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Con le vendite sotto pressione, quanto è sicuro il dividendo di IBM?

Pubblicato 03.06.2020, 16:56
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Al momento, International Business Machines (NYSE:IBM) (NYSE:IBM) fa notizia per i motivi sbagliati. Il colosso dei software e dei servizi sta tagliando migliaia di posti di lavoro, faticando a restare competitivo in un contesto in cui le compagnie tech più nuove dominano il mercato. Aspetto altrettanto preoccupante, il suo piano di inversione di rotta è in subbuglio dopo che la pandemia di COVID-19 ha colpito l’economia globale.

In base alle ultime notizie, IBM starebbe effettuando dei licenziamenti di massa. Manca la conferma ufficiale, ma la compagnia con sede ad Armonk, New York, avrebbe licenziato 20.000 dipendenti nell’ultimo round di ristrutturazione. Potrebbe trattarsi della più grossa riduzione del personale di IBM in un decennio.

IBM Weekly 2017-2020

Grafico settimanale IBM 2017-2020

Con questi sviluppi negativi, il titolo di IBM è rimasto indietro rispetto ai rivali nella ripresa di mercato cominciata dopo il tonfo di marzo. Il titolo di questo storico colosso del tech, che ha dominato i primi decenni dell’informatica con invenzioni come il mainframe ed i floppy disk, ha chiuso la seduta di ieri a 126 dollari, con un crollo di circa il 26% dal massimo di febbraio.

La principale preoccupazione degli investitori su IBM è capire se la Big Blue sarà in grado di salvare il suo dividendo solido come una roccia, che rende ben il 5,22% e garantisce agli azionisti un payout annuo di 6,52 dollari. Ma, con il coronavirus che sconvolge l’economia globale, il dividendo potrebbe andare sotto pressione tra i maggiori clienti della compagnia che riducono gli investimenti sull’IT e la concorrenza in aumento.

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Nell’ultimo report sugli utili, il colosso del tech ha dipinto un quadro cupo. Ha registrato vendite del primo trimestre minori, ha ritirato le previsioni sugli utili annui per via dell’incertezza dovuta alla pandemia e gli oneri di ristrutturazione sono stati alti, tutti aspetti che hanno messo in luce le difficoltà che si ritrova davanti il nuovo amministratore delegato Arvind Krishna nel tentativo di riaccendere la crescita.

“Per i prossimi mesi, dovremo concentrarci sulla stabilità degli affari ed assicurarci di preservare la liquidità ed il bilancio”, ha spiegato Krishna durante una conference call, secondo quanto riporta Bloomberg. In futuro, ha detto, l’attenzione si focalizzerà sul cloud ibrido e sull’IA, con l’informatica quantistica “all’orizzonte”.

L’impatto del coronavirus molto probabilmente peserà sugli utili in modo più sostanziale nel secondo e nel terzo trimestre, con i maggiori clienti di IBM che rinviano gli acquisti di nuovi mainframe e software. Messi in conto questi aspetti nell’attuale valutazione del titolo, pensiamo che IBM costituisca ancora una scommessa sicura per gli investitori da reddito che hanno una visione a lungo termine sul piano di inversione di rotta della compagnia.

Flusso di entrate ricorrenti

Tanto per cominciare, non ci aspettiamo un forte impatto sul flusso di entrate ricorrenti della compagnia, che consiste soprattutto in servizi finanziari, telecomunicazioni e settore pubblico. Queste aree dell’economia sono perlopiù rimaste immuni all’impatto delle serrate e dei confinamenti ed aiuteranno IBM a superare il downturn.

“Il nostro flusso di entrate ricorrenti, la continua espansione dei margini di profitto lordi ed il forte bilancio e la posizione di liquidità restano elementi stabilizzanti in un contesto operativo senza precedenti”, ha affermato James Kavanaugh, direttore finanziario di IBM nell’ultima dichiarazione sugli utili.

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“Abbiamo adottato interventi nella nostra azienda per fornire la necessaria flessibilità ed efficienza operativa per il contesto attuale”.

La nuova struttura di gestione di IBM, in seguito all’uscita di scena di Ginni Rometty dal ruolo di amministratore delegato ad aprile, ha migliorato le prospettive per la crescita a lungo termine della compagnia, dopo molti anni di vendite in calo.

Il suo successore, Krishna, guidava la divisione cloud e software cognitivo. Jim Whitehurst, che era amministratore delegato di Red Hat, il colosso dei software opensource acquisito da IBM per circa 34 miliardi di dollari lo scorso anno, è stato nominato presidente della compagnia.

Rometty lo scorso anno aveva capeggiato l’acquisizione di Red Hat, scommettendo sulla tecnologia cloud ibrida per far invertire la rotta alle vendite in calo. L’acquisizione aggiunge un’attività relativamente ad alto margine alla gamma di offerte di IBM.

Le vendite di Red Hat sono rimbalzate del 18% nel primo trimestre, grazie all’accelerazione del passaggio al lavoro in remoto, all’automazione ed alla modernizzazione delle applicazioni. Nel complesso, le entrate dal cloud computing, diffuso su numerose divisioni, sono salite del 19%, ha affermato IBM, raggiungendo i 5,4 miliardi di dollari.

Morale della favola

Per quanto riguarda la crescita, nell’ultimo decennio IBM ha sicuramente deluso i suoi investitori. Ma, dopo l’acquisizione di Red Hat e con una nuova gestione al comando, ci aspettiamo che IBM torni sulla strada della crescita una volta finita la pandemia.

Il solido bilancio, il debito gestibile ed i flussi di cassa ricorrenti rendono il dividendo della compagnia una scommessa relativamente sicura per gli investitori interessati alle entrate.

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Mah, in quel settore se perdi un anno sei fuori mercato. Vedremo se sapranno essere innovativi e profittevoli, non sarà facile vista la concorrenza.
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