Di Scott Kanowsky
Investing.com - L'Arabia Saudita ha smentito le indiscrezioni secondo cui l'Opec+ starebbe studiando un aumento della produzione nella riunione del 4 dicembre, dopo il tagli apportato nel meeting precedente che aveva creato qualche frizione con gli Stati Uniti.
In riposta, i grandi titoli dell'Oil&gas europeo sono saliti di circa il 3% nelle contrattazioni mattutine di martedì, con i principali operatori del settore come BP (LON:BP), Shell (BS:SHELl), la spagnola Repsol (BME:REP), la francese TotalEnergies (EPA:TTEF) e l'italiana Eni (BIT:ENI) balzati in cima allo STOXX 600 paneuropeo.
Secondo il Wall Street Journal e altri organi di stampa, il cartello petrolifero avrebbe discusso di un aumento della produzione fino a 500.000 barili al giorno. Voci smentite prontamente dal principe Abdulaziz bin Salman, ministro dell'energia dell'Arabia Saudita, leader de facto dell'Opec+, il quale ha affermato che "l'organizzazione non discute alcuna decisione prima delle sue riunioni".
Il ministro saudita ha poi aggiunto che la decisione del mese scorso di ridurre la produzione di due milioni di bpd "rimarrà in vigore fino alla fine del 2023".
Washington ha criticato i tagli, accusando il cartello di essersi "allineata con la Russia", nonostante gli sforzi compiuti a livello mondiale per smorzare la capacità di Mosca di finanziare la guerra in Ucraina.
L'aumento arriverebbe inoltre appena un giorno prima che l'Unione Europea si appresti ad approvare un embargo sulle esportazioni di petrolio russo, con i Paesi del G7 che a questo punto potrebbero porre un tetto ai prezzi del greggio russo.