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Italia, in 2023 debito in portafoglio retail a max da introduzione euro - UniCredit

Pubblicato 25.01.2024, 11:14
Aggiornato 25.01.2024, 11:18
© Reuters. Il logo UniCredit su uno smartphone. REUTERS/Dado Ruvic

MILANO (Reuters) - Il controvalore del portafoglio di titoli di Stato italiani detenuto dagli investitori retail assieme a società non finanziarie domestici è pari a circa 320 miliardi di euro, ovvero il massimo dall'introduzione dell'euro.

E' quanto evidenzia UniCredit (BIT:CRDI) in un report che prende in esame i più recenti dati della Banca d'Italia precisando che, nell'importo, 270 miliardi sono in mano ai retail e i restanti 45 alle società non finanziarie.

La quota di Btp detenuti dai piccoli investitori e dalle società non finanziarie italiane è salita dal 6% della metà del 2022 al 13,5%, massimo da fine 2014 ma ancora lontana dal 20% di prima del 2008, spiega Luca Cazzulani, responsabile strategy research della banca.

"Quasi tutto l'incremento si deve al retail mentre le società non finanziarie sono parecchio meno attive", aggiunge.

Dopo un 2023 che ha visto una domanda molto forte da parte del retail - con un aumento di oltre 100 miliardi nei loro portafogli - è molto complesso riuscire a valutare quale sia la potenza di fuoco rimasta.

"Dipende dall'appeal degli altri asset, dal livello di rendimento assoluto che Bot e Btp offriranno, dalla forma della curva, dalla dinamica della ricchezza finanziaria e del risparmio e dalla percezione del rischio domestico", fa notare lo strategist.

I piccoli risparmiatori italiani hanno finanziato gli acquisti in titoli di Stato attraverso una riduzione dei depositi bancari e di fondi comuni e prodotti assicurativi che tuttavia sono stati meno impattati.

La massiccia partecipazione degli investitori retail al mercato del debito è "una peculiarità italiana con le famiglie molto meno attive negli altri Paesi della zona euro".

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In Belgio, fa notare Cazzulani, la percentuale dei retail è salita di recente al 5% e l'Austria ha in progetto di offrire bond retail nel secondo trimestre mentre in Germania e Francia è pressoché pari a zero.

(Sara Rossi, editing Stefano Bernabei)

Ultimi commenti

Italiani retail inutile ricordarlo sanno farsi i conti e sono molto meno scemi di quel che i soliti qualunquisti pensano, investi in deb pubblico del tuo paese perché controlli meglio che fa il tuo paese e che rischi affronti, investi in deb pubbl del tuo paese perché dal tuo prestito cmq ricavi rendimenti + elevati a tassazione agevolata 12,50% che non è poco inoltre acquistandoli direttamente risparmi su commissioni una tantum ed eviti di pagare a fondi etc commissioni stratosferiche ogni anno e non una tantum e tieni sul c/c il giusto per finire ns debito pubblico molto liquido negoziabile in ogni istante quindi se cambi idea vendi a costo irrisorio e non paghi penale per uscire come chiedono parecchi fondi ............
beh...concentrare i risparmi di una vita o di vite precedenti su un solo asset, non è prudente. ne sa qualcosa chi ha investito in titoli di stato greci e argentini.
  vero ma Lei pensa davvero che siamo tutti così sprovveduti da concentrarci su un unico asset? ,controlli ns acquisti di oro (lingotti paghi anche IVA) e sterline (senza IVA) e poi che paragone mi fa....  greci e argentini governi corrotti e ladri veri e molto peggio dei ns in assoluto hanno stra - barato su conti pubblici e di tutto di +
 scusi ho dimenticata controlli anche fatturati in it su vendite all'asta gioielli, e cmq articolo non dice che cash in tasca c/c agli italiani ci sono 5mila500miliardi  esattamente il doppio lira più lira meno del ns attuale debito pubblico quindi significa che se ci sono diciamo arrotondando  solo 350miliardi investiti nel ns debito pubblico ne restano cash sui  ns c/c nientemeno che 5mila150miliardi............. e con la ns propensione al risparmio seconda al mondo dopo il Giappone
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