MILANO (Reuters) - Andrea Orcel convince il mercato con il piano 2022-24 di UniCredit (MI:CRDI), promettendo di distribuire agli azionisti almeno 16 miliardi di euro, e raccoglie anche il plauso delle organizzazioni sindacali che apprezzano il cambio di passo rispetto alla precedente gestione.
Il piano, denominato UniCredit Unlocked, il primo firmato da Orcel al timone della banca dallo scorso aprile, spinge sugli investimenti in trasformazione digitale con 2,8 miliardi impiegati nel Digital & Data a cui si accompagnano 2.100 assunzioni nette nel comparto che si aggiungono alle 1.500 previste nel business (di cui 900 in Italia).
Dopo lo stop alle trattative su Banca Mps (MI:BMPS), la banca resta aperta a valutare operazioni M&A ma solo se coerenti con la strategia, se in grado rafforzare il franchise e di aiutare nel raggiungimento di un obiettivo di Rote al 10% nel 2024, ha detto Orcel agli analisti.
L'accoglienza a caldo del mercato è più che positiva: alle 16,00 il titolo balza del 10% a 12,71 euro, dopo aver toccato un massimo dal 21 febbraio 2020, periodo in cui nasceva l'emergenza Covid in Italia.
"Il titolo era ampiamente sottostimato; questo piano soddisfa il mercato perché si concentra sulla redditività e sulle cose da fare e abbandona per il momento ambizioni di M&A", dice un trader. "Sta recuperando il gap di valutazione con gli altri titoli bancari europei", aggiunge.
UTILE 2024 OLTRE 4,5 MLD, CET1 PUO' SUPERARE 12,5-13%
A fronte di un Cet1 che potrebbe anche superare il 12,5-13% la banca prevede sull'esercizio 2021 la distribuzione di 3,7 miliardi, con un dividendo cash pari al 30% dell'utile netto sottostante e un buyback per la parte restante.
Il dividendo cash per il 2022 è atteso al 35% dell'utile netto, mentre per gli anni seguenti sarà di "almeno il 35%" con la parte restante in buyback.
A fine piano è atteso un utile netto superiore ai 4,5 miliardi contro il dato di oltre 3,3 miliardi previsto sia per il 2021 e sia per il 2022. La crescita annua nell'arco piano prevista è del 10%.
Per i ricavi, visti a oltre 17 miliardi al 2024, è attesa una crescita media annua (cagr) del 2% che sale al 4% per le commissioni. Il Rote è visto al 10% circa nel 2024.
Sul fronte dei costi entro il 2024 l'obiettivo è ottenere una riduzione di 500 milioni in valore assoluto.
APPREZZAMENTO DA SINDACATI
In una nota Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, primo sindacato bancario, parla di "netta svolta". "Per la prima volta c'è un vero piano di rilancio del gruppo, un piano di crescita che si basa su ritorni economici solidi e sostenibili, con una prospettiva temporale non di corto termine", spiega.
"Apprezziamo la volontà del gruppo di recuperare un ruolo di rilievo nel settore del credito e in generale nel Paese; il riconoscimento che le banche devono svolgere anche una funzione sociale, garantendo il presidio dei territori e la valorizzazione delle professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori nella creazione di un rapporto costruttivo e di fiducia con la clientela", dice Fulvio Furlan di Uilca.
(Gianluca Semeraro, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)