Di Mauro Speranza
Investing.com – L'impatto della crisi da coronavirus sull'economia italiana sarà peggiore di quanto già previsto dalla Commissione europea. Da Bruxelles, infatti, hanno rivisto le loro previsioni sul Prodotto Interno Lordo italiano, riducendo a -11,2 il dato per il 2020, mentre a maggio la Commissione si fermava ad un -9,5%. La ripresa nel 2021, inoltre, si fermerà al +6,1% nel 2021.
Revisione anche per le prospettive di inflazione italiana, che dal -0,3% stimato a maggio viene rialzato a 0% quest'anno in Italia e +0,8% l'anno prossimo, rispetto al +0,7% preccedente.
Il dato italiano sul PIL rappresenta il peggiore tra i paesi dell'Unione europea, dove è prevista "una recessione ancora più profonda" delle attese, e con "divergenze più ampie".
Nel 2020 "contrazioni relativamente forti sono attese in Italia, Francia e Spagna, mentre contrazioni più ridotte si attendono in Germania, Olanda e Polonia", sottolineava in un comunicato il commissario all'economia, Paolo Gentiloni rimarcando che "le divergenze tra Paesi, sia nella recessione, sia nella ripresa, sono legate alla diversa tempistica e rigore dei lockdown, e dalla diversa struttura economica". Dopo l'Italia, infatti, seguono la Spagna (-10,9%) e la Francia (-10,6%).
"Le previsioni economiche d'estate ci mostrano che la strada per la ripresa è ancora lastricata di incertezza", anche perché "la pandemia ha colpito l'economia europea più forte dell'atteso, anche se un cauto rimbalzo sta cominciando", aggiunge Gentiloni.
Secondo il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, "l'impatto economico del confinamento è più grave di quanto avevamo inizialmente previsto. Continuiamo a navigare in acque agitate e siamo esposti a molti rischi, tra i quali un'altra massiccia ondata di contagi".
"Al di là di qualsiasi altra considerazione”, aggiungeva Dombrovskis, “le previsioni sono un esempio eloquente della necessità di concludere un accordo sul nostro ambizioso pacchetto per la ripresa, NextGenerationEU, per aiutare l'economia. Per quanto riguarda i prossimi mesi di quest'anno e il 2021 è lecito attendersi una ripresa, ma dovremo sorvegliare da vicino il rischio che avvenga a ritmi diversi. È nostro dovere continuare a proteggere i lavoratori e le imprese e a coordinare scrupolosamente le politiche a livello dell'Ue, per poter uscire dalla crisi più forti e più uniti".
Le previsioni, però, non comprendono i rischi legati alla possibilità di una seconda ondata di contagi che porterebbe ad un nuovo lockdown dell'economia, a cui si potrebbero aggiungere l'assenza di un accordo commerciale tra Ue e Gran Bretagna e danni permanenti provenienti dalla crisi, tra cui un alto tasso di disoccupazione e l'insolvenza delle imprese.
La disoccupazione
Previsioni negative arrivano anche dal fronte occupazionale. Secondo l'Ocse, infatti, il tasso di disoccupazione italiano dovrebbe arrivare al 12,4% a fine 2020, "cancellando quattro anni di lenti miglioramenti".
"Se la pandemia sarà tenuta sotto controllo”, spiega la scheda relativa all'Italia redatta dall'organismo all'interno della relazione sulle Prospettive sull'Occupazione 2020 presentata a Parigi, “la disoccupazione dovrebbe, poi, scendere gradualmente all'11% entro la fine del 2021, comunque ben al di sopra del livello pre-crisi".
L'Italia, però, avverte l'Ocse, deve "agire rapidamente per aiutare i propri giovani a mantenere un legame con il mercato del lavoro, per esempio riprendendo e rinnovando significativamente il programma Garanzia giovani".