ROMA (Reuters) - Maria Cannata, capo del debito pubblico italiano, difende l'operato del Tesoro nella vicenda sui derivati e si dice stupita dalla requisitoria della Corte dei Conti in Parlamento invece che nelle sedi opportune.
"Io non condivido in nulla la tesi della Procura della Corte dei conti. Sono stupita che la requisitoria sia avvenuta in questa sede e non nella sede giudicante...conto di essere molto più convincente in sede di udienza a marzo", ha detto Cannata, sentita in audizione da parte della commissione sulle banche.
La Corte dei conti ha citato in giudizio quattro alti dirigenti del Tesoro, tra cui Cannata, e la banca Usa Morgan Stanley (NYSE:MS), contestando un danno erariale complessivo di 3,9 miliardi di euro per la chiusura e ristrutturazione di derivati sul debito pubblico a cavallo tra 2011 e 2012, all'apice della crisi finanziaria.
Morgan Stanley esercitando la clausola prevista nel suo derivato con il Tesoro ha incassato 3,1 miliardi circa.
Ieri Andrea Lupi, procuratore regionale del Lazio presso la Corte, ha detto, sempre davanti alla commissione, che Morgan Stanley può presentare un'istanza di patteggiamento nel procedimento sui derivati con il ministero dell'Economia ma è "più probabile" che contesti la giurisdizione della Corte dei Conti.
Cannata contesta che "il Tesoro sia stato passivo, non sia intervenuto, abbia sottoscritto derivati in condizioni di inferiorità" e ricorda la situazione di pre-default dell'Italia nel 2011. "Situazione inusitata, i derivati, che erano stati sottoscritti in anni in cui nessuno scenario probabilistico prevedeva quello che poi è successo, ne hanno risentito molto"
"Ci sono, ad esmepio, Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Unicredit (MI:CRDI), non Mps (MI:BMPS). Non c'era Commerzbank che era specialist, ma c'era Dexia che non lo era" ha detto poi in risposta a una domanda sui soggetti che hanno sottoscritto derivati con il Tesoro.