MILANO (Reuters) - A Piazza Affari dilagano le vendite in quella che al momento è la peggiore seduta di Borsa da metà aprile 2020 quando imperversava la pandemia da coronavirus. A fare scattare le vendite l'invasione russa in Ucraina nella notte che sta scuotendo tutti i mercati azionari.
Volatilità ai massimi con diversi titoli sospesi. A subire i contraccolpi peggiori sono soprattutto le aziende più esposte al business in Russia.
Alle stelle il prezzo del petrolio con il Brent che supera abbondantemente quota 100 dollari, sfiorando i 105 dollari, per la prima volta dal settembre 2014.
A Wall Street le proiezioni che vengono dai futures indicano una seduta molto negativa nel pomeriggio con i derivati sullo S&P500 e il Dow Jones che perdono l'1,8% e quello sul Nasdaq il 2,2%.
Intorno alle 12,40 il FTSE Mib perde il 5,1% sui minimi dal 23 luglio 2021 con l'indice che ha rotto anche il supporto di 25.000 punti. Da inizio anno l'indice è in rosso del 10% circa. Quanto ai volumi scambiati, sono intorno a 2,3 miliardi.
Tra i titoli in evidenza:
Oggi la lettera non risparmio quasi nessun titolo. La guerra in Ucraina con le previste sanzioni alla Russia da parte dei Paesi occidentali penalizzano in particolare le aziende che realizzano parte dei loro ricavi in Russia. Fra le più colpite Maire Tecnimont, che arretra del 7,3%. Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo (MI:ISP), la oil service realizza il 25% dei propri ricavi in Russia attraverso una controllata e quindi le sanzioni potrebbero avere un impatto sui nuovi progetti.
Stesso discorso anche per la società di costruzioni Buzzi Unicem (MI:BZU) che arretra del 10% circa e che in Russia ha il 10% dei ricavi e una percentuale sull'Ebitda del 10%.
Molto male anche le banche, come Unicredit (MI:CRDI) che perde il 12% circa. La banca realizza il 2,9% dei ricavi nei Paese, "con un utile netto di 180 milioni, pari al 6% dell'utile netto adjusted del 2021", si legge nel daily. In una dichiarazione via email, la banca sottolinea che segue con attenzione gli sviluppi sulla Russia della crisi in Ucraina, ma l'esposizione verso Mosca ha alti tassi di copertura e il bilancio della controllata è liquido e autofinanziato.
Non c'è scampo anche per l'altra big Intesa Sanpaolo (-9,4%), mentre Bper (MI:EMII) perde il 6,7% e Banco Bpm (MI:BAMI) l'8,5%.
Giù anche il settore automotive colpito dalle vendite sui timori dell'impatto derivante dalla guerra sulle vendite di auto. Stellantis (MI:STLA) arretra del 6,7%, Cnh (MI:CNHI) del 7,4%. A livello europeo il comparto auto perde il 6%.
Pirelli (MI:PIRC) cede oltre il 9%, nonostante i risultati ieri e le prospettive di un 2022 in crescita, ma caratterizzato da uno scenario volatile. Anche per questa titolo pesano i timori legati alla Russia, Paese in cui Pirelli genera il 3% dei ricavi e ha due impianti, pari a una capacità produttiva del 10%, scrive il broker Intesa Sanpaolo.
Vendite copiose anche sul lusso, in particolare su Brunello Cucinelli (MI:BCU) in calo del 6,5% e Moncler (MI:MONC) del 6%; quest'ultima a mercati chiusi riporta i dati del quarto trimestre 2021. Ma la peggiore di tutti è Geox che sta lasciando sul terreno oltre il 15% (al momento è sospesa al ribasso). Il gruppo delle calzature realizza l'8% del fatturato in Russia.
Volatile e si muove invariata Saipem (MI:SPMI), dopo che la oil service ha concluso la review del portafoglio ordini senza trovare ulteriori impatti rispetto a quelli comunicati il 31 gennaio scorso. "Sui numeri questa volta non ci sono novità e questa è già una buona notizia", osserva un trader. Secondo il broker Bestinver, "la perdita dell'Ebitda adj del quarto trimestre è in linea con le attese. Non sono emerse sorprese".
La corsa della materia prima ovviamente avvantaggia le società petrolifere, come Eni (MI:ENI) che cresce dell'1,2%. Sempre sugli scudi Gas Plus sospesa al rialzo con +13,5%. Il titolo sale ininterrottamente da tre sedute (+45%), da quando il Governo ha inserito nel Decretto Bollette l'incremento della produzione ed estrazione di gas dall'Italia.
Infine, tengono le posizioni le utility, tipici titoli difensivi, come Terna (MI:TRN) (+0,35%) e Snam (MI:SRG) (-0,9%).
(Giancarlo Navach, editing Andrea Mandalà)