Di Alessandro Albano
Investing.com - Proprio mentre le banche europee promettono ampie remunerazioni tracciando una linea dalla crisi Covid, ecco che dall'est arrivano nuovi pericoli che potrebbero pesare su risultati e qualità del credito delle banche europee più esposte.
I rischi maggiori, tuttavia, non dovrebbero arrivare dall'Ucraina. Alla fine di settembre 2021, l'esposizione delle banche estere dichiaranti alla Bank International Settlements nei confronti di residenti ucraini ammonta a 13,5 miliardi di dollari al lordo dei trasferimenti di rischio, con banche francesi e austriache che rappresentano circa la metà del totale.
Secondo una ricerca di Scope Ratings a firma di Marco Troiano (responsabile rating istituzioni finanziarie), questo "non pone rischi sostanziali al credito" dato che "solo una manciata di gruppi bancari europei mantiene una presenza locale significativa", tra cui Bank Aval di Raiffeisen, Ukrsibbank di BNP Paribas e Kredobank di PKO.
"Sebbene le banche estere siano attori importanti nel mercato ucraino, la dimensione dei loro bilanci è limitata a pochi miliardi di euro ed è per lo più finanziata tramite depositi locali, lasciando le banche esposte principalmente attraverso le loro partecipazioni che sono limitate a poche centinaia di milioni di euro", viene spiegato nello studio dell'agenda di rating.
Sanzioni potrebbero pesare su alcune banche
Il pericolo principale arriva invece dalla Russia. Secondo lo scenario di base dell'agenzia tedesca, il Paese potrebbe affrontare "sanzioni più severe" se le tensioni sull'Ucraina dovessero intensificarsi e, a seconda dell'intensità delle misure, l'impatto sull'economia potrebbe variare incidendo "negativamente sulla qualità delle attività bancarie locali".
Nel territorio controllato dal Cremlino, l'esposizione è decisamente più alta di Kiev anche se dal 2014 (anno dell'invasione della Crimea) le banche europee hanno ridotto significativamente la loro presenza. "L'esposizione totale delle banche estere si è attesta a $121,5 miliardi, e le esposizioni delle banche italiane, francesi e austriache ammontano ciascuna a decine di miliardi, in gran parte spiegato dalla loro presenza sul territorio locale", precisa Troiano nell'analisi.
Raiffeisen Bank (VIE:RBIV), Societe Generale (PA:SOGN) e UniCredit (MI:CRDI) hanno filiali russe con un totale attivo rispettivamente di 17 miliardi, 16 miliardi e 15 miliardi, con rapporto prestito/deposito "in genere superiore al 100%" e valori di patrimonio netto di circa 2 miliardi.
"Non sono trascurabili anche le esposizioni tramite rapporti commerciali wholesale e private banking", scrive l'esperto. "Ad esempio - evidenzia - le banche svizzere hanno oltre 20 miliardi di dollari di passività da clienti russi. Una profonda crisi economica in Russia, forse associata alla volatilità delle valute, intaccherà la qualità e la redditività delle attività bancarie russe, aumentando le pressioni sulla redditività delle banche europee"
Impatto sulla crescita economica
A livello macroeconomico, le continue tensioni geopolitiche nell'Europa orientale hanno il potere di smorzare le prospettive di crescita economica in tutta Europa, che si basa sulle importazioni di gas naturale dalla Russia.
"I prezzi elevati dell'energia sono un fattore chiave delle attuali pressioni inflazionistiche e potrebbero minacciare la ripresa post Covid", viene sottolineato da Scope, secondo cui l'escalation del conflitto potrebbe avere "un impatto sulla fiducia del mercato a livello globale, specialmente nei paesi in cui i mercati azionari sono scambiati ai massimi storici o vicini a quelli".
"Un rallentamento delle prospettive economiche sarebbe negativo per i ricavi delle banche e la qualità degli attivi, mentre una maggiore inflazione potrebbe pesare sugli sforzi di riduzione dei costi",