Secondo l’analisi di Columbia Threadneedle Investments raggiungere l’obiettivo del 2% per l’inflazione entro l’estate appare difficile in Usa, ma non impossibile
L’attesa è stata lunga, ma ormai è probabile che la Bce tagli i tassi durante la prossima riunione del 6 giugno e che la BoE faccia lo stesso nella sua riunione del 20 giugno. Rimane aperta la questione se anche la Fed inizierà a tagliare i tassi nello stesso momento. “Affinché ciò accada – spiega Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments – è necessario che i prossimi dati sull’inflazione diano una prospettiva reale di un rallentamento significativo dell’economia statunitense, aumentando così le probabilità di un taglio”.
L’ANALISI DEI DATI
Negli Stati Uniti, infatti, dopo un iniziale rapido calo dell’inflazione al momento del picco delle pressioni sui prezzi, si è poi registrata una battuta d’arresto. Nell’Eurozona, invece, i dati sull’inflazione core mostrano livelli molto bassi e il divario con il Regno Unito è in rapida riduzione. “L’economia statunitense sta comunque rallentando – analizza Bell – a causa del calo dei consumi, che a sua volta dovrebbe generare nuovamente un calo dell’inflazione, sebbene non sembri chiaro al momento quando ciò si manifesterà anche nei numeri. Se dall’analisi dei dati sembrano esserci valide ragioni affinché anche la Fed inizi a tagliare a giugno, le prospettive di un primo cambio di politica monetaria sono molto più chiare nel Regno Unito e addirittura scontate nell’Eurozona”...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge