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A rischio la fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank

Pubblicato 25.04.2019, 10:12
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Di Geoffrey Smith

Investing.com - La raffica di notizie dal settore bancario cattura l’attenzione in un inizio di giornata perlopiù debole questo giovedì per le borse europee.

Secondo quanto hanno riferito delle fonti a Reuters e ad Handelsblatt, le due principali banche del settore privato tedesche, Deutsche Bank (DE:DBKGn) e Commerzbank (DE:CBKG) starebbero per annullare le trattative per la fusione.

La tanto discussa fusione non è mai stata l’opzione preferita di nessuna delle due banche, in quanto entrambe sono più preoccupate di cercare di sistemare le operazioni cronicamente poco redditizie. Le trattative sono scaturite soprattutto per via delle pressioni politiche da parte del ministero delle finanze tedesco, per garantire la sopravvivenza di un campione nazionale.

Tale logica non ha però convinto né gli enti regolatori, preoccupati per la creazione di una nuova banca “troppo grande per fallire” che terrebbe in ostaggio i policymaker tedeschi, né i sindacati di entrambi gli istituti, che temono il taglio di fino a 30.000 posti di lavoro.

Deutsche schizza del 3,2% nel sollievo per essere sfuggita all’incubo di una fusione tanto caricata politicamente, sebbene la quotazione del titolo a sole 0,24 volta il loro valore dimostra che ci sono ancora enormi sfide all’orizzonte. Il titolo di Commerzbank crolla invece del 2,0%, rispecchiando la perdita di un potenziale acquirente.

Ciononostante, è ancora possibile che si scateni una guerra al rialzo per la banca: l’italiana Unicredit (MI:CRDI) SpA e l’olandese ING (AS:INGA) hanno entrambe dimostrato interesse, secondo recenti notizie, così come BNP Paribas (PA:BNPP) che aveva guardato a Commerzbank un paio d’anni fa. Nessuno di questi titoli sta reagendo con entusiasmo all’idea che sia ora più probabile riuscire a mettere le mani sulla banca.

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Intanto, Barclays (LON:BARC) segna -2% malgrado la serie di risultati notevoli per la sua divisione di banca d’investimento che promettono meglio rispetto ai numerosi rivali USA nel caos del primo trimestre. Ciò dovrebbe rafforzare la posizione dell’Amministratore Delegato Jes Staley, che dovrà affrontare una mozione in occasione del vertice degli azionisti della prossima settimana per ammettere l’investitore attivista Edward Bramson al consiglio direttivo. Bramson insiste affinché la banca di investimento venga ridimensionata drasticamente.

Nel frattempo, il vertice degli azionisti di Royal Bank of Scotland (LON:RBS) è stato anticipato questa mattina dalla notizia delle dimissioni dell’Amministratore Delegato Ross McEwan. Sarà ancora in carica però fino all’anno prossimo. Sotto la guida di McEwan, RBS è tornata redditizia ed ha risolto la maggior parte degli scandali legati alla gestione che l’hanno afflitta nell’ultimo decennio.

Ma niente di tutto questo potrà bloccare l’ondata di prese di profitto sui mercati in tutto il continente: l’indice di riferimento Euro Stoxx 600 scende di 1,10 punti, o dello 0,3%, a 389,78, mentre l’indice FTSE 100 va giù dello 0,5% ed il tedesco DAX è in calo dello 0,3%, tra le dichiarazioni deprimenti da parte delle banche centrali di Canada e Giappone ed i dati economici deboli in Corea del Sud.

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