Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo venerdì 18 ottobre.
1. La Cina cresce più lentamente del previsto
L’economia cinese è cresciuta al tasso più lento in quasi 30 anni nel terzo trimestre, con lo scontro commerciale con gli Stati Uniti che pesa sempre di più.
Il prodotto interno lordo è cresciuto al tasso annuo del 6,0% nel trimestre terminato a settembre, meno del 6,2% del secondo trimestre e del 6,1% previsto dagli analisti.
2. Borse USA invariate; attesi report di Coca-Cola (NYSE:KO), Amex(TSXV:AMX) e AMD (NASDAQ:AMD)
Alle 6:15 ET, i Future Dow Jones 30 scendono di 5 punti, pressoché invariati rispetto alla chiusura di ieri, mentre i Future S&P 500 ed i fFuture Nasdaq 100 si muovono di meno dello 0,1%.
Attesi per oggi i report sugli utili di Coca-Cola, American Express Company (NYSE:AXP), Schlumberger, Synchrony Financial (NYSE:SYF) e Advanced Micro Devices.
3. Johnson lotta per far approvare l’accordo sulla Brexit
Dopo la svolta di ieri a Bruxelles, il Primo Ministro britannico Boris Johnson dovrà ora far approvare l’accordo dalla Camera dei Comuni, che aveva respinto per tre volte la versione del suo predecessore (molto simile in realtà all’attuale). Il voto è previsto per la sessione straordinaria di domani.
La sterlina sale negli scambi europei tra le voci secondo cui un numero maggiore del previsto di legislatori del Partito Laburista sarebbero intenzionati a sostenere l’accordo.
4. Impennata dei mercati emergenti sulla scia dei cinque giorni di tregua in Siria
Gli asset di Turchia e Russia schizzano dopo che il Presidente Recep Tayyip Erdogan ha accettato cinque giorni di cessate il fuoco nella Siria settentrionale, tra le pressioni degli USA.
La tregua ha eliminato una minaccia immediata di escalation che avrebbe potuto danneggiare uno dei due principali mercati emergenti europei. La lira sale dello 0,7% contro il dollaro ma si stacca dai massimi intraday sulla notizia degli scontri che proseguono in alcune zone. Il rublo sale vicino al massimo di tre mesi, nonostante la continua debolezza del prezzo del greggio che di solito influisce sul tasso di cambio.
5. Saudi Aramco rinvia ancora l’IPO
Ovviamente era troppo bello per essere vero. L’Arabia Saudita ha nuovamente posticipato l’offerta pubblica iniziale della compagnia petrolifera nazionale Saudi Aramco, dopo che i banchieri non sono riusciti a garantire la valutazione da 2 mila miliardi di dollari desiderata dall’erede al trono del regno e leader di fatto della nazione, il principe Mohammed bin Salman.
Il greggio questa settimana è sceso nei timori per l’eccesso delle scorte globali, dimostrato dal forte aumento delle scorte USA della scorsa settimana. Alle 6:15, i future del greggio USA salgono dello 0,7% sulla giornata a 54,31 dollari, mentre il Brent va su dello 0,3% a 60,08 dollari.