Investing.com - Il dollaro sale negli scambi europei di questo martedì, i timori di un continuo rimbalzo del prezzo del greggio e di un conflitto nel Golfo Persico minano gli asset legati al rischio in vista dei due giorni di vertice di politica monetaria della Federal Reserve.
Le previsioni fino alla scorsa settimana erano che la Fed avrebbe quasi certamente tagliato il range obiettivo del tasso dei fondi Fed di 25 punti base in occasione del vertice di questa settimana, ma poi i dati migliori del previsto sulle vendite al dettaglio e sul sentimento dei consumatori, insieme alle speranze di una svolta nello scontro commerciale con la Cina, hanno indebolito le aspettative di un allentamento.
L’impennata del prezzo del greggio in seguito all’attacco nel weekend contro l’Arabia Saudita hanno confuso ancor di più il quadro, al punto che probabilmente potrebbero esserci delle pressioni inflazionarie fin quando i prezzi del greggio resteranno elevati.
Secondo lo strumento di controllo dei tassi della Fed di Investing.com, la probabilità di un taglio dei tassi domani è scesa a meno del 65%.
Tuttavia, gli analisti di ING affermano che i maggiori impatti di uno shock del greggio sono essenzialmente rialzisti per il dollaro.
“A meno che la Fed non diventi inaspettatamente cauta, teme che uno shock del greggio mini la fonte principale della crescita USA - i consumi - il che significa che il dollaro potrebbe restare relativamente richiesto e che il cambio EUR/USD potrebbe crollare al range di 1,05-1,10 entro fine anno”, scrive in una nota Chris Turner, responsabile globale delle strategie forex e sui tassi.
Alle 3:45 ET, l’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di principali valute, si attesta a 98,185, pressoché invariato da lunedì sera, ma in salita contro la sterlina, le valute legate alle materie prime come aussie e “kiwi” ed anche contro le valute dei mercati emergenti.
Sale al massimo di quattro giorni contro lo yuan cinese offshore, che resta sotto pressione dopo i dati economici deboli di ieri.
Sotto pressione anche la sterlina, dopo la visita di ieri in Lussemburgo del Primo Ministro Boris Johnson da cui è emersa ancora una volta l’assenza di progressi nell’arrivare ad un accordo di transizione con l’Unione Europea prima della Brexit del 31 ottobre.
La Corte Suprema del Regno Unito comincerà le udienze questo martedì riguardo alla legittimità della sospensione del Parlamento da parte di Johnson, che secondo i suoi oppositori è stata richiesta espressamente per impedire alla Camera dei Comuni di discutere della Brexit. La sentenza è prevista da giovedì in poi.