Investing.com - Il prezzo del greggio scende questo venerdì, i trader sono cauti per la possibilità di un’interruzione delle forniture causata dall’arrivo della tempesta tropicale Nate, anche se le indicazioni che il mercato si sta gradualmente riequilibrando continuano a supportare la materia prima.
Il contratto del greggio West Texas Intermediate con consegna a novembre scende di 21 centesimi, o dello 0,45%, a 50,56 dollari al barile alle 3:35 ET (07:35 GMT).
Intanto, il greggio Brent con consegna a novembre sull’ICE Futures Exchange di Londra è in calo di 16 centesimi, o dello 0,30%, a 56,84 dollari al barile.
Il prezzo è sceso con i trader che tengono d’occhio la tempesta tropicale Nate diretta verso il Golfo del Messico, che potrebbe diventare un uragano entro il fine settimana.
BP (LON:BP) e Chevron (NYSE:CVX) hanno previsto per oggi l’interruzione della produzione in tutte le piattaforme del Golfo, mentre Royal Dutch Shell (LON:RDSa) e Anadarko Petroleum (NYSE:APC) hanno sospeso alcune delle attività nella zona.
Tuttavia, la materia prima continua ad essere incoraggiata dalla prospettiva di una proroga dei tagli alla produzione da parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio.
Mercoledì, il Presidente russo Vladimir Putin, ha dichiarato che l’impegno dell’OPEC e degli altri produttori, compresa la Russia, di tagliare la produzione per supportare il prezzo potrebbe essere esteso fino alla fine del 2018, anziché fino al marzo del 2018.
Ieri, il re Salman dell’Arabia Saudita ha incontrato Putin a Mosca. Sebbene non abbia preso un chiaro impegno per la proroga dell’accordo tra OPEC, Russia e gli altri produttori per la riduzione della produzione, Salman ha affermato che il suo paese è “flessibile” per quanto riguarda l’idea di estendere il patto fino alla fine del 2018.
Il prezzo è stato supportato nelle ultime settimane nell’ottimismo che il mercato del greggio stia tornando in equilibrio, con i dati che mostrano un forte rispetto dell’accordo sui tagli alla produzione da parte dei principali produttori.
A maggio, l’OPEC e i membri non OPEC con a capo la Russia hanno deciso di prorogare i tagli alla produzione da 1,8 milioni di barili al giorno per nove mesi fino al marzo 2018, nel tentativo di ridurre le scorte di greggio globali e di supportare il prezzo della materia prima.
Intanto, i future della benzina sono stabili a 1,622 dollari al gallone, mentre i future del gas naturale scendono dello 0,44% a 2,910 dollari per milione di BTU.