Le discussioni con la Grecia stanno raggiungendo apici di tatticismo degne dei peggiori manuali di negoziazione. In settimana abbandono del tavolo dei lavori da parte del FMI, che ritiene le posizioni inconciliabili e tenta di lasciare il cerino acceso all’Europa. La Grecia fa la sua parte annunciando ogni 5 minuti che l’accordo non è mai stato così vicino (e se non c’è ancora è evidentemente per colpa degli altri).
Si rimane quindi in una situazione di stallo, la stessa visibile per i principali indici. Chiusure alla fine in sostanziale pareggio, dopo una settimana vissuta tra violente oscillazioni al rialzo e al ribasso. Provando ad isolarci dal contesto e guardando solo ai prezzi, il trend rialzista di medio periodo europeo c’è ancora, ma probabilmente non è più quel super trend che molti si aspettavano.
Usa: poche variazioni e Nasdaq che appare più vulnerabile in questa fase rispetto ad S&P. Vendite al dettaglio positive in settimana a +1,2%, e driver principale che rimane il rialzo dei tassi per questi mercati.
Grafica del Nasdaq 100 che vede un tentativo di rottura della trend line rialzista, con possibili implicazioni ribassiste di breve. In caso di approfondimento al ribasso primo target a 4280, poi eventualmente 4090, supporto principale. Ma c’è anche da dire che i recenti massimi non sembrano avere una configurazione da top rilevante, lasciandoci con una fase sostanzialmente laterale senza chiare indicazioni
Europa: indici tutti praticamente fermi con aumento della volatilità, fattore cui dovremo abituarci nelle prossime giornate e al limite da sfruttare per operazioni di breve. Fase questa dove i tentativi di posizionamento di più largo respiro risultano decisamente più complicati, sia al rialzo che al ribasso.
Confermato l’aumento del PIL a +0,4% nel primo trimestre, ma modesta la crescita della produzione industriale sul mese, solo +0,1% e sotto le attese. Dax che rompe il primo livello di supporto di 11.200 e raggiunge quello successivo dei 10.800, dove abbozza una forte reazione smorzatasi sul finale. Area 10.800 che rimane cruciale in chiusura di settimana, anche se non sono da escludere escursioni di breve a 10.600. Sotto tali livelli, Grecia o non Grecia, primi concreti dubbi sul trend rialzista di fondo, ancora decisamente attivo. Resistenze abbassabili ad 11.900
Italia: chiusura poco sotto i 23.000 punti, disegnando la più classica delle candele di indecisione. Positivo che i supporti di 22.300 abbiano tenuto, e al momento la grafica ha ancora tutto l’aspetto di un fisiologico ritracciamento dopo i fasti di inizio anno. Per il resto valgono le stesse considerazioni fatte in generale sull’Europa. Ora 23.500 la prima resistenza in caso di nuovi tentativi rialzisti, e 22-000/22.500 i primi supporti rilevanti.
Asia: pochi movimenti rilevanti anche tra gli asiatici, che anno proseguito con le stesse direzionalità della settimana scorsa. Il Giappone stabilizza dopo i recenti massimi, disegnando una candela di possibile continuazione del rialzo. PIL 1° trimestre in forte rialzo, a +3,9%. La forte svalutazione dello yen ha lavorato, ma da ora in poi non si potrà fare affidamento solo su questo fattore valutario, probabilmente in via di esaurimento
In Turchia affondo della borsa sull’esito delle elezioni che hanno ridimensionato lo strapotere di Erdogan. Affondo poi quasi completamente recuperato in settimana. Regna anche qui l’incertezza, con Lira Turca a nuovi minimi storici. Non c’è un trend, nel breve guida quello ribassista, con la rottura dei precedenti minimi relativi di area 76.000. Potrebbe diventare interessante sulla debolezza, in caso di segnali da 73.000, oppure sulla forza, sopra 85.000
La Corea riduce i tassi di riferimento all’ 1,25% (da 1,50%), e prezzi che raggiungono una interessante area di supporto (tra questi prezzi e 2018) dopo la rottura della trend line rialzista- Per il momento non vi sono reazioni, ma da monitorare almeno per operazioni di breve (ETF IKOR)
Latin America: modesti rialzi per i due indici, che indugiano su potenziali livelli di supporto, senza grossi sprint. Per il Messico la trend line rialzista è tuttora attiva e siamo in zona supporti. Un indice poco volatile che ha buona correlazione con il prezzi del Petrolio e rimane la scelta relativamente più tranquilla per posizionamenti nel continente, anche grazie a ad un contesto macroeconomico decisamente migliore di quello Brasiliano.
Metalli: la settimana di limitate variazioni coinvolge anche le materie prime, ed i metalli in particolare. L’Oro l’unico in moderato rialzo (+1,0%), ma rimangono intatte le considerazioni fatte le sorse settimane (interessante in caso di segnale da area 1.100, oppure sulla forza oltre 1230)
Agricoli: da segnalare i nuovi minimi dello Zucchero, che non riesce a trovare una soglia di supporto nonostante la produzione sia in calo, con canna da zucchero sempre più utilizzata per la produzione di etanolo. Deboli anche i Grains, con ribassi oltre il 2% per Mais e Frumento, con il primo in particolare di nuovo a rischio nuovi minimi.
Energia: continua la stabilizzazione ormai mensile tra 56 e 62, senza variazioni del quadro grafico. Le scorte continuano a diminuire, rintuzzando al momento le spinte ribassiste. Bisognerà attendere la fuoriuscita da questa congestione per operazioni a mio avviso ancora di breve su questo asset, con possibili obiettivi in area 69 (al rialzo) e 50/51 (al ribasso)
Eur-Usd: Il FMI ha definito il dollaro “moderatamente sopravvalutato” ed il mercato sembra seguire in settimana (Dollar index in discesa di circa 1,5%). Chiusura per la coppia in particolare ad 1,1265, e siamo esattamente a metà delle due bande di stabilizzazione di breve e di medio periodo. 1,155 dovrebbe limitare le velleità di rimbalzo, in caso di deciso superamento si aprirebbero spazi al rialzo fino a 1,20, attuale resistenza più lontana.