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Scontro Russia – Turchia. Effetti e risposte dei mercati finanziari

Pubblicato 25.11.2015, 09:10
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L’abbattimento del jet russo al confine siriano non ha tardato a manifestare i suoi effetti negativi nel settore economico.

Particolarmente colpiti i listini europei; il Dax, dopo aver iniziato le contrattazioni con un gap negativo già rilevante, ha continuato a perdere terreno fino alla chiusura dove ha registrato un ribasso dell’1.43%. Molto simile l’andamento del FTSE MIB che è tornato sotto la soglia dei 22000 punti con un calo pari all’1.53%, caratterizzato dalle vendite nel settore del lusso.

A Wall Street l’effetto si è sentito in maniera molto minore. Di fatto, gli indici principali, dopo il calo di inizio seduta hanno recuperato quanto perso, trainati dalle positive notizie economiche americane. A guidare gli USA soprattutto Dow Jones e S&P che registrano lo stesso incremento dello 0.12%. Seduta negativa, invece, per le borse asiatiche; il listino giapponese del Nikkei 225 cede lo 0.39% e l’Hang Seng di Hong Kong registra un calo dello 0.29%.

Il mercato valutario è stato, probabilmente, il settore meno colpito dalle tensioni geopolitiche di ieri, registrando una seduta non eccessivamente volatile. La giornata Forex di ieri è stata caratterizzata principalmente dalla leggera flessione del dollaro – trainata semplicemente dalla presa di beneficio di una grande fetta di investitori – e il calo della sterlina.

La moneta inglese paga le incertezze relative al rialzo dei tassi d’interesse inglesi, dopo le dichiarazioni del Governatore della Banca d’Inghilterra (GBP/USD -0.30% - EUR/GBP 0.36%).
La moneta unica europea ha beneficiato poco del calo del dollaro. La coppia EUR/USD ha chiuso con un incremento dello 0.07%, con l’euro che si mostra ancora debole rispetto allo Yen (EUR/JPY -0.20%)

L’effetto della “crisi” geopolitica di ieri ha avuto un grande impatto per le materie prime, soprattutto per il Petrolio Greggio. L’oro nero, infatti, ha trovato una forte spinta rialzista che ha portato le contrattazioni sopra i 43 dollari al barile per buona parte della seduta. Alle 22:30, però, il negativo dato dell’aumento delle scorte di greggio ha ridotto la precedente crescita riportando il livello di prezzo al di sotto dei 43 dollari (42.72 in chiusura) mostrando comunque un incremento del 2.34%. Decisamente meno movimentata la giornata dell’Oro, che non risente particolarmente dei precari equilibri tra occidente e mondo arabo, e continua a ricoprire il ruolo di bene rifugio mantenendo la quota. Gli acquisti hanno riportato l’oro sulla soglia dei 1075 dollari per oncia, con un rialzo dello 0.77%.

La lettura macroeconomica della giornata di ieri non può prescindere dalle tensioni tra Turchia e Russia. I confortanti dati americani che confermano la costante crescita della principale economia mondiale combinata con le incertezze da parte degli investitori sul vecchio continente hanno avuto un grande impatto sull’economia europea – come hanno mostrato i cali di Dax e Ftse-Mib –.

Oggi l’Europa cercherà di riordinare le idee e buttarsi alle spalle lo spiacevole evento di ieri, mentre al di là dell’atlantico si prospetta una giornata ricca di dati – in particolare in termini di consumi – anche a causa della giornata di festa prevista per domani.

Andrea Cangiano
Financial Advisor, UCapital.

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