Investing.com - L’euro si attesta al minimo di oltre un anno questo lunedì, il crollo della lira turca pesa sui mercati globali nei timori che la crisi finanziaria del paese possa contagiare i mercati europei.
La lira è crollata al minimo storico contro il dollaro nella notte, con il cambio USD/TRY a 7,0303, prima di attestarsi a 6,7779, con un rimbalzo del 5,84% sulla giornata.
La lira ha trovato supporto quando la banca centrale turca ha promesso di fornire liquidità ed ha tagliato le riserve di lira e di moneta estere per le banche turche.
I timori per gli effetti del contagio sono aumentati quando la Banca Centrale Europea venerdì ha avvertito che numerose banche della zona euro potrebbero essere esposte al brusco crollo della lira turca.
La moneta turca è crollata di oltre il 40% quest’anno nei timori per l’aumento del controllo da parte del Presidente Tayyip Erdogan su politica monetaria ed economia e per il peggioramento delle relazioni con gli Stati Uniti, soprattutto per la guerra in Siria.
L’euro scende ai minimi di oltre un anno, con la coppia EUR/USD giù dello 0,31% a 1,1382 dopo aver segnato il minimo di 1,1365 in precedenza.
Il calo dell’euro segue la discesa della lira, che ha alimentato la domanda di valuta rifugio, compresi dollaro, franco svizzero e yen.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,15% a 96,33, il massimo dal 27 giugno 2017, dopo il rimbalzo dell’1,33% della scorsa settimana.
Lo yen sale contro il dollaro e l’euro, con la coppia USD/JPY giù dello 0,53% a 110,21 ed il cambio EUR/JPY in calo dello 0,94% a 125,39.
La moneta unica tocca il minimo di un anno contro il franco svizzero, con la coppia EUR/CHF che scende dello 0,35% a 1,1315.
La sterlina scende vicino ai minimi dal giugno 2017, con il cambio GBP/USD a 1,2760, tra il dollaro forte e i timori per la crescente probabilità di una Brexit senza accordo.
Nel frattempo, sui mercati emergenti, il rublo russo tocca il minimo da metà aprile 2016, per via del dollaro forte, del calo del prezzo del greggio e della paura per l’impatto di una nuova serie di sanzioni statunitensi.