L'industria solare statunitense ha registrato un'impennata significativa degli investimenti in seguito all'attuazione dell'Inflation Reduction Act, con Suniva, REC Silicon e Maxeon che hanno investito complessivamente 8 miliardi di dollari. Questo sviluppo si inserisce in un periodo di crescita sostenuta per il settore, che dal 2010 si è espanso a un tasso annuo del 24%, secondo la Solar Energy Industries Association.
Nonostante questo trend positivo, permangono le preoccupazioni per l'eccessiva dipendenza del settore dai pannelli stranieri più economici. I critici sostengono che queste politiche potrebbero non essere sostenibili nel lungo periodo e potrebbero imporre un pesante onere ai contribuenti. Questo punto di vista è sostenuto da uno studio del Peterson Institute, che ha evidenziato gli alti costi associati alla creazione di posti di lavoro attraverso i sussidi, citando l'esempio dell'investimento Solyndra di Obama.
In una mossa significativa per la produzione nazionale, REC Silicon sta per riaprire il suo impianto di Moses Lake e si è assicurata un accordo di fornitura di polisilicio con QCells per le sue attività negli Stati Uniti. Questo fa parte di un più ampio sforzo per ridurre la dipendenza dai fornitori stranieri e rafforzare le capacità produttive locali.
Tuttavia, il panorama mondiale della produzione di energia solare rimane dominato dalla Cina, che detiene una quota dell'80% grazie ai consistenti investimenti governativi. Questo nonostante gli sforzi per riequilibrare il mercato attraverso un accordo commerciale per il 2019. L'Agenzia Internazionale per l'Energia sottolinea la forte posizione della Cina in questo settore, indicando i massicci investimenti governativi come un fattore chiave del suo dominio.
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