Investing.com - Il dollaro è in lieve rialzo e la sterlina inciampa all’inizio della settimana, nei crescenti dubbi sulle prospettive per l’economia globale con i mercati che analizzano meglio le tanto pubblicizzate svolte nello scontro commerciale USA-Cina e sulla Brexit.
La propensione al rischio è schizzata venerdì quando Stati Uniti e Cina hanno annunciato un “percorso verso la fase uno dell’accordo”, che comprende la sospensione dell’aumento dei dazi previsto per questa settimana e l’impegno da parte della Cina a comprare più prodotti agricoli statunitensi.
In fondo, però, l’accordo non è stato nulla di più che un patto per una stasi di un mese, avvertono gli analisti di Nordea Markets.
“Vi ricordiamo che una simile “promessa” non vale assolutamente niente e che al momento sembra molto più probabile che aspirare alla presidenza con un’agenda anti-cinese sia meglio/più saggio (a scopo di rielezione) che fare il contrario”, scrivono in un’anteprima settimanale Martin Enlund ed il suo team di analisti.
Gli effetti dello scontro commerciale sulla Cina sono stati evidenti ancora una volta con i dati commerciali più deboli del previsto pubblicati dalla nazione nella notte, da cui è emerso il calo più brusco delle importazioni dal 2016. Enlund ed il suo team sottolineano che lo yuan dovrebbe scendere a 7,30 contro il dollaro per neutralizzare l’effetto dei dazi esistenti sull’economia. Tuttavia, l’accordo di “fase uno”, insieme alla notizia di un previsto taglio dell’IVA per i produttori cinesi, è stato sufficiente a spingere sia lo yuan offshore che quello continentale ai massimi da agosto questa mattina.
Alle 3:45 ET (07:45 GMT), l’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di valute dei mercati sviluppati, sale dello 0,2% a 98,213, segnando un rialzo contro le valute a più alto rendimento ma un modesto calo contro valute rifugio come yen e franco svizzero. Il cambio EUR/USD scende dello 0,2% a 1,1019 dollari.
Un altro fattore che pesa sul sentimento è stata la reazione fredda dell’UE alle proposte del Regno Unito per la risoluzione della questione del confine irlandese nell’accordo di divorzio sulla Brexit. Michel Barnier, responsabile dei negoziati per l’UE, avrebbe riferito ai diplomatici dell’Unione Europea nel fine settimana che le proposte rappresentano un rischio “sconosciuto” e non sono accettabili, secondo quanto riporta il Guardian.
La sterlina, che ha segnato la migliore impennata di un giorno in oltre due anni venerdì, scende di più di mezzo punto percentuale contro il dollaro e l’euro negli scambi della mattinata europea di questo lunedì. Alle 3:45 ET, si attesta a 1,2583 dollari, giù dello 0,5% sulla giornata, mentre il cambio EUR/GBP sale dello 0,4% a 0,8755.
Un documento pubblicato nel fine settimana dalla UK in a Changing Europe sottolinea che, anche se le ultime proposte britanniche dovessero essere accettate, i piani del Primo Ministro Boris Johnson implicherebbero comunque un colpo significativo per l’economia della nazione. Si legge che l’accordo potrebbe portare il prodotto interno lordo britannico pro-capite a ben il 6,4% al di sotto del livello a cui si troverebbe se il paese restasse nell’UE, su un orizzonte di dieci anni. E questo in confronto alla stima del 4,9% derivante dall’accordo negoziato dal predecessore di Johnson, Theresa May.