Investing.com - Ecco le cinque notizie principali da seguire sui mercati finanziari questo lunedì 15 febbraio:
1. Le importazioni e le esportazioni cinesi scendono più del previsto a gennaio
In yuan, le esportazioni cinesi sono crollate del 6,6% rispetto all’anno precedente a gennaio, deludendo le aspettative di un aumento del 3,6%, mentre le importazioni hanno visto un crollo del 14,4%, contro l’aumento dell’1,8% previsto. Il surplus della nazione asiatica è pari a 406 miliardi di yuan.
In dollari, le esportazioni sono crollate dell’11,2% a gennaio, molto più dell’1,9% previsto, mentre le importazioni hanno segnato un crollo del 18,8%, contro le aspettative di un calo dello 0,8%; di conseguenza, il surplus commerciale cinese ammonta al massimo storico di 63,3 miliardi di dollari per il mese scorso.
I dati deludenti indicano che l’economia sta gradualmente rallentando e che Pechino dovrà introdurre nuove misure a sostegno della crescita nei prossimi mesi.
I titoli azionari cinesi sono al ribasso questo lunedì, sulla scia dei recenti crolli sui mercati azionari globali, mentre le borse nella Cina continentale hanno riaperto dopo la vacanza di una settimana per il Capodanno Lunare. L’indice Shanghai Composite ha chiuso in calo dello 0,6%.
Sul mercato delle valute, lo yuan cinese ha segnato il massimo del 2016 contro il biglietto verde dopo la decisione della PBOC di alzare il tasso di cambio e le parole del governatore della banca centrale Zhou Xiaochuan secondo cui non ci sono le basi per un ulteriore deprezzamento della valuta.
2. L’economia nipponica si contrae dell’1,4% nel quarto trimestre
L’economia giapponese ha segnato una contrazione nel quarto trimestre, dal momento che il calo della domanda dei consumatori e delle esportazioni pesano sull’economia.
I dati rilasciati prima dell'apertura della borsa di Tokyo hanno mostrato che l'economia giapponese si è contratta al tasso annuo dell’1,4% nel trimestre che va da ottobre a dicembre, meno dell’1,2% previsto. Su base trimestrale, l’economia è scesa dello 0,4% nell’ultimo trimestre del 2015.
I dati deludenti hanno alimentato le pressioni sulla Banca del Giappone affinché introduca ulteriori misure di allentamento monetario a sostegno della crescita.
Nonostante il report debole, l’indice nipponico Nikkei 225 è schizzato del 7,5%, sostenuto dall’indebolimento dello yen e dalle aspettative che i policymaker possano introdurre nuove misure di stimolo.
3. Impennata delle borse europee, le banche italiane schizzano alle stelle
I mercati azionari europei schizzano questo lunedì, con le banche italiane che segnano le performance migliori, dal momento che gli investitori sono tornati ad essere rialzisti e la propensione al rischio è aumentata.
Il tedesco DAX 30 schizza del 2,65% alle 10:35 GMT, o alle 5:35 ET, il francese CAC 40 segna un’impennata del 3,15%, il londinese FTSE 100 balza dell’1,95%, mentre in Italia il FTSE MIB subisce un’impennata del 3,6%.
Le banche italiane hanno registrato un'impennata tra le voci che la Banca Centrale Europea starebbe discutendo con il governo italiano della possibilità di acquistare una serie di cosiddetti “bad loans” dalle banche del paese nell’ambito del programma di acquisti di stimolo e di accettarli come collaterale.
Le banche italiane, che durante il selloff di quest’anno hanno segnato le peggiori performance nel settore finanziario, possiedono circa 200 miliardi di euro di “bad loans”.
I volumi degli scambi resteranno limitati oggi dal momento che i mercati statunitensi sono chiusi per la festa del Presidents' Day.
4. Il prezzo del greggio mantiene i guadagni dopo l’impennata del 12% di venerdì
Il prezzo del greggio sale questo lunedì dopo aver segnato l’aumento giornaliero maggiore in sette giorni venerdì, dal momento che la possibilità di un taglio della produzione ha spinto gli investitori a non chiudere le posizioni con prezzi più bassi.
Il greggio USA schizza di 33 centesimi, o dell’1,12% a 29,78 dollari al barile, mentre il Brent sale di 30 centesimi, o dello 0,93% a 33,66 dollari.
I prezzi globali del greggio sono schizzati di oltre il 12% venerdì dopo il report da cui è emerso che l'OPEC potrebbe decidere di tagliare la produzione per ridurre l'eccesso delle scorte globali.
5. L’oro crolla di 30 dollari, migliora il sentimento
I futures dell’oro crollano negli scambi della mattinata europea di questo lunedì, l’appeal del metallo prezioso come investimento rifugio si è ridotto per via della ripresa dei mercati azionari globali.
L’oro segna un crollo di 30,60 dollari, o del 2,47%, a 1.208,80 dollari l’oncia troy. Giovedì scorso l’oro è schizzato al massimo di un anno di 1.263,90 dollari, grazie all’aumento della richiesta di investimenti rifugio.
I futures del’oro sono stati supportati nelle ultime settimane tra i segnali che i problemi economici e finanziari globali possano convincere la Federal Reserve a non alzare i tassi di interesse come annunciato quest’anno.