Di Peter Nurse
Investing.com - I mercati azionari europei registrano scambi misti questo lunedì, con il FTSE 100 che segna una performance superiore grazie alle sue società legate alle materie prime, mentre il conflitto in Ucraina ha comportato un rialzo del prezzo del petrolio.
Alle 4:55 ET (08:55 GMT), l’indice DAX in Germania scende dello 0,1%, il francese CAC 40 è invariato e l’indice britannico FTSE 100 segna +0,4%.
Il conflitto innescato dall’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio è entrato nella quinta settimana. Sono in corso gli sforzi diplomatici: il Ministro degli Esteri turco ieri ha dichiarato che le due parti sono vicine ad un accordo su questioni “critiche”, ma i combattimenti continuano, in particolare a Mariupol.
I prezzi alla produzione tedeschi sono schizzati del 25,9% su base annua a febbraio, secondo i dati di questo lunedì, il massimo dal 1949, soprattutto per via dei prezzi degli energetici.
I prezzi del petrolio hanno visto una nuova impennata questa mattina, in seguito ad un attacco nel fine settimana contro la raffineria joint venture di Saudi Aramco (SE:2222) a Yanbu, nonché per i timori che l’UE segua l’esempio degli Stati Uniti imponendo un embargo sul petrolio russo.
Alle 4:55 ET, i future del greggio USA balzano del 4,5% a 107,73 dollari al barile, mentre il contratto del Brent va su del 4,2% a 112,50 dollari.
I prezzi del petrolio in salita hanno spinto il settore energetico, con il titolo BP (NYSE:BP) schizzato del 2,2%, Eni (MI:ENI) a +2,2%, e TotalEnergies (PA:TTEF) su dell’1,3%.
Intanto, Volkswagen (DE:VOWG_p) rimbalza dell’1,3% dopo che la divisione cinese della casa automobilistica tedesca questo lunedì ha annunciato che formerà delle joint venture con Huayou Cobalt e Tsingshan Group, nel tentativo di limitare i costi delle batterie in un periodo in cui i prezzi delle materie prime sono alle stelle.
Renault (PA:RENA) segna +1,8%: la casa automobilistica francese ha annunciato di aver ripreso la produzione nella sua fabbrica di Mosca.
Intanto, i future dell’oro sono in calo dello 0,2% a 1.926,30 dollari l’oncia, mentre la coppia EUR/USD si attesta a 1,1057, su dello 0,1%.