Di Mauro Speranza
Investing.com – Gli analisti di Equita hanno ridotto il proprio target price sui titoli Eni (MI:ENI) e Saipem (MI:SPMI), sulla scia del basso livello dei prezzi del petrolio, mentre si attende il meeting dell'Opec+ previsto per domani.
Il greggio viene scambiato a 24 dollari al barile, dopo la volatilità che ha colpito il suo prezzo, passando da 26 a 23 dollari in poche ore nel corso della serata di ieri.
Alcune fonti vicine all'Opec hanno affermato che un accordo sui tagli della produzione è subordinato alla partecipazione degli Stati Uniti, ma permangono dubbi sulla collaborazione da parte di Washington.
Ieri il Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti ha dichiarato che la produzione statunitense è già in calo senza un intervento da parte del governo.
Equita riduce il target price di Eni (MI:ENI)
Gli analisti di Equita hanno modificato il target price di Eni del 20% a 12 euro, mentre hanno mantenuto la raccomandazione 'buy' sul titolo. La decisione è stata presa dopo il taglio delle stime di eps pari al 50% per il periodo 2020-2022.
Secondo questi esperti, Eni sta affrontando la crisi petrolifera in atto con un bilancio solido e un buon livello di breakeven di cassa stimato a 40 dollari al barile dopo il recente annuncio di taglio dei capex del 25% e degli opex per 400 milioni di euro.
Inoltre, la view bullish da parte di Equita è dovuta al rendimento del dividendo pari al 9% e da uno yield del free cash flow della stessa entità.
Le decisioni su Saipem (MI:SPMI)
La situazione economica e i bassi livelli del prezzo del petrolio hanno spinto alla stessa decisione sul target price anche per Saipem (MI:SPMI). Nel dettaglio, il prezzo obiettivo sulla società petrolifera è stato ridotto a 3,4 euro rispetto al precedente 5,4 euro. Ridotta, inoltre, la raccomandazione a 'hold' sul titolo.
Secondo questi esperti, Saipem (MI:SPMI) opera all'interno di un “peggioramento del contesto macro e la scarsa visibilità sulla velocità di recupero del prezzo del petrolio”, situazione che ha portato Equita a queste decisioni, ma questo periodo di forte incertezza è affrontato “con una struttura finanziaria più solida e più visibilità sul backlog rispetto al periodo 2014-16".
Saipem (MI:SPMI), infati, ha chiuso il 2019 con un totale di disponibilità liquide e linee di credito committed non utilizzate di circa 2,8 miliardi e una durata media del debito di circa tre anni", senza dimenticare che "nel 2020-21 l'ammontare di debito in scadenza è contenuto", spiegano da Equita.
Pertanto, la SIM milanese ha azzerato il peso del titolo in portafoglio, in quanto con un prezzo del Brent sopra i 34 dollari al barile, si aspettano un maggior focus sulla generazione di cassa da parte delle oil company con pressione sulle spese per investimenti.
Infine, da Equita si attendono un forte calo degli investimenti E&P nel corso del 2020, portando una raccolta ordini 2020-2021 più debole del previsto.
Ridotte le stime sul Brent
Intanto, da Equita hanno anche rivisto al ribasso le loro stime sul Brent relative al periodo 2020-2022. Per l'anno in corso, questi esperti prevedono quota 40 dollari, dal precedente 65 dollari, entre nel 2021 il Brent è previsto a 50 dollari (precedente 70), per poi crescere a 55 dollari al barile nel 2022, rispetto alla precedenti previsioni di 75 dollari.
Da Equita hanno deciso, inoltre, la riduzione del peso e del beta del settore all'interno del loro portafoglio in quanto il mercato sta già scontando un accordo tra l'Opec e i principali paesi produttori su un taglio alla produzione. La prospettiva di un annuncio ufficiale, prevedono questi esperti, potrebbe costituire un'opportunità di presa di profitto.