Investing.com - La produzione industriale cinese è cresciuta più del previsto a novembre, indicando che la produzione manifatturiera è rimasta stabile anche se la domanda locale e quella estera hanno continuato a diminuire.
La produzione industriale cinese è cresciuta del 6,6% su base annua a novembre, secondo i dati dell’Ufficio nazionale di statistica pubblicati venerdì. La lettura è stata superiore alle aspettative di crescita del 5,6% e alla crescita del 4,6% registrata nel mese precedente.
Uno dei principali fattori alla base dei dati positivi è stata una base di confronto bassa, dato che le fabbriche cinesi erano ancora alle prese con le chiusure dell’era COVID alla fine del 2022.
Ma la lettura ha anche indicato una certa resistenza della produzione, offrendo alcuni spunti positivi sull’economia cinese, dato che il rimbalzo economico post-COVID non si è materializzato quest’anno.
La Cina è scivolata ulteriormente nella disinflazione a novembre, mentre l’attività economica è rimasta debole, come dimostrano i dati recenti.
La spesa locale è rimasta debole nonostante le costanti iniezioni di liquidità da parte di Pechino. La Banca Popolare Cinese ha iniettato 1.450 miliardi di yuan (200 miliardi di dollari) nell’economia attraverso la sua linea di credito a medio termine venerdì scorso.
Ma altri dati pubblicati venerdì hanno mostrato che ampie fasce dell’economia cinese rimangono sotto pressione. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 10,1% su base annua a novembre, mancando le aspettative di una crescita del 12,5%.
Sebbene le vendite al dettaglio siano aumentate costantemente rispetto all’anno precedente, sono rimaste relativamente deboli, con una spesa discrezionale in forte calo a causa della cautela dei consumatori sulle prospettive economiche della Cina.
Il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 5%.
Gli investimenti fixed asset sono cresciuti del 2,9%, mancando le aspettative del 3%, poiché gli investitori sono rimasti cauti nell’effettuare grandi investimenti di capitale nel Paese. I flussi di capitale estero verso la Cina, in particolare, si sono esauriti quest’anno a causa della debolezza della crescita economica.
La persistente debolezza dell’economia cinese ha fatto aumentare le richieste di misure fiscali più mirate da parte del governo cinese. Anche il settore immobiliare in crisi, sulla scia di numerosi default di alto profilo, ha rappresentato un ulteriore ostacolo per il Paese.
L’agenzia di rating Moody’s ha recentemente tagliato le previsioni sulla Cina a negativo, segnalando un potenziale declassamento del rating creditizio del Paese.