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Borsa Milano indici in forte calo, giù Maire e Unicredit più esposte a Russia

Pubblicato 24.02.2022, 11:38
© Reuters. Una donna davanti l'ingresso della borsa di Milano. REUTERS/Flavio Lo Scalzo
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MILANO (Reuters) - Seduta drammatica sui mercati azionari, Milano inclusa, con le vendite che la fanno da padrona dopo l'invasione russa in Ucraina nella notte.

Volatilità ai massimi con diversi titoli sospesi o che non sono riusciti a fare prezzo in avvio di seduta. A subire i contraccolpi peggiori sono soprattutto le aziende più esposte al business in Russia.

Alle stelle il prezzo del petrolio con il Brent che supera quota 100 euro (102,3 euro) per la prima volta dal settembre 2014.

A Wall Street le proiezioni che vengono dai futures indicano una seduta molto negativa nel pomeriggio con il derivato sullo S&P500 che perde il 2,8% ai minimi da maggio scorso, quello sul Nasdaq cede il 3,5%.

"I book sono ancora molto vuoti e i forti ribassi in apertura sono legati più a operazioni di ricopertura che a chiusure di operatività. Bisogna vedere come evolverà la seduta e se aumenteranno i volumi", osserva un trader.

Intorno alle 9,40 il FTSE Mib perde il 2,8% dopo avere raggiunto un minimo del 3,3%. Volumi che non raggiungono il miliardo di euro.

Tra i titoli in evidenza:

La guerra in Ucraina con le previste sanzioni alla Russia da parte dei Paesi occidentali penalizzano in particolare le aziende che realizzano parte dei loro ricavi in Russia. Fra le più colpite MAIRE TECNIMONT, che arretra del 5,6%. Secondo il broker Equita, la oil service realizza il 25% dei propri ricavi in Russia attraverso una controllata e quindi le sanzioni potrebbero avere un impatto sui nuovi progetti.

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Stesso discorso anche per la società di costruzioni BUZZI (MI:BZU) UNICEM che arretra del 5,6% e che in Russia ha il 10% dei ricavi e una percentuale sull'Ebitda del 10%.

Molto male anche le banche, come UNICREDIT (MI:CRDI) che perde il 6% circa. Sempre Equita scrive che la banca realizza il 2,9% dei ricavi nei Paese, "con un utile netto di 180 milioni, pari al 6% dell'utile netto adjusted del 2021", si legge nel daily.

In flessione di oltre il 5% anche INTESA SP (MI:ISP), BPER (MI:EMII) (-3,4%) e BANCO BPM (MI:BAMI) (-4,6%).

Non c'è scampo anche per il settore industriale colpito dalle vendite sui timori all'impatto derivante dalla guerra. STELLANTIS arretra del 3,7%, CNH (MI:CNHI) del 4,9%. A livello europeo il comparto auto perde il 3,8%.

PIRELLI (MI:PIRC) cede il 6,4% dopo i risultati ieri e le prospettive di un 2022 in crescita, ma caratterizzato da uno scenario volatile.

Vendite copiose anche sul lusso, in particolare su BRUNELLO CUCINELLI (MI:BCU) in calo del 2,8% e MONCLER (MI:MONC) del 3,4%. Molto male GEOX in flessione dell'8,8%. Il gruppo delle calzature realizza l'8% del fatturato in Russia.

Fra i pochi titoli positivi CAMPARI (MI:CPRI), invariata dopo il forte crollo di ieri a seguito delle stime per l'anno in corso che vedono un impatto negativo sui margini a causa della pressione sui costi delle materie prime.

Infine, volatile e contiene le perdite SAIPEM (MI:SPMI) (-0,8%), dopo che la oil service ha concluso la review del portafoglio ordini senza trovare ulteriori impatti rispetto a quelli comunicati il 31 gennaio scorso. "Sui numeri questa volta non ci sono novità e questa è già una buona notizia", osserva un trader. Secondo il broker Bestinver, "la perdita dell'Ebitda adj del quarto trimestre è in linea con le attese. Non sono emerse sorprese".

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(Giancarlo Navach, editing Francesca Piscioneri)

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Non c'entra nulla l'invasione russa.
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