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Italia combatte battaglia di retroguardia su Stellantis

Pubblicato 02.02.2024, 15:39
Aggiornato 02.02.2024, 15:46
© Reuters. Il logo di Stellantis presso la borsa di New York. 31 gennaio 2024.  REUTERS/Brendan McDermid
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di Lisa Jucca

MILANO (Reuters Breakingviews) - Il tentativo del governo di Giorgia Meloni di forzare la mano a Stellantis in Italia è una battaglia di retroguardia. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha indicato ieri che Roma potrebbe acquistare una quota della casa automobilistica, che capitalizza 73 miliardi di dollari, dopo uno scontro sui livelli di produzione nel Paese. Proteggere i posti di lavoro in patria è una preoccupazione naturale e il governo italiano è libero di acquistare azioni Stellantis sul mercato. La mossa non basterebbe però a riportare il baricentro dell'azienda in Italia.

Meloni rimprovera a Stellantis, proprietaria di Fiat , di non produrre abbastanza veicoli in Italia pur beneficiando del fascino italiano per modelli come l'iconica Fiat 500. Il governo sta facendo pressione sull'amministratore delegato Carlos Tavares affinché aumenti la produzione a un milione di veicoli, rispetto ai 750.000 dello scorso anno. La proposta di Urso, avanzata ieri, sarebbe tuttavia costosa per l'Italia, che è a corto di risorse finanziarie. Una partecipazione simile a quella dello Stato francese, che controlla il 6% di Stellantis, costerebbe 4 miliardi di euro. La spesa vanificherebbe i benefici delle vendite di quote di Eni (BIT:ENI) e Poste Italiane (BIT:PST), compromettendo l'obiettivo del governo di raccogliere 20 miliardi entro il 2026 da una campagna di privatizzazioni.

Una mossa simile potrebbe anche preoccupare la comunità imprenditoriale italiana. Roma tende ad avere azioni di ex aziende statali o aziende oggetto di un salvataggio. Un atteggiamento più proattivo potrebbe quindi allarmare le poche aziende private che contano.

© Reuters. Il logo di Stellantis presso la borsa di New York. 31 gennaio 2024.  REUTERS/Brendan McDermid

L'Italia è un mercato sempre meno rilevante per Stellantis, nata nel 2021 dall'unione di Fiat Chrysler Automobiles (BIT:STLAM) con Psa, proprietaria di Peugeot. Stellantis ha già stabilito la sede nei Paesi Bassi. Con poco più del 9%, la quota di Fiat nelle immatricolazioni di auto nuove in Italia a dicembre è una minima parte di quell'oltre 40% che deteneva negli anni Ottanta. Nello stesso mese il marchio Fiat ha anche perso la quasi centenaria leadership di mercato nelle immatricolazioni a favore di Volkswagen (ETR:VOWG). Nel 2022, il mercato italiano rappresentava solo il 5% del fatturato di Stellantis, pari a 180 miliardi, contro il 9% della Francia e il 49% del Nord America.

Cercare di proteggere l'occupazione è una preoccupazione naturale per qualsiasi governo. Più del bastone che Urso minaccia di usare potrebbe funzionare la carota degli incentivi all'elettrico. Dopo un anno in futili guerre culturali, il governo Meloni dovrebbe piuttosto concentrarsi su come migliorare il clima imprenditoriale in Italia.

(Tradotto da Laura Contemori, editing Alessia Pe)

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