MILANO (Reuters) - Il gruppo energetico Eni (BIT:ENI) intende vendere entro la fine dell'anno quote di minoranza nelle proprie divisioni di biocarburanti e bioplastiche che potrebbero fruttare complessivamente circa 1,3 miliardi di euro per accelerare la propria transizione energetica.
Lo hanno detto tre fonti.
Eni ha avviato discussioni preliminari con fondi e investitori industriali per trovare un partner interessato a una partecipazione fino al 10% nella divisione di biocarburanti Enilive, hanno detto fonti industriali e finanziarie.
Secondo queste fonti, la divisione potrebbe essere valutata 10 miliardi di euro o più, incluso il debito.
Eni è anche in trattative con due pretendenti per vendere fino al 30% della propria attività di bioplastiche Novamont, che potrebbe essere valutata circa 1 miliardo di euro, debito incluso, secondo le fonti.
Queste iniziative fanno parte della più ampia strategia del gruppo di creare entità separate, chiamate società "satellite", che possano attingere a investitori specializzati, aiutando l'Eni a finanziare attività più ecologiche senza sottrarre risorse alle attività di petrolio e gas.
Secondo due fonti, Eni potrebbe prendere in considerazione l'idea di quotare Enilive in una seconda fase, attraverso un'Ipo o uno spin-off, a seconda delle condizioni di mercato e delle esigenze del gruppo.
Enilive raggruppa stazioni di servizio multicarburante e bioraffinerie in Italia e all'estero. Nel suo piano 2024-2027, Eni prevede che gli utili "core" della divisione salgano a 1,2 miliardi di euro nel 2025 rispetto al miliardo di euro previsto per quest'anno.
La piemontese Novamont, cui Eni fa capo attraverso la controllata Versalis, è leader mondiale nella produzione di bioplastiche.
(Tradotto da Laura Contemori, editing Stefano Bernabei)