Gentili lettori di Investing.com,
è stata una settimana estremamente interessante nonchè densa di eventi politici ed economici rilevanti, quella appena trascorsa.
Indubbiamente, l'intervento militare americano in Siria e la preparazione di un intervento in Corea del Nord , oltre ad aver determinato un'inattesa frizione con la Russia (seppur anche il Governo cinese pare non abbia gradito come emerso da dichiarazioni ufficiali), ha in qualche modo sancito un cambio di rotta da parte del presidente Trump e del suo motto "AMERICA FIRST" vale a dire di far prevalere l'interesse economico del proprio Paese perdendo di conseguenza l'etichetta di "poliziotto del mondo".
Da valutare, tuttavia, vista la concomitanza dell'intervento militare in Siria e dell'incontro Trump-Xi Jinping se "realmente" Russia e Cina non fossero al corrente dell'operazione e, pertanto, se le reazioni di condanna, non siano prevalentemente di "circostanza e facciata".
Sul fronte economico, da segnalare il brusco calo del numero di nuovi posti di lavoro creati negli USA nel mese di Marzo (98.000 vs attese di 180.000) nonostante il tasso di disoccupazione abbia raggiunto il livello minimo dal 2007 (4,5% vs attese di 4,7%).
Si sarà trattato di un calo occupazionale dettato dalle avverse condizioni climatiche che hanno riguardato gran parte degli Stati Uniti il mese scorso o sarà un segnale di scricchiolio della crescita economica?
Per ciò che attiene la politica monetaria internazionale, i seguenti elementi emersi in settimana sono stati indiscutibilmente degni di menzione e meritevoli di riflessione:
- La Federal Reserve sta valutando concretamente verso la fine del 2017 la graduale riduzione del proprio bilancio (pari attualmente a circa 4.000 miliardi di dollari quando nel 2007 era pari a poco più di 1.000 miliardi di USD), dovuto ai programmi di Quantitative Easing posti in atto dal 2009 al 2014; una vendita sul mercato, seppur graduale, dell'enorme quantità di titoli di stato e di cartolarizzazioni di prestiti e mutui (MBS e RMBS) avrebbe un effetto equivalente ad un rialzo dei tassi di interesse domestici.
- Mario Draghi ha reiterato la volontà di mantenere i tassi d'interesse ed il programma di Quantitative Easing in allo stato attuale almeno sino a fine 2017, allontanando pertanto (definitivamente) le speculazioni circa un imminente cambio di rotta.
La settimana dal 10 al 14 Aprile, sarà caratterizzata dall'avvio della EARNING SEASON americana che, mai come prima, avrà un ruolo fondamentale nel guidare la "direzione" dei mercati nei prossimi mesi.
I colossi di Wall Street (i primi a pubblicare i risultati economici e reddituali del primo trimestre 2017 saranno CITIGROUP, JP MORGAN e WELLS FARGO giovedì 13/4) dovranno soddisfare attese di incremento degli utili crescenti dato il contesto economico business friendly che l'amministrazione Trump vuole favorire, ma le valutazioni azionarie dei titoli americani, appaiono già molto elevate.
Sicuramente le evoluzioni in tema di azioni militari in Siria ed in Corea del Nord avranno un ruolo chiave nel, eventualmente, ridurre la propensione al rischio degli investitori; per ora, la turbolenza da queste generate è stata pressochè nulla.
Sul fronte macroeconomico, da segnalare la divulgazione dei dati definitivi di Marzo sul tasso di inflazione in Gran Bretagna, Cina, Eurozona e USA, oltre all'andamento dell'import/export cinese (giovedì 13/4) e sulle vendite al dettaglio americane (venerdì 14/4).
IL MERCATO AZIONARIO
La scorsa settimana ha visto i principali mercati azionari in fase di consolidamento (ossia sostanzialmente poco mossi) ad eccezione degli indici giapponesi (Nikkei 225 e Topix) in calo di un punto e mezzo percentuale e, soprattutto, negativi da inizio 2017 del 2,5%, soffrendo più di tutti, data la prossimità geografica, le continue ed estemporanee minacce di attacchi missilistici da parte della Corea del Nord.
Non sembra, almeno per ora, prevalere il senso di prudenza da parte degli investitori che ormai non reagiscono agli attacchi terroristici e, prima di vendere gli assets rischiosi (fly to quality) attendono il verificarsi di un evento negativo di grandi proporzioni, quale potrebbe essere un'escalation delle tensioni geopolitiche che coinvolgano direttamente USA-RUSSIA-CINA.
VALUTE E COMMODITIES
Sul fronte valutario da segnalare la resilienza della sterlina britannica (GBP) nonostante l'avvio dell'iter di uscita dall'UE e soprattutto l'enorme posizione di forza di Bruxelles nel dettare le condizioni relative agli accordi commerciali. Tuttavia, più che un sostanziale incremento degli acquisti di sterline, il recente apprezzamento sembra dovuto ad una riduzione delle "posizioni speculative ribassiste" e dal rischio che un balzo dell'inflazione, possa indurre la Banca d'Inghilterra a rialzare il costo del denaro.
Da inizio anno prosegue incessante il rafforzamento dello YEN giapponese sulle principali controparti valutarie (circa +5% rispetto l'USD e +4,30% rispetto all'EUR) data la veste indiscussa di valuta rifugio in caso di tensioni internazionali e di avversione al rischio.
Per quanto attiene le materie prime, prosegue la ripresa delle quotazioni del petrolio, questa settimana sostenute dal rischio che un intervento militare di vasta portata determini un rallentamento della produzione e ne aumenti il fabbisogno.
Preziosi sull'altalena; dapprima in rafforzamento per poi cedere nelle ultime ore di contrattazione nella giornata di venerdì 7 Aprile, quando, seppur senza fornire alcun dettaglio, Trump ha comunicato di aver sensibilmente ridotto le fonti di tensione con la Cina definendo l'incontro con Xi Jinping decisamente costruttivo.
IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO
I toni estremamente cauti adottati dalla FED (e resi noti dai minutes ossia dal resoconto della riunione del 15/3) e soprattutto da Mario Draghi in uno dei rari interventi pubblici, circa le aspettative che l'inflazione (bassa) essendo un problema risolto, dia slancio ad una stretta monetaria (rialzo dei tassi e riduzione degli stimoli) ha favorito un ulteriore calo dei rendimenti. Da monitorare (in senso di ulteriore riduzione di questi ultimi) l'evoluzione delle tensioni geopolitiche internazionali.