Investing.com - La seconda puntata dello ‘show delle banche centrali’ consegna ulteriori acquisti sui mercati. Dopo l’inaspettato tono interventista di Mario Draghi giunto ad inizio settimana, ieri le parole del Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, hanno aperto ulteriormente la prospettiva di nuove politiche monetarie espansive.
Nel suo discorso, Powell ha mostrato un’inclinazione accomodante, rimuovendo la parola “paziente”, interpretato dagli analisti come una disponibilità ad allentare la politica monetaria come spesso chiedeva Donald Trump.
Seppure i tassi di interesse non sono stati cambiati, le parole “dovish” di Powell hanno indicato che la Fed “agirà in modo appropriato per sostenere l’espansione dell’economia”, aumentando la possibilità di vedere ribassi dei tassi già nel 2019.
Sono 7 su 17, infatti, i membri del Fomc che si aspettano due tagli nell’anno in corso, mentre il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha dichiarato la sua volontà di un taglio dei tassi già nella prossima riunione che si terrà il 25 luglio.
Le nuove scelte della Fed, però, saranno condizionate da determinati dati economici, in particolare “un mercato del lavoro forte e un’inflazione vicina all’obiettivo simmetrico del 2%”, secondo quanto specificato da Powell.
“Mentre prevediamo riduzioni dei tassi in via cautelativa quest'anno”, spiega Andrew Wilson, CEO per l’area EMEA di Goldman Sachs, “riteniamo che la tempistica e la portata di qualsiasi allentamento della politica siano incerte e in qualche modo dipendenti dalle relazioni commerciali USA-Cina: in ambito commerciale se i toni aggressivi o le azioni degli Stati Uniti dovessero surriscaldarsi, potremmo assistere a un allentamento della politica della Fed già da questa estate, ma se le tensioni commerciali dovessero raffreddarsi, pensiamo che la Fed attenderà di avere un quadro chiaro sui dati e abbasserà i tassi dall'autunno in poi”.
Le prospettive di politiche espansive delle due banche centrali stanno dipingendo di verde i mercati europei, con il Ftse Mib che guadagna lo 0,77%, seguito dagli altri indici principali del vecchio continente come il Dax, il Cac 40, il Ftse 100 e l’Ibex 35.
Cala nettamente lo spread che scende a 233 punti, ai minimi dal settembre 2018, mentre il rendimento dei btp decennali cala a 2,045%.
Positivi i titoli bancari con il FTSE Italia All Share Banks nettamente sopra la parità, tra cui spiccano Banca IFIS (MI:IF) (+3%) e Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), (+2%). In crescita superiore all’1% troviamo Banca Piccolo Credito Valtellinese (MI:PCVI), Banca Generali (MI:GASI) e FinecoBank (MI:FBK), seguiti da Mediolanum (MI:BMED), doBank (MI:DOB), Bper Banca (MI:EMII), Unipol (MI:UNPI), Unicredit (MI:CRDI) e Intesa Sanpaolo (MI:ISP).