MILANO (Reuters) - Il pm milanese Isidoro Palma, al termine della prima udienza dedicata alla requisitoria a conclusione del dibattimento al Tribunale di Milano sulle presunte tangenti Saipem-Eni in Algeria, ha citato gli "elementi di prova" sui presunti pagamenti corruttivi che ha definito il "biglietto di invito alle gare" pagato da Saipem (MI:SPMI) "per scalzare gli avversari" e garantirsi "il favore del ministro dell'Energia Chakib Khelil e la sua protezione nelle fasi di gara".
Al centro del processo c'è un presunto pagamento di 197 milioni di euro di tangenti in Algeria per far ottenere a Saipem appalti da 8 miliardi di euro e per far ottenere a Eni (MI:ENI) l'autorizzazione del ministro dell'Energia algerino ad acquistare la società canadese Firs Calgary Petroleums, titolare dei diritti per lo sfruttamento di un giacimento algerino e far estendere la concessione di sfruttamento.
I diversi fatti contestati vanno dal 2007 al 2010. Fra gli imputati le due società Eni e Saipem, l'ex AD di Eni Paolo Scaroni e l'ex presidente di Saipem Pietro Tali.
Tutti gli imputati hanno sempre respinto ogni addebito.
Il pm Palma, fra gli elementi di prova della presunta maxi tangente, ha citato in aula i pagamenti per fittizie attività di intermediazione alla società Pearl Partners di Hong Kong, riconducibile a Farid Bedjaoui, ritenuto uomo di fiducia del ministro algerino dell'Energia Chiekib Khelil; e la rubrica sequestrata dalla polizia militare algerina ("non dai servizi segreti", ha precisato Palma) al ministro dell'Energia in cui sono stati rinvenuti i numeri di fiduciari di società svizzere coinvolte nei presunti passaggi corruttivi.
Lunedì 26 febbraio ci sarà la seconda udienza dedicata alla requisitoria della procura, che si concluderà con le richieste di pena. Dopodiché prenderanno la parola gli avvocati degli imputati per le arringhe difensive.