Comprare il titolo di un distributore di generi alimentari non ha molto senso. Si tratta di una noiosa attività a basso margine che non offre succosi ritorni agli azionisti.
Né, si potrebbe pensare, ai grossi distributori. Ma, dall’avvento dell’e-commerce, alcune delle più grandi catene tradizionali al mondo stanno cercando di reinventarsi con una forte presenza sia fisica che online. Per creare più valore per i clienti, nonché far fronte in modo efficace alla potenza dei distributori online, qualsiasi negozio online che voglia dirsi davvero competitivo deve offrire l’accesso a beni di consumo come i generi alimentari.
Il più grande distributore al mondo, Walmart (NYSE:WMT), si trova in testa in questa corsa, cercando di copiare il colosso dell’e-commerce Amazon (NASDAQ:NASDAQ:AMZN) e diventare una potenza nella tecnologia e nei media, per raggiungere gli acquirenti più giovani.
Grafico a 1 anno Walmart
Ieri, il distributore con sede a Bentonville, Arkansas, ha lanciato un nuovo programma di abbonamento, chiamato Walmart+, che offre consegne gratuite illimitate dai punti vendita, comprese quelle di generi alimentari. Il programma costa 98 dollari all’anno, meno dei 119 dollari dell’abbonamento annuale Amazon Prime. Il servizio, che comprende opzioni di consegna rapide come quelle in giornata, aiuterà la compagnia a mantenere il suo predominio nel settore alimentare.
Tramite questo abbonamento, Walmart sta cercando di attirare milioni di nuovi clienti che usano i canali di e-commerce per fare spese durante la pandemia. Walmart possiede un chiaro vantaggio per rafforzare la sua posizione di mercato, grazie ai suoi prodotti alimentari a basso costo ed all’enorme rete di 4.700 negozi fisici.
Secondo Bloomberg, che cita un sondaggio degli analisti di Credit Suisse e di Numerator, 5 milioni di clienti potrebbero iscriversi a Walmart+ sin da subito. Il potenziale pubblico del servizio potrebbe arrivare a ben 20 milioni di persone, si legge nell’articolo. Il programma Amazon Prime, invece, conta oltre 118 milioni di membri negli USA, secondo Consumer Intelligence Research Partners.
Nuove aree di crescita
Con il lancio del piano di abbonamento annuale, Walmart entra in nuove aree dell’economia digitale. Nel 2018 ha stretto una collaborazione con la compagnia israeliana di produzione video Eko (e ne ha comprato una quota), che ha sviluppato prodotti come cataloghi interattivi di giocattoli per Walmart.
Ultimamente, ha siglato una collaborazione con Microsoft (NASDAQ:NASDAQ:MSFT) per acquisire le operazioni statunitensi di TikTok, un’app di video e musica cinese che ha oltre 100 milioni di iscritti negli USA. Sebbene la sua offerta non abbia avuto successo dopo che Oracle (NYSE:ORCL) è emerso come possibile vincitore dell’accordo se dovesse essere approvato sia dal governo statunitense che da quello cinese, Walmart resta interessata a rendere TikTok un investimento, insieme ad un gruppo di altri investitori.
Una possibile partnership con TikTok potrebbe alimentare la crescita sul mercato di terze parti di Walmart e della divisione inserzionistica, elementi che generano margini di profitto decisamente maggiori rispetto a vendere Coca Cola (NYSE:KO) e Cheerios.
“TikTok consentirebbe a Walmart di avere accesso ad un grande, giovane e fedele gruppo di utenti bramato dalle agenzie inserzionistiche e dai loro clienti blue-chip, che potrebbero trasferire parte dei loro budget da Google (NASDAQ:NASDAQ:GOOGL), Facebook (NASDAQ:NASDAQ:FB) ed Amazon alla divisione media interna di Walmart”, si legge in un’analisi di Bloomberg.
Questa trasformazione digitale arriva in un momento in cui il distributore si trova in ottima forma dal punto di vista finanziario. La divisione di e-commerce della compagnia è quasi raddoppiata nel secondo trimestre, con i ricavi quasi raddoppiati dall’anno scorso. Le vendite USA annue su base comparabile, presso negozi o canali digitali in attività per almeno 12 mesi, sono schizzate del 9,3% nel trimestre terminato il 31 luglio.
Si tratta del secondo trimestre consecutivo di crescita forte e rappresenta una prova del fatto che il più grande distributore al mondo sta conquistando partecipazione di mercato in alcune categorie, mentre molti distributori chiudono i negozi o dichiarano bancarotta per le difficoltà legate al coronavirus.
Morale della favola
Per alcuni investitori, il titolo di Walmart è diventato costoso. È scambiato ad un multiplo P/E forward di circa 27, dopo lo straordinario rally degli ultimi sei mesi.
Ma questa preoccupazione, secondo noi, non tiene conto del fatto che il distributore non è la stessa compagnia di cinque anni fa. Con lo slancio nell’e-commerce e la solida attività dei punti vendita fisici, crediamo che il titolo di Walmart abbia ancora spazio per salire, soprattutto considerato che continua a provare nuove cose per attirare un pubblico più giovane e rendere la sua esperienza online più soddisfacente per i clienti.