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La caduta in disgrazia di Marks & Spencer finisce per farlo uscire dal FTSE

Pubblicato 03.09.2019, 12:46
Aggiornato 03.09.2019, 12:55
© Reuters.

Investing.com - È la fine di un’era.

Marks and Spencer Group PLC (LON:MKS), un’istituzione delle vie principali britanniche da oltre un secolo, nonché membro fondatore dell’indice FTSE 100 negli anni Ottanta, sta per essere rimosso dall’indice blue-chip del Regno Unito.

FTSE Russell, che possiede l’indice, ha reso noto questa mattina che la catena di negozi, insieme alla compagnia software Micro Focus (LON:MCRO) (dei cui problemi abbiamo parlato la scorsa settimana) ed alla compagnia assicurativa Direct Line (LON:DLGD) , sarà rimossa dall’indice FTSE 250 durante la revisione trimestrale di domani.

Per M&S era un momento previsto da un sacco di tempo. Da anni il trend non è più a favore dei grandi magazzini e, sebbene la compagnia sia riuscita temporaneamente a frenare il calo ritagliandosi una nicchia nella fascia alta del mercato degli alimentari, l’avanzata di Internet e della “moda veloce” l’hanno lasciata ad annaspare. Il titolo, crollato dell’1,8% questa mattina in reazione alla notizia, segna un tonfo di quasi il 75% dal picco pre-crisi del 2007 e di oltre la metà dal picco post-crisi del 2015.

Il problema è che gli analisti pensano che la compagnia abbia pagato troppo per la partecipazione del 50% della joint venture creata. Ancora peggio (da una prospettiva a breve termine), lo ha fatto diluendo gli azionisti con un aumento del capitale di 600 milioni di sterline ed un taglio del dividendo.

A peggiorare il quadro, gli analisti di Goldman Sachs (NYSE:GS) ieri hanno affermato che la joint venture non darà i risultati sperati, almeno non prima di cinque anni. Secondo il Financial Times, Goldman prevede che la joint venture produrrà solo 10,6 milioni di sterline di flussi di cassa disponibili entro il 2024. Nel frattempo, l’ex attività core di abbigliamento e prodotti per la casa continua ad essere in declino, mangiata viva dai rivali online.

Se l’analisi di Goldman dovesse dimostrarsi ben fondata, il rischio che M&S debba aggiungere altri soldi ai 950 milioni di sterline già messi in conto come costi straordinari negli ultimi due anni sembra aumentare.

È già sceso di quasi un quarto da febbraio, quando è intervenuto per rafforzare la divisione alimentare annunciando una collaborazione con Ocado Group (LON:OCDO), la cui tecnologia logistica migliore della categoria ha offerto a M&S la possibilità di cavalcare l’onda delle consegne alimentari.

L’indice FTSE 100 stesso scende dello 0,1% alle 5 ET (09:00 GMT) questa mattina, sotto pressione nei timori per l’instabilità politica, per il debole aggiornamento sulle vendite al dettaglio da parte del Consorzio dei distributori britannici (le vendite su base comparabile hanno segnato un calo dello 0,5% ad agosto) e per l’ennesimo deludente calo dell’indice dei direttori acquisti sul settore edile britannico.

Tuttavia, ha visto una performance migliore rispetto ai mercati europei grazie alla nuova debolezza della sterlina, che fa aumentare il valore degli utili in dollari delle sue componenti. L’indice di riferimento Stoxx 600 scende dello 0,5%, mentre il francese CAC 40 e l’italiano FTSE MIB vanno giù dello 0,6%

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