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Gli avvertimenti delle banche evidenziano la fragilità della ripresa dei mercati

Pubblicato 07.08.2019, 13:33
Aggiornato 07.08.2019, 13:40
© Reuters.
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Di Geoffrey Smith

Investing.com - Gli investitori scelgono di vedere “il bicchiere mezzo vuoto” per quanto riguarda il settore bancario europeo negli scambi di questo mercoledì mattina, facendo crollare alcuni dei principali titoli bancari del continente di ben il 5% sulla scia degli aggiornamenti trimestrali misti.

L’italiana Unicredit (MI:CRDI), la tedesca Commerzbank (DE:CBKG) e l’olandese ABN AMRO (AS:AS:ABNd) sono crollate bruscamente dopo i rispettivi report, con i mercati che si sono concentrati sul fatto che primi segni di un rallentamento dell’economia della zona euro e la probabile risposta ad esso da parte della Banca Centrale Europea possano pesare fortemente sui risultati nei prossimi trimestri.

Commerzbank (MI:CBKG), la seconda principale banca pubblica tedesca, ha visto un crollo del 5% dopo aver riportato che le riserve contro i crediti deteriorati sono più che raddoppiate rispetto all’anno scorso. Si tratta di uno sgradito promemoria del fatto che il vento a favore ciclico che ha aiutato i risultati delle banche nella regione negli ultimi tre anni si sta esaurendo. Il totale dei crediti deteriorati di Commerzbank in realtà è sceso nel complesso dei crediti generali (soprattutto per via dell’aumento di partecipazione di mercato con prestiti a margini ridottissimi), ma non può più ingrossare gli utili rilasciando precedenti riserve contro rischi che non si sono materializzati.

Sebbene Commerzbank abbia confermato le previsioni sui profitti sull’anno, ha affermato che “questo obiettivo è diventato significativamente più ambizioso dato lo sviluppo degli utili nel primo semestre, il notevole peggioramento della situazione macroeconomica e la situazione geopolitica sempre più incerta”.

Commerzbank ha anche fatto riferimento all’ “economia tedesca più debole”, emersa anche stamane dai dati che hanno rivelato un crollo del 5,2% della produzione industriale nell’economia motore della zona euro su base annua a giugno, molto più del calo del 3,1% previsto e la lettura peggiore in un decennio.

UniCredit (MI:CRDI), intanto, segna un tonfo del 3,7% dopo aver abbassato le previsioni sui ricavi sull’intero anno fiscale di 300 milioni di euro (336 milioni di dollari), parlando delle “previsioni prevalenti di tassi che resteranno più bassi per un periodo molto più lungo”.

E questo malgrado abbia confermato le previsioni per la riduzione dei suoi crediti deteriorati a poco più di 10 miliardi di euro quest’anno, “ben al di sotto” dell’obiettivo iniziale per il 2019.

ABN Amro crolla del 3,8% dopo aver messo in guardia, anche lei, dall’impatto negativo dei tassi di interesse più bassi sui margini di prestito e sui profitti. L’avvertimento ha eclissato le indicazioni di un aumento dei dividendi alla fine dell’anno.

“I tassi di interesse hanno continuato a scendere nell’ultimo trimestre, con un impatto predominante sui margini di deposito”, ha affermato l’amministratore delegato Kees van Dijkhuizen. “Restiamo focalizzati sui nostri obiettivi in un ambiente difficile.

Il titolo di Commerzbank è crollato del 12% nell’ultima settimana, mentre quello di ABN dell’11,1% e quello di Unicredit del 7,5%.

I dati deludenti delle banche sono in controtendenza rispetto al mercato generale, che ha proseguito la sua ripresa man mano che diminuisce lo shock dell’escalation dello scontro commerciale della scorsa settimana. Alle 5 ET (09:00 GMT), l’indice di riferimento Euro Stoxx 600 sale dello 0,8% a 370,54, il tedesco Dax balza dell’1,1% ed il britannico FTSE 100 va su dello 0,7%.

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