presagire un buono scenario, infatti con la pubblicazione dei dati semestrali, il titolo è arrivato a perdere circa 20 punti percentuali.

Come già accennato in precedenza (vedi artic. pub. il 24 agosto) “la violazione di quota 0.7000 euro avrebbe spinto i corsi fino in area 0.6400 euro (2° target area 0.5800 euro). La violazione di 0.5800 in chiusura, potrebbe spingere il titolo fino al successivo target in area 0.5400 euro (il prezzo min. storico è in area 0.4200).

Le prime indicazioni di forza giungerebbero a seguito del superamento di quota 0.8000 (in chiusura e con tenuta settimanale), ma soprattutto in caso di vittoria oltre 1.0 euro dal quale potrebbe partire l’inversione di tendenza”.

Le incertezze sono prevalentemente legate alla effettiva sottoscrizione dell’accordo di “standstill” in corso di definizione nonché all’effettiva operatività delle linee di credito in conformità alle previsioni dello stesso e ai fabbisogni della Società e del Gruppo, con particolare riferimento alle linee di credito “per firma; alla positiva conclusione delle negoziazioni volte a recepire i contenuti di una possibile manovra finanziaria entro tempi ragionevolmente brevi (auspicabilmente già entro la conclusione del corrente esercizio), che preveda il riscadenziamento del debito nei confronti degli istituti di credito coerente con il piano, nonché al mantenimento delle linee di credito esistenti; al mancato esercizio, da parte degli obbligazionisti, dei rimedi previsti dal regolamento del prestito obbligazionario in conseguenza dell’attuale situazione nonché della prospettata manovra finanziaria e dei risultati del corrente esercizio; alla realizzazione degli obiettivi previsti nelle linee guida di piano ed alla riorganizzazione industriale.

Le attuali condizioni dei mercati in cui opera il Gruppo Trevi, con particolare riferimento al settore Oil&Gas, associate alla complessa situazione del Gruppo, hanno richiesto alla direzione della Società di svolgere valutazioni particolarmente accurate in merito al presupposto della continuità aziendale. Kepler C. la corsa settimana ha ridotto da 0.70 a 0.65 euro il target price di Trevi con rating Reduce; mentre Bca Akros ha ridotto il rating a Neutral.

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Il primo semestre si chiude con risultati sensibilmente al di sotto delle aspettative principalmente a causa del perdurare della difficile situazione del mercato dell’Energia, della scarsità degli investimenti e della cancellazione di un’importante commessa prevista per questo periodo nel settore Oil&Gas.

Il Gruppo ha quindi individuato azioni concrete per la riduzione dei costi associati alle divisioni operative e per contenere l’esposizione ai cicli caratteristici dell’industria. Il settore dell’ingegneria delle fondazioni mantiene un’importante quota di mercato, ma evidenzia una marginalità in contrazione influenzata, oltre che dalla riduzione dei volumi, anche da scelte strategiche operate per ottenere benefici e recuperi nei prossimi anni. Sul risultato incidono anche importanti svalutazioni prudenziali, che hanno però un effetto one-off e non hanno influenza sulla cassa.

Inoltre il gruppo resta fiducioso, sulla sottoscrizione a breve dell’accordo di standstill e della conseguente disponibilità da parte degli istituti stessi a valutare le proposte della società per l’individuazione di una manovra finanziaria che preveda una ridefinizione dell’attuale indebitamento finanziario del Gruppo secondo termini coerenti con il nuovo piano industriale.

I Ricavi consolidati sono pari a 460.8mln di Euro (519.3 milioni di Euro nel primo semestre 2016) e registrano un calo pari a 58.4mln di Euro (-11,2%), riconducibile principalmente al Settore Oil&Gas (-49.3mln di Euro il decremento totale dei ricavi del Settore Oil&Gas rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente), che risente del perdurante trend negativo del settore a livello mondiale, che influisce sull’acquisizione di nuovi ordini, nonché del mancato avanzamento a seguito della cancellazione della commessa con il cliente YPFB, per la fornitura di tre impianti di perforazione in Bolivia.

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L’EBITDA è pari a -18.8mln di Euro, in calo di 81.2mln di Euro rispetto ai 62.3 milioni di Euro del primo semestre 2016. Tale calo è sostanzialmente attribuibile alla suddetta riduzione dei volumi, unitamente ad un differente mix delle commesse lavorate nel periodo, principalmente nel settore fondazioni, e dei macchinari per fondazioni speciali venduti rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente, nonché ad accantonamenti effettuati nel periodo al fondo obsolescenza rimanenze per circa 18mln di Euro principalmente riconducibili alla divisione Drillmec.

L’EBIT, per effetto analogo a quanto descritto per l’EBITDA, risulta pari a -75.1mln di Euro in riduzione di 100.6mln di Euro rispetto ai 25.6mln di Euro relativi allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale contrazione, oltre ad essere conseguenza dei fenomeni sopra esposti, è anche riconducibile ad accantonamenti al fondo svalutazione crediti per circa 10.7mln di Euro e alla svalutazione parziale di costi di sviluppo capitalizzati nella divisione Drillmec a seguito delle risultanze del test di Impairment per circa 12mln di Euro.

Il Risultato Netto di pertinenza del Gruppo al 30 giugno 2017 è di -118.3mln di Euro (-23.6 milioni di Euro al 30 giugno 2016 in riduzione di 94.8mln di Euro). Tale risultato, oltre agli eventi sopra esposti, è influenzato anche dalla svalutazione delle imposte differite attive (derivanti da perdite fiscali e da variazioni temporanee) per circa 12mln di Euro a seguito delle valutazioni di recuperabilità delle stesse effettuate al 30 giugno 2017.

La Posizione Finanziaria Netta al 30 giugno 2017 si attesta a -565.9mln di Euro (-440.9mln di Euro al 31 dicembre 2016) in peggioramento di -125mln di Euro rispetto a fine 2016, riconducibile prevalentemente al settore Oil&Gas e al minore volume di cessioni pro-soluto effettuate rispetto a fine 2016.

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Inoltre si ricorda che l’esercizio 2016 ha beneficiato del significato incasso dell’anticipo relativo alla commessa Mosul.

Si segnala che al 30 giugno 2017, la maggior parte dei debiti verso banche è stata riclassificata a breve termine, in quanto il Gruppo ha proposto agli istituti di credito la sottoscrizione di un accordo di standstill, volto a consentire al Gruppo di concentrare la propria attenzione sullo sviluppo del proprio piano industriale e sulla gestione del processo di riorganizzazione del settore Oil&Gas a fronte del quale sta operando in un regime di standstill “de facto” rispetto agli importi in linea capitale in scadenza durante il periodo nelle more della definizione di un percorso condiviso con gli istituti di credito finanziatori.

Il Patrimonio Netto Totale si attesta a 332.2mln di Euro (482.7mln di Euro al 31 dicembre 2016).

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