L'apertura dell'ultima sessione operativa settimanale sembrava voler guidare una giornata all'insegna del risk-off. In primis perché la società farmaceutica americana Gilead Sciences (NASDAQ:GILD) ha dichiarato il fallimento dei test sull'eventuale vaccino contro il COVID-19.
Notizia che ieri sera, improvvisamente, trascinava l'azionario USA al ribasso e evidenziava uno spostamento della liquidità verso asset rifugio. La seconda notizia di giornata è relativa alla delusione proveniente dall'ultima riunione dell'Eurogruppo: ancora una volta non ha avuto la capacità di concordare un pacchetto di misure condivise da tutti i 27 paesi Paesi membri. A questo punto, nonostante tanti proclami, la costante opposizione di alcuni Stati alla proposta di una mutualizzazione del debito potrebbe far naufragare una delle poche misure di cui ci sarebbe realmente necessità.
Si potrebbero fare tantissimi discorsi, fatto sta che non è stata presa alcuna decisione decisiva e la crisi economica è sempre più pesante. I futures azionari stanno cercando di guadagnare il terreno perduto e in questo momento sono tornati in territorio leggermente positivo, ma i rendimenti obbligazionari sono in discesa e il dollaro sembra voler riguadagnare quota.
Se a tutto ciò aggiungiamo le nuove tensioni tra Stati Uniti e Iran sull'attività navale nel Golfo Persico, è evidente che le fiammate di volatilità potrebbero essere ancora dietro l'angolo. Fiammate in qualche modo mitigate da un petrolio in ripresa, ma il rimbalzo potrà durare? Diciamo che non cambiando, al momento, le condizioni a contorno una ripresa petrolifera sostenibile sembra ancora lontana.
Passando al calendario macro economico l'IFO tedesco ha evidenziato cali più corposi di quanto si prevedesse, ma occhio al pomeriggio perché avremo inizialmente gli ordini di beni durevoli (esclusi trasporti) statunitensi (ore 14:30) che dovrebbero subire un netto calo del -5,8% a marzo. Poi alle ore 16 verrà rilasciata la lettura finale del sentiment dei consumatori secondo l'università del Michigan: dovrebbe scendere, rispetto al preliminare, a 68,0 (la lettura flash era stata pari a 71,0) e si tratterebbe della lettura più bassa dal 2011.