Investing.com - Apertura negativa per le piazze europee questo lunedì, il selloff dei titoli tech negli USA si fa sentire anche dall’altro lato dell’atlantico.
Negli scambi di mezzogiorno in Europa, l’indice EURO STOXX 50 cede lo 0,80%, il francese CAC 40 è in calo dello 0,82% ed il tedesco DAX 30 scende dello 0,64%.
Nonostante il Nasdaq abbia chiuso ad un massimo storico lo scorso venerdì, sul sentimento degli investitori pesa il calo del settore tech; giù i principali titoli del settore tra cui Apple (NASDAQ:AAPL), Amazon (NASDAQ:AMZN), Google (NASDAQ:GOOGL), Facebook (NASDAQ:FB) e Netflix (NASDAQ:NFLX).
Apple ha chiuso venerdì con un calo di quasi il 4%, il calo maggiore degli ultimi 14 mesi, tuttavia i titoli hanno chiuso in calo del 2% nelle fasi pre-market dopo aver ricevuto il secondo downgrade in una settimana.
Mizuho Securities ha ridotto la propria raccomandazione su Apple a “hold” da “buy” con una riduzione del target price di 10 dollari, a 150; secondo questi analisti l’uscita dell’iPhone 8 non farà crescere la base di utenti.
Il sentimento negativo ha influito sul settore tech europeo, con i produttori di semiconduttori che hanno registrato i maggiori cali sullo Stoxx 600. Ams AG (SIX:AMS), STMicroelectronics (MI:STM), ASM International (AS:ASMI), Temenos Group AG (SIX:TEMN) e Dialog Semiconductor (DE:DLGS) hanno tutti perso oltre 4 punti percentuali.
Per oggi non sono previsti eventi particolarmente rilevanti, l’attenzione degli investitori è tutta sugli ultimi sviluppo politici.
Le legislative francesi hanno registrato una larga maggioranza per il Presidente Emmanuel Macron, mentre il populista Movimento Cinque Stelle in Italia ha registrato un duro colpo alle comunali svoltesi ieri.
Intanto, nel Regno Unito il nuovo Gabinetto si riunirà per la prima volta questo lunedì, dopo le elezioni della scorsa settimana terminate con la vittoria della Premier Theresa May senza maggioranza assoluta.
Il petrolio è salito questo lunedì, sopo le perdite di quasi il 4% registrate la scorsa settimana per via dell’aumento della produzione da parte dei produttori che non prendono parte all’accordo, come la Libia e la Nigeria e dell’incremento della produzione di petrolio da scisto USA.
I titoli del comparto energetico sono in salita, con il colosso francese del petrolio e del gas Total SA (PA:TOTF) giù dello 0,02%, l’italiana ENI (MI:ENI) in salita dello 0,86%, mentre la norvegese Statoil (OL:STL) sale dello 0,61%.
In calo i titoli del settore finanziario, con le francesi BNP Paribas (PA:BNPP) e Societe Generale (PA:SOGN) giù rispettivamente dell’1,60% e dell’1,92% mentre in Germania i titoli Deutsche Bank (DE:DBKGn) e Commerzbank (DE:CBKG) sono in calo dell’1,23% e dell’1,03%.
Tra le banche periferiche, in Italia Intesa Sanpaolo (MI:ISP) cede lo 0,23% e Unicredit (MI:CRDI) segna un aumento dello 0,06%, mentre in Spagna BBVA (MC:BBVA) crolla dell’1,55% e Banco Santander (MC:SAN) perde l’1,47%.
A Londra il FTSE 100 scende dello 0,35%.
Glencore (LON:GLEN) segna -0,54%, Anglo American (LON:AAL) scende dello 0,28%, mentre BHP Billiton (LON:BLT) e Rio Tinto (LON:RIO) scendono rispettivamente dell’1,28% e dello 0,46%.
Positivi i titoli energetici, con BP (LON:BP) su dello 0,99% e la rivale Royal Dutch Shell (LON:RDSa) che sale dell’1,13%.
In calo i titoli finanziari britannici. HSBC Holdings (LON:HSBA) scende dello 0,99%, Royal Bank of Scotland (LON:RBS) si stacca dello 0,84%, mentre Lloyds Banking (LON:LLOY) e Barclays (LON:BARC) scendono rispettivamente dello 0,87% e dello 0,92%.
Negli Stati Uniti, i mercati azionari puntano ad un’apertura negativa. I future Dow Jones Industrial Average scendono dello 0,11%, i future S&P 500 sono in calo dello 0,23% mentre i future Nasdaq 100 segnano un calo dello 0,90%.