ROMA (Reuters) - La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, non esclude la presenza di tecnici nel prossimo esecutivo che dovrebbe essere chiamata a guidare entro la fine del mese.
Secondo fonti di FdI, durante la riunione dell'esecutivo del partito la premier in pectore ha dichiarato che, vista la gravità della situazione, al governo serviranno persone competenti. Se le migliori competenze si dovessero trovare fuori dai partiti, è il ragionamento di Meloni, questo non dovrà essere un ostacolo.
Meloni sta trattando la formazione del governo con gli alleati di centrodestra, Lega e Forza Italia, che Fratelli d'Italia ha condotto alla vittoria alle elezioni del 25 settembre.
L'attenzione è concentrata in particolare sul ruolo di ministro dell'Economia. Tra i nomi più citati ci sono quello del membro del board Bce, Fabio Panetta, e del vicepresidente di Morgan Stanley (NYSE:MS), Domenico Siniscalco, che ha già guidato il dicastero di Via XX settembre 18 anni fa.
Secondo fonti politiche però, Panetta non sarebbe interessato all'incarico, mentre Siniscalco non sarebbe stato contattato da Meloni. Anche il ministro uscente Daniele Franco, un altro tecnico, avrebbe escluso la propria riconferma in un nuovo governo.
Meloni ha ricordato come quella attuale sia "la situazione più grave della storia repubblicana", visto il caro energia e il quadro internazionale deteriorato dalla guerra in Ucraina.
La leader di FdI ha evidenziato come l'eventuale presenza di tecnici non cambierebbe la natura politica del nuovo esecutivo, che sarebbe guidato da una figura scelta in maniera chiara dai cittadini.
Parole ribadite dal capogruppo uscente del partito alla Camera, Francesco Lollobrigida: "Un governo eletto dal popolo che ha una salda maggioranza è già un governo politico, poi se la situazione lo richiederà si potranno utilizzare anche competenze di altro profilo".
Meloni, sempre secondo fonti FdI, ha spiegato che con gli alleati di Lega e Forza Italia c'è dialogo, ma non ci dovranno essere imposizioni. Il nuovo esecutivo dovrà essere "autorevole e di alto profilo: non potrà essere composto per risolvere beghe di partito interne".
Lega e Forza Italia chiedono di essere considerate anche per i ministeri più importanti.
Ieri al termine del Consiglio federale della Lega il vicesegretario, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito che il leader del partito Matteo Salvini "sarebbe il candidato naturale per il Viminale".
Di qualche giorno fa invece le dichiarazioni del vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, che per il suo partito ha reclamato "pari dignità" con la Lega, visto il simile risultato elettorale ottenuto.
Fratelli d'Italia ha raccolto consensi intorno al 26% mentre la Lega ha pesantemente ridotto il proprio seguito scendendo sotto il 9%. Forza Italia si è attestata poco sopra l'8%.
(Rodolfo Fabbri, Angelo Amante, editing Francesca Piscioneri)