Di Mauro Speranza
Investing.com – Le vendite sul settore bancario fanno virare in negativo il Ftse Mib, mentre l'inidce di settore FTSE Italia All Share Banks cede oltre il 2%. Tra gli istituti più colpiti c'è Intesa Sanpaolo (MI:ISP), in flessione del 2%, così come Unicredit (MI:CRDI), Banco Bpm (MI:BAMI), FinecoBank (MI:FBK) e Banca Mediolanum (MI:BMED).
Oggi era atteso il cda di Intesa Sanpaolo (MI:ISP) per esaminare le indicazioni della Banca centrale europea relativamente allo stop alla distribuzione dei dividendi a causa dell'impatto del coronavirus sull'economia. Facendo seguito alle indicazioni dell'istituto centrale, il cda della banca torinese ha deciso di sospendere la distribuzione del dividendo, proposta a 19,2 centesimi di euro per azione e complessivi 3,4 miliardi di euro. La proposta del bord doveva essere inserita all'ordine del giorno dell'Assemblea ordinaria convocata per il 27 aprile 2020.
Inoltre, il cda ha deliberato di proporre all'assemblea ordinaria l'assegnazione a riserve dell'utile di esercizio 2019, che “in caso di approvazione si tradurrebbe in un ulteriore rafforzamento della già elevata solidità patrimoniale del Gruppo Intesa Sanpaolo (MI:ISP)”, sottolinea la nota diffusa dalla banca.
La decisione permette un aumento al 15,2 dal 14,1% con un coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime, risultando superiore di circa 5,8 punti percentuali al requisito SREP comprensivo del combined buffer e con un capitale eccedente il requisito per oltre 16,5 miliardi di euro.
“Anche grazie alla forte solidità patrimoniale il gruppo Intesa Sanpaolo (MI:ISP) ha avuto e intende continuare ad avere come priorità la generazione di benefici per tutti i propri stakeholder, dal supporto all'economia reale e sociale alla creazione e distribuzione di valore per gli azionisti, confermandosi punto di riferimento per la sostenibilità e la responsabilità sociale”, scrivevano in una nota da Intesa Sanpaolo.
L'OPS su UBI Banca (MI:UBI)
Il gruppo ha inoltre confermato la “validità e l'importanza dell'OPS volontaria totalitaria sulle azioni ordinarie di Ubi Banca (MI:UBI), operazione “strategica che assume ancora maggiore valenza nel contesto conseguente all'epidemia da COVID-19, in particolare per quanto riguarda le sinergie di costo nonché l'aumento del grado di copertura dei crediti deteriorati e la riduzione dei crediti unlikely to pay e in sofferenza", secondo quanto spiegato dal Ceo Carlo Messina
"Le banche di minori dimensioni”, aggiunge Messina, “hanno ridotte possibilità di avvalersi delle leve dell'efficienza e della riduzione del profilo di rischio per fronteggiare un quadro economico sfavorevole e contrastare gli impatti sul tessuto sociale, a fronte del rafforzamento del ruolo di motore della crescita sostenibile e inclusiva e di punto di riferimento per la sostenibilità e la responsabilità sociale del Gruppo risultante dall'operazione".
"La creazione di una banca in grado di generare ulteriori benefici per tutti gli stakeholder e di rappresentare un solido supporto all'economia reale e sociale rappresenta un rafforzamento complessivo del Paese", ha concluso l'ad.