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Video - analisi settimanale dal 18 al 22 gennaio 2016

Pubblicato 17.01.2016, 12:59
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Quadro macro economico

Il calo del greggio, la chiusura negativa dei listini asiatici e le vendite a Wall Street spingono al ribasso i finanziari europei. Il FTSE 100 ha terminato l’ultima seduta della settimana in calo dell’1,93%, mentre Cac40, Dax e Ibex, hanno fatto segnare perdite superiori ai due punti percentuali, chiudendo precisamente a -2,38%, -2,54% e -2,78%.

L'Iran potrebbe ottenere già settimana prossima lo sblocco delle sanzioni e quindi contribuire a incrementare l'eccesso di offerta di petrolio a livello globale. Il portavoce del Dipartimento di Stato statunitense, John Kirby, ha detto che il reattore nucleare iraniano di Arak è stato spento, una mossa fondamentale per l'attuazione del patto sul nucleare di Teheran raggiunto lo scorso anno con le maggiori potenze mondiali.

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso a quota -3,07% sui nuovi minimi da gennaio 2015. L'indice guida milanese ha portato a circa -10% il saldo da inizio anno. Il tonfo del petrolio pesa sui titoli oil con Eni (MI:ENI) in calo del 3,53%, Saipem (MI:SPMI) del 5,69% e Tenaris (MI:TENR) del 6,28%.

Sul parterre milanese hanno pagato dazio anche tutti i testimonial bancari con Mps (-6,7%) e Ubi (MI:UBI) (-4,04%) a guidate i ribassi. In affanno anche il Banco Popolare (MI:BAPO) (-4,04%) che era stato protagonista sul listino milanese nelle scorse sedute in scia ai rumors di un'integrazione sempre più probabile con Bpm (MI:PMII). Questa mattina gli analisti di Berenberg hanno alzato il giudizio sul titolo dell'istituto scaligero a hold dal precedente sell, confermando però il target price a 12 euro.

I principali indici azionari statunitensi hanno chiuso oggi in deciso ribasso. Il Dow Jones ha perso il 2,4%, l'S&P 500 il 2,2% e il Nasdaq Composite il 2,7%. L’S&P 500ha chiuso ai minimi dallo scorso 25 agosto. A pesare su Wall Street è stata una serie di fattori negativi: le turbolenze sulle borse cinesi, i deboli dati macroeconomici pubblicati oggi negli USA ed il nuovo tonfo del prezzo del petrolio.

Dal punto di vista macro economico, l’ultima seduta della settimana è stata interessata solo da news provenienti oltreoceano. La prima pubblicazione ha riguardato le vendite al dettaglio, le quali hanno subito un calo nel mese di dicembre dello 0,1%. Il consensus era per una variazione nulla. Il dato di novembre è stato rivisto a +0,4% dal +0,3% precedente.

A seguire, l’indice che misura l’andamento della produzione industriale ha fatto segnare un -0,4% mensile. Gli analisti avevano stimato un -0,2%. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva è passato dal 77 al 76,5 per cento. Infine, a gennaio l’indice preliminare che misura la fiducia dei consumatori calcolato dall’Università del Michigan si è attestato a 93,3 punti (da 92,6). Gli analisti avevano stimato 92,7 punti.

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