Chiusura di ottava all’insegna della cautela per le borse europee. Prese di beneficio per l’azionario di Eurolandia dopo i rialzi che hanno fatto da corollario alla decisione della Federal Reserve di alzare il costo del denaro a stelle e strisce per la prima volta dal 2006. Il FTSE 100 ha terminato in calo dello 0,76%, il Cac40 ha perso l’1,12% e il Dax è sceso dell’1,21%. -1,63% per l’indice della borsa di Madrid. Grande volatilità sul petrolio con il Wti che, dopo essere sceso ad aggiornare i minimi dal 2009 a 34,40 dollari al barile, è risalito sopra quota 35 dollari. Da ricordare infine che oggi è stato il giorno delle “tre streghe” in cui sono scadute le opzioni dell’ultimo trimestre su futures e indici.
Piazza Affari ha chiuso in ribasso dell’1,31% dopo due sedute più che positive innescate dalla storica svolta della Federal Reserve. Sono tornati sotto pressione i titoli del settore del lusso: Luxottica (MI:LUX) ha ceduto il 2,24%, Moncler (MI:MONC) ha lasciato sul parterre il 3,25% e Salvatore Ferragamo (MI:SFER) è arretrata del 2,63%. La maglia nera sul Ftse Mib è stata indossata da Mediaset (MI:MS) che ha mostrato un tonfo del 3,34%. Tra le banche sono finite in negativo i due colossi italiani: Intesa (MI:ISP) SanPaolo e Unicredit (MI:CRDI) hanno perso rispettivamente l’1,03% a 3,088 euro e l’1,83%.
Nell’ultima seduta della settimana pre – feste natalizie, è stata pubblicata un'unica news macro economica degna di nota riguardante l’indice PMI relativo al settore dei servizi statunitensi; il dato si è attestato a 53,7 punti (dato preliminare), in calo rispetto ai 56,1 punti di novembre. Gli analisti avevano stimato una contrazione a 55,9 punti.